Ieri, giovedì 8 marzo, alle ore 10:00 hanno avuto luogo a Firenze, presso la Basilica di Santa Croce, i funerali di Davide Astori, il capitano della Fiorentina e difensore della Nazionale, nonché figlio, compagno e padre, deceduto la notte tra sabato 3 e domenica 4 marzo.
Commuovente e sentito l’ultimo saluto della sua squadra, la Fiorentina appunto, che ha voluto omaggiarlo di una lettera letta dal giocatore viola Milan Badelj durante la messa.
Funerali di Davide Astori: l’ultimo saluto di Firenze.
Una grande folla si è radunata ieri in piazza per i funerali di Davide Astori, dopo aver dichiarato il lutto cittadino, Firenze ha voluto omaggiare il suo capitano, attendendo l’arrivo della bara in rispettoso silenzio e scoppiando in un fragoroso coro solo alla fine della messa.
“Un capitano, c’è solo un capitano” hanno urlato i tifosi quando, una volta conclusasi la cerimonia funebre, il feretro ha lasciato la Basilica di Santa Croce. Tra gli applausi e le copiose lacrime hanno gridato il nome del loro capitano, salutandolo così per l’ultima volta.
“Questo affetto e questa sofferenza corali ci dicono di Davide la saldezza dei suoi legami familiari, la profondità dell’amore e del progetto di vita che lo ha legato per sempre a Francesca e, grazie a lei, la tenerezza del suo affetto paterno per la piccola Vittoria; il suo impegno come uomo di sport nelle squadre in cui è stato protagonista sui campi da calcio d’Italia e prima ancora nel tessere legami aperti, leali, costruttivi con i compagni, per trovare poi quel ruolo di capitano nella viola che lo consacra per sempre alla storia di questa società; infine, il suo inserimento in questa nostra città di Firenze, che lo riconosce oggi come uno dei suoi, un fiorentino, da sempre e per sempre”.
Sono le parole pronunciate Giuseppe Betori, l’Arcivescovo di Firenze che ha officiato i funerali di Davide Astori, parole che pongono l’accento sulle grandi manifestazioni di affetto che in questi giorni sono state rivolte al capitano viole prematuramente scomparso.
Sono stati invece i suoi compagni di squadra a raccontare l’Astori uomo e amico, senza dimenticare il figlio, il compagno, il papà.
Tutta la Fiorentina, la sua famiglia viola, ha contribuito a scrivere la lettera che Milan Badelj, centrocampista croato della squadra, ha letto durante i funerali di Davide Astori.
Con voce tremante e rotta dall’emozione e dal dolore, il giocatore ha raccontato di un uomo amato da tutto che per loro è stato una vera e propria guida, la luce che indicava loro la strada da percorrere.
Questo il messaggio letto da Badelj durante i funerali di Davide Astori:
“Caro Davide prendo io la parola a nome di tutti i nostri compagni e di tutta la famiglia viola e ti prometto che sarò breve come piacerebbe a te. Inizio dal significato del tuo nome. In ebraico significa “amato”, “diletto”. Tanti re hanno avuto il tuo nome e vedendo tutti gli amici e le persone comuni che sono qui oggi a dimostrarti il loro affetto, credo che questo sia il tuo nome. Davide tu sei semplice, diretto, pragmatico. Con il tuo sguardo profondo riesci ad entrare dentro alle persone e a rimanerci. Tu non sei come tutti gli altri. Tu sei quello che anche non sapendo bene le lingue è riuscito a parlare con tutti noi, a indicarci la strada perché hai sempre parlato col cuore rendendoci uniti.
Sei tu che bacchetti i più giovani e inciti noi vecchi. Hai il dono della lingua universale del cuore. Dono di pochi eletti.
Tua mamma e tuo papà devono sapere che non hanno sbagliato una virgola con te. Se tu sei così è perché te lo hanno trasmesso. Sei esattamente il figlio e il fratello che ognuno vorrebbe avere se potesse scegliere. Sei il miglior compagno di squadra che ognuno vorrebbe avere. Fa sentire al sicuro pensare: “Tanto c’è Davide”. Come possiamo dimenticare le risate, il tuo modo di scherzare con tutti noi? Tu, designer di fama mondiale e calciatore nel tempo libero, come ti amavi definire. In realtà tu sei il calcio, quello puro dei bambini.
Il nostro pensiero va ai tuoi genitori, a Bruno e Marco, a Francesca e alla principessa Vittoria, a cui piaceva l’uva come a suo padre. Il compito di tutti quelli che le saranno vicino sarà quello di raccontarle chi è Davide, perché tua figlia crescendo deve sapere chi è suo padre. Un uomo con la ‘U’ maiuscola.
Poi finisco con un aneddoto che conosciamo noi compagni e che fa capire chi tu sia a quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscerti. Al mattino, quando arrivavi nella stanza della fisioterapia, eri sempre te ad accendere la luce. Tu sei questo per tutti noi: luce”.