Molte persone , in particolar modo le donne, tendono a correlare la sindrome da shock tossico o TSS (Toxic Shock Syndrome) con l’uso degli assorbenti interni.
È infatti l’uso prolungato e non controllato di questi ultimi una delle principali cause di questa condizione rara ma molto pericolosa che, se non diagnosticata in tempo, può causare la morte.
Tuttavia vi sono altre forme di contagio che spesso vengono ignorate, situazioni molto comuni che interessano entrambi i sessi senza distinzione di età.
La causa della sindrome da shock tossico nei bambini come anche negli adulti può essere l’uso prolungato di antibiotici, graffi e ferite sulla pelle, incisioni chirurgiche, infezioni ginecologiche o dell’utero.
Per quanto concerne la sindrome da shock tossico nei bambini una giovane mamma ha voluto diffondere la storia di sua figlia affinché tutti possano conoscere ma soprattutto riconoscere in tempo i sintomi della TSS.
Sindrome da shock tossico nei bambini: la storia di Lilanna Batstone
Lilanna è una bambina molto allegra ed attiva di soli 3 anni che lo scorso mese ha rischiato la vita a causa di un graffio della sua gatta, Chanel.
Lo scorso 29 ottobre, attraverso la pubblicazione di un post su Facebook – post visibile a tutti perché privo di limitazioni della privacy – la 35enne Kelly Batstone, mamma di 3 bambini (Lilanna è la minore) rendeva nota la storia della sua bambina al fine di sensibilizzare le persone sulle cause e sui sintomi della sindrome da shock tossico nei bambini.
“Sindrome da shock tossico. Sintomi influenzali. Rash cutaneo di macchie rosse e bianche. Nausea. Mal di testa. Vomito con indolenzimento e dolori. Questo è TSS. Nel giro di un’ora è passata da bambina normale a una che non sapevo se avrei riportato a casa. Due ore di attesa con il dottore che ha detto che era una minaccia per la vita e pericoloso se fosse rimasta così per troppo tempo!”.
La piccola Lilanna, che con la sua famiglia vive a Taunton, città inglese capoluogo della contea del Somerset, è stata ricoverata presso il Musgrove Park hospital di Taunton per 5 giorni, trascorrendo in ospedale il suo terzo compleanno.
Raggiunta alcune settimane dopo dal quotidiano Daily Mail, la signora Batstone ha chiarito i particolari della vicenda.
Sindrome da shock tossico nei bambini: attenzione ai graffi.
Il mese scorso la bambina aveva contratto la varicella, nonostante la malattia si era sempre mostrata molto attiva ed allegra.
“Stava giocando con il nostro gattino Chanel quando l’animale le ha graffiato il collo colpendo proprio una vescicola con il suo artiglio – racconta la donna – L’ho controllata, ma non mi è parso nulla di grave in quel momento”.
Poche ore dopo, proprio mentre portava a letto la piccola, Kelly si rende conto che il punto in cui era stata graffiata la bambina era diventato leggermente più rosso degli altri punti. Tuttavia non si mostrò eccessivamente preoccupata.
Fu solo dopo la mezzanotte, esattamente alle ore 12:45 a.m., che la donna capì che qualcosa di grave stava accadendo a Lilanna, pur non conoscendo ancora i sintomi della sindrome da shock tossico nei bambini.
“Mi ha svegliata. Si manteneva il collo ed urlava dal dolore. Accesi la luce e vidi che c’era un grosso bozzo sul collo, delle dimensioni di una moneta da 2 sterline. Era spuntato in poche ore”.
Ipotizzando che fosse in atto una brutta infezione, dopo aver avvertito il marito Christopher, la signora Batstone decide di portare Lilanna in ospedale.
Anche qui la piccola, rimasta in sala d’attesa con la mamma, non sembra dare segni di cedimento fino a quando, un’ora dopo il loro arrivo, inizia a vomitare e perde completamente i sensi.
Fu allora che i medici, allarmati dall’aggravarsi della situazione, prestarono le prime cure alla piccola.
“Ci è voluta circa un’ora per stabilizzarla – racconta Kelly – A quel punto i medici erano stati in grado di procurarsi liquidi e antibiotici per cercare di aiutarla”.
Una volta fuori pericolo, i medici parlarono alla giovane mamma della sindrome da shock tossico nei bambini, sviluppatosi a causa di alcune tossine di origine batterica – generalmente il Staphylococcus aureus e il Streptococcus pyogenes – che erano penetrate nel corpo della piccola a seguito del graffio.
“Sapevo della sindrome da shock tossico solo leggendo di essa sulle scatole degli assorbenti, in quanto gli stesso possono causarla. Non avevo capito che era qualcosa che i bambini potevano avere”.
Sindrome da shock tossico da assorbente interno
Kelly si è detta molto fortunata perché uno dei medici che ha assistito Lilanna è riuscito a riconoscere quasi subito la sindrome da shock tossico nei bambini che aveva colpito la piccola.
Una diagnosi che, a causa dei sintomi molto simili a quelli di una semplice influenza, non sempre avviene così rapidamente.
Oggi Kelly è entrata a far parte di un’associazione benefica che si occupa della TSS e cerca di sensibilizzare il maggior numero di persone sulla sindrome da shock tossico nei bambini e negli adulti, non soltanto nelle donne.
“Consiglierei a chiunque abbia sintomi come temperatura elevata, mal di testa, brividi, dolori muscolari, mal di gola, vomito, diarrea, rash cutanei, vertigini o svenimenti, difficoltà respiratorie, confusioni e sonnolenza di andare immediatamente in ospedale. Potrebbe essere solo un’influenza, ma non vale la pena di prendersi il rischio. Se si ricevono in fretta cure adeguate, si ha una ripresa completa”.
Per Lilanna il pericolo ormai è superato ma vi è sempre il rischio che la TSS si ripresenti, per tale motivo è necessario tenerla sempre sotto controllo, soprattutto in caso di tagli o ferite che potrebbero infettarsi.
Fonte: Daily Mail – Facebook