Mio figlio mi rifiuta, mi sento angosciata come mamma e non so che fare.
La reazione comune al rifiuto da parte del bambino è l’angoscia e il senso di impotenza. Sino agli 8 – 12 mesi di vita i bambini hanno comunemente un forte attaccamento alla mamma, ella è la figura di riferimento, la sicurezza e il nido. Dopo la soglia dell’anno di vita qualche cosa incomincia pian piano a cambiare: il bambino si emancipa dalla mamma per una serie di fattori che vanno dall’emergere del carattere alle condizioni socio-ambientali, dalla gestione della rabbia e dei sentimenti (a cui il bambino va educato) allo sviluppo dell’autonomia.
Mio figlio mi rifiuta! Mamma, sei proprio sicura che questo rifiuto non sia solo una tua impressione?
Una mamma che si sente respinta non è necessariamente una mamma oggettivamente e veramente rifiutata da suo figlio, il bambino potrebbe semplicemente non essere caratterialmente portato alle coccole.
La conclusione “Mio figlio mi rifiuta” potrebbe essere sbagliata!
Se tuo figlio dimostra di non amare particolarmente baci e abbracci tuttavia ti cerca con lo sguardo, gradisce la tu presenza, ti chiama per mostrarti cosa fa e come lo fa, è nei tuo confronti calmo, interessato al dialogo e sereno, probabilmente non c’è da parte sua un rifiuto della tua persona o del tuo ruolo, né c’è un tentativo di emanciparsi da te.
Forse il tuo bambino è caratterialmente meno portato alle cocolle di te, ne sente un bisogno diverso, minore e più relativo.
Un bambino non coccolone (o meno coccolone della mamma) va rispettato per quello che è e la sua affettività non va forzata. Ciascuno ha diritto a manifestare l’affetto nel modo che più si confà al suo carattere. I bambini, in modo particolare, potranno sentirsi liberi e sicuri solo se gli verrà garantita la possibilità di esprimersi pienamente senza limiti né costrizioni.
Mio figlio mi rifiuta, non ama baci e carezze. Soluzioni rispetto ai bambini poco coccoloni:
Cara mamma, ricorda che il tuo primo compito da educatrice è quello di rispettare la personalità di tuo figlio, se è poco avvezzo alle coccole non costringerlo a baci e abbracci che non gradisce.
Dai un senso all’affetto fisico e riserva queste manifestazioni ai momenti in cui il bambino ne sente il bisogno e quindi le apprezza, per esempio il momento della ninna, quando è triste, quando ha bisogno di conforto o non si sente bene.
Mio figlio mi rifiuta! E’ arrabbiato e scontroso.
Se il rifiuto si accompagna ad un atteggiamento aggressivo del bambino è necessario indagarne le cause.
Un rimprovero può essere alla base del rifiuto del bambino e il bambino può sistematicamente rifiutare la mamma ogniqualvolta viene sgridato. In questo caso la distanza potrebbe essere un sistema di autodifesa del figlio ma anche un’occasione di riflessione e un modo per metabolizzare l’errore e il richiamo.
Mio figlio mi rifiuta ogni volta che lo sgrido, mi fa pagare il rimprovero con il suo distacco e la sua rabbia. Soluzioni:
Cara mamma, se dopo ogni rimprovero tuo figlio si isola per leccarsi le ferite tu lascialo stare! Concedigli il tempo di capire se e cosa ha sbagliato, nonché dove e come correggere se stesso.
E’ tuo compito far sì che il piccolo percepisca la tua presenza amorevole: “So che sei arrabbiato, è normale. Se litigo con qualcuno anche io a volte voglio starmene un po’ per contro mio. Ma sappi che ti voglio bene!“. Le frasi giuste vanno scelte a seconda dell’età, un’affermazione come quella portata ad esempio vale dai 36 mesi in su, mentre anche solo un cuoricino di carta lasciato scivolare sotto una porta può veicolare il messaggio di presenza sotto i tre anni.
Il migliore consiglio è quello di chiudere in modo definitivo sempre tutte le discussioni:
se sgridate il bambino fatelo sinteticamente individuando l’errore e l’eventuale punizione, spiegando il perché e possibilmente non tornate più volte sullo stesso argomento nel corso della giornata.
