L’osservazione costante di un bambino in acqua (anche in una bacinella contenente solo pochi centimetri d’acqua) o semplicemente in prossimità dell’acqua (a mare come in un giardino dove ci siano piscine o simili “contenitori d’acqua”) è il primo presidio salvavita che i genitori possono e devono mettere a disposizione dei figli per garantirne l’incolumità.
Per una fatale distrazione dei genitori un alto angelo è volato in cielo morto annegato in una piscinetta gonfiabile nel giardino dell’abitazione familiare: un bambino di diciotto mesi è annegato in una piscinetta gonfiabile, si chiamava Antonio C.
La salma si Antonio, il bambino di diciotto mesi annegato nel giardino di casa dopo essere caduto in una piscinetta gonfiabile, è stata già messa nella disponibilità dei suoi familiari per l’ultimo addio.
Gli inquirenti hanno rubricato la morte del piccolo come un fatale incidente:
la piscina gonfiabile era stata sistemata nel giardino dell’abitazione dove, mercoledì pomeriggio, il bambino stava giocando; il piccolo era in compagnia del papà e della mamma ma gli adulti si sono distratti e poco dopo hanno rinvenuto il copro del bambino riverso nell’acqua, era caduto nella piscinetta senza riuscire a tenersi a galla.
Il dramma si è consumato a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro:
i genitori del bambino di 18 mesi annegato nella sua piscinetta hanno disperatamente dato l’allarme, ma i soccorsi, per quanto pronti, non hanno potuto salvare la vita al piccolo Antonio.
Alla famiglia va il nostro più profondo cordoglio; il bambino di 18 mesi annegato per disgrazia è stato letteralmente strappato all’amore dei suoi genitori, il suo è stato un triste destino. Il monito deve essere quello all’attenzione: mai perdere di vista un bimbo piccolo perché i cuccioli d’uomo sono da un lato incuranti del pericolo e dall’altro incapaci di gestirlo debitamente.
“Addio Antonio che il tuo viaggio tra gli angeli sia dolce e lieve.”