Nel corso della prima visita ginecologica effettuata dopo aver scoperto di essere in dolce attesa, il medico fissa la data presunta del parto (DPP), un valore calcolato a partire dal primo giorno delle ultime mestruazioni che indica la probabile, e quindi non certa, data in cui avrà termine la gestazione.
Mediamente la DPP corrisponde alla 40° settimana di gravidanza anche se la gestazione è considerata fisiologica, ovvero normale, fino al raggiungimento della 42° settimana, cioè fino a 15 giorni dopo la “fatidica” data.
Al superamento di quest’ultimo termine si inizia a parlare di gravidanza protratta o post-term (PT), periodo durante il quale aumenta l’ansia del parto, dovuta anche al possibile aumento del rischio di complicazioni per mamma e bambino.
Per tale motivo, una volta superata la DPP, molte mamme cercano e chiedono rimedi, in particolar modo naturali, per favorire il travaglio e agevolare il parto.
Come favorire il travaglio in modo naturale.
Prima di parlare dei metodi naturali per favorire il travaglio è necessario precisare cosa si intende per travaglio e parto naturale.
Nelle linee guida dell’OMS pubblicate nel 1996 (il pdf è disponibile in calce a questo articolo) la nascita normale è definita un evento spontaneo che si presenta privo di ogni tipo di complicazione e rischio sin dall’inizio del travaglio e fino alla nascita del bambino.
La venuta al mondo di quest’ultimo deve verificarsi tra la 37° e la 42° settimana in modo spontaneo, senza quindi l’intervento medico che preveda l’uso di farmaci o strumenti chirurgici, e in posizione verticale. Dopo la nascita, madre e neonato devono essere in buone condizioni.
Sempre secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il parto non deve essere indotto medicalmente prima della 41° settimana di gestazione ed è raccomandato solo in presenza di patologie, problemi e rischi alti.
Chiarito tutto ciò, e facendo in seguito altre dovute precisazioni, passiamo ora a valutare i rimedi naturali per favorire il travaglio.
Favorire il travaglio con l’attività fisica.
Tra i vari consigli per favorire il travaglio troviamo attività fisiche come camminare, salire le scale e fare le pulizie.
Questi rimedi possono avere una loro utilità nella stimolazione delle contrazioni purché vengano effettuate con moderazione, non devono infatti costituire una “fatica intensa” per la futura mamma che, se posta ad eccessivi sforzi, corre il rischio di giungere sfinita al fatidico momento delle spinte.
Inoltre, queste attività fisiche sono utili a favorire il travaglio solo se effettuate quando la gravidanza è ormai al termine, ancor più se eseguire nel periodo prodromico, ossia in quel lasso di tempo in cui compaiono le prime contrazioni, quelle preparatorie, riconoscibili perché hanno un’intensità variabile e si presentano in modo non regolare.
È difficile stabilire la durata esatta del periodo prodromico che va dalle poche ore ai diversi giorni.
Anche l’attività fisica praticata sotto le lenzuola è considerata un ottimo metodo per favorire il travaglio.
A meno che alcune particolari e specifiche condizioni della gestante non proibiscano i rapporti intimi con il proprio partner, sia durante tutta la gravidanza che negli ultimi mesi, questi potrebbero favorire le contrazioni e quindi agevolare il parto grazie alla presenza di prostaglandina nel liquido seminale maschile.
Ho usato il condizionale in quanto studi scientifici effettuati a tal proposito hanno avuto risposte discordanti tra loro.
Statisticamente parlando infatti, la differenza tra le donne che hanno accelerato l’avvio del travaglio avendo un maggior numero di rapporti completi con il proprio partner e coloro che avevano ugualmente partorito prima ma avevano avuto solo 2 rapporti a settimana era in realtà minima (22% le prime, 20,8% le seconde).
Non vi è quindi una sicurezza scientifica che tale rimedio possa favorire il travaglio ma, in mancanza di controindicazioni, resta sicuramente il più piacevole.