Ciò vale sopratutto se il bambino manifesti questa tendenza ad isolarsi, mortificarsi e chiudersi. L’importante non è ricordare l’errore o la punizione, ciò che conta veramente è che l’errore venga compreso e la punizione rispettata, per il resto la famiglia è accoglienza, conforto e amore.
Diverso è se il rifiuto coincide col capriccio.
Mio figlio mi rifiuta ogni volta che riceve un No, è capriccioso.
Il rifiuto del genitore, l’atteggiamento oppositivo o peggio ancora violento e arrabbiato, non può essere un modus agendi del bambino teso a conquistare l’attenzione dell’adulto e\o a ottenere un vantaggio.
La soluzione al rifiuto capriccioso è il dialogo paziente e il buon esempio.
Care mamme, elogiate il bambino quando si comporta bene, mostrategli i vantaggi della calma e del dialogo dandogli così un buon e positivo esempio.
Questo atteggiamento di confronto e riscontro positivo potrà portarlo gradualmente ad abbandonare quei comportamenti da cui non riceve lo stesso riscontro.
Mio figlio mi rifiuta da quando ha cambiato scuola; da quando mi sono separata mio figlio è oppositivo e sempre arrabbiato; mio figlio mi respinge da quando è nato il fratellino.
In ragione di un cambiamento importante il bambino può reagire opponendosi e da ciò può discendere persino un rigetto del genitore, una contrarietà all’adulto che si può manifestare anche con atteggiamenti di nervosismo e ira.
La soluzione è in questi casi la calma.
Quando il bambino reagisce negativamente a una condizione nuova e intervenuta come un cambiamento importante (nascita i un fratellino, lutto in famiglia, trasferimento e cambio di scuola, separazione, eccetera) è fondamentale identificare i bisogni del bambino e prenderli in considerazione. Anche se non potete assecondare le necessità di vostro figlio è centrale il dialogo, la spiegazione e la presa d’atto delle esigenze che il bimbo manifesta.
“Ho capito che vorresti che papà fosse qui, lui ti vuole bene comunque anche se abbiamo deciso di non vivere più nella stessa casa.” I bambini, in relazione alla loro età e al loro grado di sviluppo e consapevolezza, hanno tutti bisogno di spiegazioni e dialogo.
Mio figlio mi rifiuta, piange, si dimena, dorme male e mangia poco.
Quando l’irritabilità del bambino è improvvisa e inconsolabile, soprattuto quando si associa a anomale manifestazioni fisiche, è importante valutare se vi sia una condizione di disagio fisiologico. In caso di sospetto malessere è bene chiedere un parere al pediatra.
Il rifiuto del bambino può dipendere da una fase della crescita.
I bimbi intorno ai 24\36 mesi incominciano ad affermare se stessi, amano andare alla scoperta del mondo mettendo alla prova le proprie competenze psicomotorie e in questa fase di grane affermazione di sé a volte rifiutano l’aiuto e il sostegno del genitore.
Mamma e papà devono assecondare la conquista di autonomia del bambino e non sentire per questo rifiutati.
E’ invece più importante e sensibile il rifiuto di un unico genitore: “Mio figlio mi rifiuta, vuole solo il papà”
Se il bambino dimostra la tendenza ad allontanare da sè un genitore per rifugiarsi nelle braccia dell’altro e se questo atteggiamento è sistematico, è bene che gli adulti si interroghino sul perché indagando anche eventuali personali e facilmente inconsce colpe.
Se per esempio la mamma è irritata col papà perché rientra tardi dal lavoro, il bambino potrebbe risentirne, potrebbe avvertire questa agitazione e trasformarla in repulsione;
all’opposto i bimbi più grandicelli che vedono il papà trattare la mamma con sufficienza e in modo sgarbato potrebbero mutuare questo comportamento credendo assai erroneamente che esso sia un sistema di affermazione di sè sull’atro, un modo per essere grandi e potenti.
In tutti questi casi gli adulti si devono sentire doverosamente chiamato a correggere i loro atteggiamenti.
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