Gli inquirenti che indagano sul caso di Melania Rea stanno risentendo i testimoni già ascoltati in passato, nell’immediatezza del fatto. Le nuove audizioni servono a chiarire i contorni della vicenda ed a confrontare i vecchi dati con le risultanze delle approfondite indagini condotte sino ad ora.
Nonna Vittoria ha lasciato la Procura stanca e provata, un pianto liberatorio è stato il suo solo sfogo fuori dai cancelli, dopo avere rivissuto ancora una volta gli ultimi momenti della vita di Melania. I nonni Rea , Michele – il fratello di Melania – e lo Zio Gennaro, al termine dell’audizione sono subito partiti alla volta di Somma Vesuviana dove li attendeva Viitoria. Grande è il coraggio, l’intelligenza e la dignità nel dolore della famiglia Rea che oggi combatte per la verità e per il bene della piccola Vittoria.
Contro Salvatore Parolisi solo le sue bugie ed un lunga serie di indizi che consentono alle autorità di mantenerlo in stato di detenzione (sussiste secondo gli inquirenti anche il pericolo di inquinamento delle prove che avvalora la scelta della carcerazione del Parolisi).
Quali sono le bugie di Salvatore?
- Ha mentito sui suoi tradimenti. Quando partirono le indagini gli fu subito chiesto se avesse avuto o avesse al momento relazioni extraconiugali, l’uomo negò con decisione.
- Ha mentito quando ha dichiarato di non avere neanche i numeri telefonici delle soldatesse, sue allieve e sottoposte nella gerarchia militare.
- Ha mentito quando sostenne di avere visto e riconosciuto la scena del delitto grazie a delle foto scattate dall’amico Raffaele Paciolla e presenti sul telefonino di questo stesso. Il Paciolla (che Salvatore chiama “fratello”)non ha mai scattato alcuna foto né del luogo del ritrovamento di Melania né, men che meno, del cadavere. Raffaele, ricordando il momento del riconoscimento, chiarisce che vide solo il volto di Melania, la donna giaceva già nella sacca nera quando l’uomo fu chiamato a riconoscerla. Ed al momento dell’accertamento dell’identità di Melania venne aperta la lampo solo sul volto della povera amica.
- Ha mentito quando ha dichiarato all’autorità inquirente di non utilizzare facebook o “chat strane” – come testualmente ha detto Parolisi – ammettendo il solo uso di messenger.
- Forse ha mentito anche quando ha dichiarato di avere avuto un rapporto intimo con Melania esattamente nel luogo del ritrovamento del cadavere della donna e solo pochissimi giorni prima del delitto.
Tuttavia a “discolpa” di Salvatore c’è da dire che al momento:
- Non sono stati trovati tra gli indumenti di Parolisi abiti macchiati o che in qualche modo portino le tracce del delitto;
- Nessuno a visto Parolisi o la sua macchina nei luoghi dell’omicidio, neanche la sentinella militare che sorvegliava la zona nel giorno dell’omicidio (a ciò va aggiunto che quella sentinella non ha visto né Parolisi né nessun altro);
- Manca l’arma del delitto.
Molte aspettative sono riposte nelle analisi dei tabulati che, tuttavia richiedono un lungo dispendio di tempo e sono ancora in corso.
Perché Parolisi avrebbe ucciso Melania? Secondo alcuni criminologi in questo caso si potrebbe configurare una cosiddetta “teoria dell’imbuto”, ovvero più concause – amante, denaro, in sopportazione, avarizia, ecc … – avrebbero armato la mano omicida concorrendo, ciascuna in modi e misure diverse, ad animare l’istinto omicida