Inutile nascondersi dietro una laconica conclusione del tipo “decidono i genitori“, il nome del bambino è una questione anche sociale perciò nella scelta va considerato l’impatto che esso avrà sulle persone e nella vita, anche adulta, del figlio.
Come scegliere il nome del bambino?
Recentemente la stampa internazionale si è soffermata su un nome assai inusuale: “Chip”. Il nomignolo, non usato come diminutivo e nemmeno come vezzeggiativo o soprannome, è salatati agli occhi di una madre che, mentre stava curiosando su Facebook, si è imbattuta in un’annuncio nascita.
“Chip” ha finito col diventare l’oggetto di una discussione in un forum di mamme e presto si è trasformato nello spunto per una più ampia riflessione su come scegliere il nome del bambino.
Originalità non vuol dire “rasentare il ridicolo”, una considerazione non sempre scontata.
Nello specifico il chip è un microprocessore, la parte elettronica di un computer; a me ricorda Cip e Ciop e può evocare un marchio di patatine.
Il bambino deve avere un nome facile da pronunciare, conseguentemente facile da scrivere; con un senso non equivoco; possibilmente armonioso con il cognome e non fraintendibile nè in assoluto nè associato al cognome.
Io mi chiamo Federica Federico. Sopratutto memore dell’infanzia e dell’adolescenza, posso testimoniare che quella dei mie genitori non è stata una scelta felice … ne ho sentite di battute sconvenienti; sono stata oggetto di ilarità da parte dei compagni adolescenti e tutt’oggi, ogni volta che pronuncio il mio nome, la controparte o lo ripete, sorride, mi guarda o risponde “Come?”
Il nome deve essere comunicativo, possibilmente leggero, semplice e musicale.
Il modo migliore per scegliere il nome del bambino è sforzarsi di immaginarli calato nella realtà.
Se è finito il tempo dei nomi familiari (e viva Dio che sia finito) dovrebbe anche finire la moda dei nomi strani ad ogni costo!
Marche di profumi; nomi che appartengono a musicalità distanti dalle nostre; nomi che nessuno scriverà mai bene perché infarciti di H e accenti non comuni non rappresentano necessariamente un dono fatto al figlio, talvolta sono un peso non sempre gestito con facilità.
Prima di decidere per un nome o per un altro, immaginate voi stessi in quel nome, provate a figurarvi come esso potrebbe essere portato nella vita; presentato agli altri bambini; scritto sui quaderni di scuola; recitato dalla maestra durante l’appello e, in linea generale, percepito dalla comunità.
Un nome è una melodia che ci precede nel mondo e non una canzone da cantare da soli!