Come anticipato alcuni giorni fa, ieri, giovedì 13 luglio, si è tenuta una nuova udienza presso l’Alta Corte di Londra sul caso del piccolo Charlie Gard, il bimbo di 11 mesi affetto da una malattia molto rara, la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale con deficit del gene RRM2B.
Il giudice Nicholas Francis, che nell’aprile scorso aveva autorizzato i medici del Great Ormond Street Hospital (GOSH), l’ospedale presso il quale è ricoverato il piccolo Charlie Gard, a staccare i macchinari che lo tengono in vita, sta rivalutando la sua precedente decisione.
Caso del piccolo Charlie Gard: la decisione del giudice.
All’inizio dell’udienza, il giudice Francis ha ribadito che la sua prima preoccupazione è il benessere del piccolo Charlie Gard e che necessita di nuove prove senza le quali non potrà cambiare la sua precedente decisione.
Dopo la diffusione a mezzo Facebook del documento redatto da alcuni specialisti e riportante l’intestazione dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, il magistrato ha accettato di discutere questa nuova possibilità e di ascoltare la testimonianza del firmatario di quella lettera, il neurologo newyorkese la cui identità non è stata svelata per motivi di privacy.
Caso Charlie Gard: nuova speranza per il piccolo.
Secondo quanto dichiarato dall’esperto nel corso del videocollegamento, la terapia al quale vuol sottoporre il piccolo Charlie Gard darebbe a quest’ultimo il 10%, forse anche il 50%, di possibilità di miglioramento.
<<Non possiamo curare la sua malattia — ha chiarito il neurologo – ma sono certo che possiamo migliorare le sue funzioni cognitive, anche se non so di quanto. Ma comunque vale la pena provare>>.
Parole che riaccendono la speranza nei genitori del piccolo Charlie Gard che durante la prima parte dell’udienza hanno abbandonato l’aula perché sopraffatti dalla pressione e dal continuo dibattito sul dolore provato dal bambino.
Secondo i medici del GOSH infatti l’encefalopatia che ha colpito il bambino ha causato danni irreversibili al cervello.
Loro affermano che Charlie non può muoversi, non può aprire gli occhi, non può respirare autonomamente, ha problemi all’udito e a diversi organi come cuore, reni e fegato: in altre parole la sua sarebbe un’esistenza dolorosa.
<<Ma non sta soffrendo!>> ha affermato con certezza la madre, Connie Yates, poco prima di lasciare l’aula insieme al marito.
A differenza dei medici inglesi, i due coniugi sono fermamente conviti che il loro bambino non stia soffrendo e stanno lottando per potergli dare una piccola speranza.
<<Siamo passati da zero chances per fare sopravvivere Charlie a significativamente di più. Adesso preghiamo – ha dichiarato la Yates ad udienza conclusa – Non è vero che è peggiorato. Io vedo invece segni di miglioramento […] La speranza non la perdo>>.
Seppur il tempo non sia a loro favore, il giudice ha deciso di non prendere decisioni affrettate ed ha convocato per oggi, venerdì 14 luglio, tutte le parti in causa sul caso del piccolo Charlie Gard.
Lo scopo è decidere insieme agli specialisti inglesi, italiani, americani e spagnoli che vogliono prendere in cura il bambino una data unica, un giorno, si presume della prossima settimana, durante il quale tutti loro si riuniranno al capezzale del piccolo e, dopo averne valutato le condizioni, decidere insieme se sia possibile seguire la cura sperimentale oppure no.
Fonti: Repubblica – Corriere