Altro rimedio conosciuto per favorire il travaglio e che implica una stimolazione fisica è la manipolazione dei capezzoli.
La stimolazione dei capezzoli in gravidanza infatti contribuirebbe alla produzione di ossitocina, un ormone che favorisce le contrazioni dei muscoli dell’utero.
Effettuarla è abbastanza semplice: è sufficiente “massaggiare” i capezzoli con i polpastrelli per pochi secondi e ripetere l’operazione per circa 2 o 3 minuti. fare una pausa di un’ora e ricominciare.
Bisogna tuttavia fare una precisazione riguardo questo metodo per favorire il travaglio.
Tra le linee guida dell’OMS pubblicate nel 1996, la stimolazione dei capezzoli è inserita nell’elenco (è l’ottavo punto – ndr) della categoria C, punto 6.3, che riguarda tutte le “pratiche per le quali esistono prove insufficienti affinché vengano raccomandate e che dovrebbero essere utilizzate con cautela”.
In altre parole è possibile eseguire questa stimolazione ma con cautela e senza che vi siano alte aspettative.
Favorire il travaglio con rimedi naturali, fitoterapici o omeopatici.
Alcune ostetriche durante i corsi preparto consigliano alle gestanti l’uso di prodotti omeopatici al fine di favorire il travaglio ed agevolare il parto.
Prima di elencarli però voglio fare una premessa:
anche la medicina naturale può avere delle controindicazioni e, al pari di quella tradizionale, deve essere assunta sempre sotto la supervisione di un medico.
Se si sceglie di optare per rimedi naturali a base di erbe è quindi opportuno rivolgersi ad un esperto di fitoterapia, ossia quel ramo della medicina che sfrutta l’azione farmacologica delle piante medicinali, o di omeopatia, definita medicina non convenzionale o pseudoscienza in quanto non è stata ancora scientificamente dimostrata la sua efficacia clinica che vada al di là dell’effetto placebo.
Ricordo inoltre che i rimedi omeopatici non possono essere generalizzati al singolo sintomo ma sono realizzati in base alle caratteristiche di ogni singola persona, sono in un certo qual modo “personali” e quindi non consigliabili a tutte le future mamma ma valutati caso per caso.
I rimedi naturali più noti per favorire il travaglio sono:
– Apermus: rimedio omeopatico costituito da granuli che sono composti da pulsatilla D6, caulophyllum thalictroides D6, cimicifuga D8. La sua assunzione inizia dalle 34° settimana di gravidanza circa ed il dosaggio aumenta man mano che si avvicina il momento della nascita.
Prima di assumerlo è sempre opportuno consultare il proprio ginecologo o un esperto omeopata al fine di evitare eventuali rischi di contrazioni premature.
– Olio di enotera o primula notturna: usato per ammorbidire la cervice, quest’olio aiuta il bambino ad incanalarsi e favorirebbe l’inizio del travaglio. Va assunto 4 settimane prima della DPP.
Anche in questo caso è sempre opportuno consultare un medico.
– Infuso di foglie di lampone: è tra i più comuni rimedi per favorire il travaglio usato dalle ostetriche. Questo infuso (preparato con acqua calda e 1 o 2 cucchiai di foglie lasciate in infusione per circa 10 minuti) contiene fragrina, una sostanza che contribuisce a migliorare il tono muscolare della regione pelvica.
Gli effetti di questo rimedio non sono provati scientificamente tuttavia le ostetriche ne consigliano l’assunzione nelle ultime 4 settimane di gravidanza.
– Olio di ricino: è il rimedio della nonna più diffuso e conosciuto. Tuttavia i medici sconsigliano tale rimedio per favorire il travaglio in quanto la sua assunzione prolungata può comportare dolori addominali, diarrea e disidratazione.
In ultimo, ricordo ancora una volta che l’uso dei prodotti naturali deve essere sempre effettuato sotto controllo medico e specialistico in quanto non tutti sono privi di effetti collaterali.
Linee guida alle cure per il parto naturale OMS 1996 PDF
Linee guida per l’induzione al parto OMS PDF