I bambini devono imparare a pregare! Se ve lo ha detto il parroco o la catechista potreste essere scettiche o semplicemente potreste essere portate a chiedervi perché? La risposta non è solo religiosa.
I bambini devono imparare a pregare perché devono fidarsi dell’amore
Avere una visione laica della preghiera sembra un controsenso, tuttavia dietro l’azione del pregare c’è un aspetto psicologico persino lontano da Dio, inteso in senso stretto, e ulteriore rispetto alla religione.
D’altra parte ci sono genitori che non confidano nella preghiera dei bambini credendo che i fanciulli siano troppo piccoli e immaturi per essere capaci di parlare con Dio o usare un linguaggio religioso.
I bambini devono imparare a pregare perché la preghiera è uno strumento di comprensione del sé – aspetto laico del pregare
Pregare vuol dire evocare. Anche in senso religioso la preghiera non è necessariamente una supplica; troppo spesso, anche il credente convinto, prega per domandare a Dio questa o quella cosa, per ottenere un’indulgenza o una grazia. Chi prega solo per chiedere si crede un creditore di Dio?
I bambini non vanno educati alla preghiera come richiesta, allo stesso modo gli adulti vanno dissuasi dal pregare per “richiamare Dio ai suoi doveri di Padre generoso“.
Pregando colui che parla con Dio dovrebbe raccogliere l’amore divino e tradurlo in energia di vita.
Se per preghiera non si intende litania, supplica o richiesta, bensì intenzione e attenzione su se stessi e sul proprio percorso, allora imparare a pregare equivale a riuscire a focalizzare l’attenzione su ciò che si è, su quel che si fa e sulla direzione in cui si procede.
Provate a educare il bambino alla riflessione attraverso la preghiera, quando li esortate a pregare chiedete loro di passare attraverso tre azioni:
- Ringrazio Dio, Gesù o Maria per questo …;
- Chiedo perdono per questo …;
- Mi impegno a fare questo … .
La preghiera, così intesa, ha un valore psicologicamente e “laicamente” importante perché pregare diventa mezzo per indagare il proprio cuore.
Imparare a pregare per parlare con Dio
Sotto l’aspetto religioso non esiste un’età della maturità prima della quale la preghiera sia anticipata o precoce. La preghiera non è un esercizio di competenze e metodo: pregare significa imparare a parlare il linguaggio dell’amore e l’evocazione dell’amore non ha età.
Imparare a pregare per costruire nel bambino una coscienza di fede
Le mamme che credono hanno un auspicio: vogliono costruire nel bambino una coscienza di fede. Questo è normale perché ciascun genitore punta a trasferire al bambino i propri ideali.
Perché i più piccoli amino la preghiera è necessario che sia data loro la possibilità di costruire un canale di comunicazione con la fede prima che con Dio. La fede è, in sintesi, la fiducia nell’amore e nel bene.
Se pregando il bambino esprime i suoi intenti e parla di sé, fattivamente può usare la preghiera per sintetizzare il bene e aspirare a esso.
Fate in modo che il bambino non reciti una preghiera a memoria ma pregando comunichi col suo io, nutra il suo bisogno di fede e l’istinto interiore di pace. E qui tornano le tre domande a se stesso, fondamentali per la preghiera del bambino:
- Ringrazio Dio, Gesù o Maria per questo …;
- Chiedo perdono per questo …;
- Mi impegno a fare questo … .
La preghiera espressa in questo modo rappresenta un’opportunità di crescita, uno strumento introspettivo e un’occasione di incontro con l’io interiore. In termini di fede è un percorso di maturazione. Oltretutto non c’è adulto capace di pregare che non sia stato un bambino educato alla preghiera in famiglia.
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