Chi vive alle pendici del Vesuvio si è abituato al rombo dei motori dei Canadair e degli elicotteri che sorvolano il territorio; ha visto una nube plumbea ammantare il vulcano e coprire il cielo; respira da giorni l’ardore pungente e acre di bruciato. Tutta colpa degli incendi sul Vesuvio.
I più associano gli incendi sul Vesuvio a fotografie che hanno fatto il giro del web.
Nella realtà di chi li sta vivendo essi sono, più profondamente e tragicamente, una minaccia alla salute e all’appartenenza ad un territorio; sono ipotesi di inneschi pilotati e studiati con la consapevolezza di un piano criminale; sono duecento ettari di Parco Nazionale fagocitati dalle fiamme; sono emergenza rimboschimento e mitigazione del rischio frane; sono polveri sottili a livelli record e pericolo fumi diossinici e cancerogeni.
La stampa parla degli incendi sul Vesuvio filosofeggiando sui perché e sulle ragioni, mentre la popolazione onesta subisce col dolore e lo sconcerto del singolo impotente e inerme. Le fiamme che il vulcano ha subito come ferite inferte sulla carne viva continuano ad ardere e intanto l’aria è irrespirabile.
Questa notte sul balcone di casa mia si è posata la cenere dell’ “ultimo” focolaio che ieri sera ci ha costretti ancora a chiudere le imposte e accendere l’aria condizionata. La brezza del Vesuvio ha smesso di portare soltanto la sua frescura, in queste calde sere d’estate è carica di fumi, ceneri e una profonda sensazione di preoccupazione e perdita.
Da mamma, trovo che uno degli aspetti più preoccupante degli incendi sul Vesuvio siano i fumi: impedire ai nostri figli di respirare è impossibile, ma cosa c’è nell’aria corrotta dal fumo di questa devastazione?
In un video pubblicato da fanpage.it, il Professor Gennaro D’Amato, pneumologo e allergologo napoletano membro dell’OMS fa chiarezza sulla natura e la pericolosità di fumi come quelli sprigionati dagli incendi sul Vesuvio
Le polveri e i fumi sprigionati dagli incendi sul Vesuvio sono inquinanti, diossinici e cancerogeni.
Questo tipo di polveri e di fumi hanno un effetto pro-infiammatorio sulle vie aree; in ragione di ciò la loro inalazione può arrecare danno ai i bambini, frequentemente soggetti alla produzione di muchi o tendenti all’asma, e, allo stesso modo, può danneggiare gli asmatici, rispetto ai quali i fumi rappresentano un’evidente condizione di aggravamento.
Se il consiglio medico e di logica è quello di assicurare ai bambini e ai soggetti a rischio (tra essi anche gli anziani) la minore esposizione possibile ai fumi, nella pratica risulta difficile se non impossibile barricarsi in casa e chiudere completamente le imposte perché i fumi non arrivino negli ambienti domestici. Sta di fatto che la calura estiva è insopportabile per chi non è dotato di un impianto di climatizzazione.
Il Professor D’Amato suggerisce, laddove è possibile, di allontanarsi dai fumi per il tempo necessario al dissolversi della nube. Di fatto vi sono ancora focolai che ardono e l’aria resta infestata dai fumi, l’odore cattivo è penetrante.
I fumatori dovrebbero evitare di accendere sigarette in questo momento di emergenza, alle polveri da sigaretta si aggiungono quelle sottili respirate nell’aria, con grande aggravio per la salute.
Chi sta facendo terapia desensibilizzante antiallergica, invece, non deve abbassare la guardia e proseguire nella cura.
Fonte immagini Ingimage con licenza d’uso. Immagine di copertina ID: ISS_7402_02760; Immagine in corpo testo ID: ISS_4266_01171