In occasione del ventesimo anniversario della morte della principessa Diana, deceduta il 31 agosto del 1997 a seguito di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi nel quale rimasero uccisi anche il fidanzato Dodi al-Fayed e l’autista Henri Paul (l’unico sopravvissuto allo schianto sarà Trevor Rees-Jones, guardia del corpo di al-Fayed), tante e diverse le commemorazioni a lei dedicate.
Purtroppo ai ricordi struggenti dei due figli, William ed Harry, a quelli dei suoi sudditi e dei parenti che tanto l’hanno amata, si sono susseguite una serie di rivelazioni choc sulla sua vita privata, in particolar quelle inerenti il suo rapporto con il principe Carlo e i diversi amanti avuti durante il loro matrimonio.
Principessa Diana: le ultime scioccanti rivelazioni.
Intervistato in esclusiva dal settimanale “Chi” – pubblicata sul n. 33 in uscita nelle edicole mercoledì 2 agosto 2017 – Dai Davies, ex ufficiale della London Metropolitan Police ed ex sovrintendente capo che per tre anni, dal 1995 al 1998, ha guidato una squadra di 450 uomini con l’incarico di proteggere la famiglia reale inglese, ha ricordato gli anni turbolenti che la principessa Diana ha vissuto durante e dopo la separazione dal principe Carlo.
Davies descrive il suo primo incontro con la principessa, parla del bisogno di quest’ultima nel ricercare una figura maschile paterna, forte e protettiva che le desse affetto, nonché smentisce categoricamente alcune voci circolate sul suo conto.
Era il periodo in cui nel matrimonio del il principe Carlo e Lady Diana si iniziava ad avvertire prepotentemente la presenza dei loro rispettivi amanti, Camilla Parker Bowles che l’erede al trono frequentava sin da prima di sposarsi, e James Hewitt, ex ufficiale di cavalleria dell’esercito britannico che la principessa frequentò dal 1986 ai 1991.
A quest’ultimo è stata più volte attribuita la paternità del secondogenito della principessa Diana, Harry, un’ipotesi più volte smentita che contrasta anche con le date, basti infatti pensare che il secondo figlio di Carlo e Diana è nato il 15 settembre 1984.
<<Hewitt non è assolutamente il padre del principe – dichiara Davies – Quando Harry venne concepito, Diana e Hewitt non si erano ancora incontrati e, all’epoca, Carlo e Diana erano in buoni rapporti […] Harry era furioso quando gli suggerivano di sottoporsi al test del Dna. “Sono figlio di mio padre”, diceva. Ed è vero>>.
Quando il matrimonio della principessa Diana fallì irrimediabilmente – la separazione fu annunciata dal primo ministro britannico John Major il 9 dicembre del 1992 mentre il divorzi fu ufficializzato il 28 agosto del 1996 – la stessa, a detta di Davies, teneva costantemente informata la squadra addetta alla sua protezione delle visite, si presume di suoi amanti, che riceveva a Kensington Palace.
<<Separata da Carlo ebbe almeno venti amanti – racconta Davies – Le piaceva la compagnia maschile. E le piaceva la caccia: essere cacciata o dare la caccia agli uomini, spesso sposati>>.
Ma la principessa Diana non era la sola ad avere tali incontri, l’ex ufficiale della London Metropolitan Police infatti ricorda che in quel periodo anche altre persone appartenenti alla famiglia reale erano impegnati in relazioni non propriamente ufficiali ma “tutto avveniva nella massima discrezione” per non recare danno ed imbarazzo alla regina Elisabetta II.
Tra gli ospiti che la principessa Diana incontrava in quel periodo vi era anche Kevin Costner, l’attore e regista infatti l’avrebbe voluta come interprete del secondo capitolo del film “Guardia del Corpo”, un’ipotesi che lo stesso Davies definisce “bizzarra” in quanto Lady D non avrebbe mai preso parte ad una pellicola cinematografica.
Nel corso dell’intervista, Davies smentisce le diverse ipotesi sulla morte della principessa Diana.
Nel corso di questi 20 anni infatti si è parlato spesso di complotto e/o attentato, supposizioni rimaste tali che hanno contribuito a rendere ancora più grande il mito della principessa Diana.
In realtà, l’ex sovrintendente capo spiega che quello avvenuto sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi non è stato altro che un incidente causato dallo stato di ebrezza dell’autista.
<<Ritengo che l’uomo responsabile della morte di Diana sia l’autista, Henri Paul. Era ubriaco e non avrebbe dovuto guidare. È vero che i fotografi davano la caccia a Diana, ma le macchine fotografiche non uccidono. Uccidono gli autisti ubriachi>>.
In quel periodo la principessa Diana, che dal giorno della separazione aveva cercato di crearsi una sua identità pur rimanendo legata alla famiglia reale dall’amore che nutriva verso i suoi figli, Harry e William, non era più sotto la loro protezione.
Nonostante ciò, la notizia della sua morte improvvisa li colpì duramente, una tragedia che scioccò il mondo intero.
Da quel giorno fatidico tante e diverse le storie che si sono susseguite sulla principessa Diana, in particolar modo quelle sulla sua turbolenta relazione con il principe Carlo.
Il loro matrimonio da sogno si è in realtà rivelato un incubo, a dichiararlo sarà la stessa Lady Diana che tra il 1992 e il 1993 si confidò con l’attore Peter Settelen.
Quest’ultimo fu in quel periodo il suo insegnante di dizione, incaricato di aiutarla ad imparare come parlare in pubblico durante le occasioni ufficiali.
Settelen filmò le loro conversazioni, video che successivamente ha venduto nonostante gli appelli e il richiamo al senso di decenza mossogli dalla famiglia reale e dagli Spencer.
Tali filmati, durante i quali la principessa Diana sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione verso un marito che non ha mai rinunciato alla sua amante, sia prima, durante che dopo il matrimonio:
<<Lui aveva gusti strani – confesserà la principessa Diana in quei video – ma non aveva pretese per la nostra vita sessuale. Ho scoperto in seguito che prima delle nozze vedeva anche la sua amante ogni tre settimane. E noi facevamo l’amore una volta ogni tre settimane, come se seguisse un copione>>.
Un intimo sfogo fatto ad una persone della quale lei si fidava reso pubblico nel 2004 dall’emittente televisiva americana Nbc contro il parere dei media britannici.
A distanza di 13 anni, proprio nel 20° anniversario della morte della principessa Diana, l’emittente televisiva britannica Channel 4ha deciso di trasmettere nel Regno Unito tali registrazioni in un documentario intitolato “Diana: in her own words”.
Una principessa Diana raccontata attraverso le sue stesse parole, un dolore che ha caratterizzato buona parte della sua vita, almeno per quanto concerne quella pubblica, e che le ha fatto guadagnare il soprannome di principessa triste.
Un passato che torna prepotente nonostante la sua morte che, tuttavia, rende ancor più forte il suo ricordo.
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