“E’ arrivata la notizia che mai avremmo voluto dare. Il cuoricino del piccolo Achille non batte più. Achille adesso è diventato un angelo e, ne siamo certi, lassù insegnerà agli altri angeli a battere i calci di rigore” è con queste parole che l’Associazione Calcio (AC) Sandonà 1922 saluta il figlio del calciatore Stefano Favret, 35 anni, centrocampista e capitano del San Donà.
Achille avrebbe compiuto 4 anni tra poche settimane ma la sua vita è stata stroncata da una malattia rara che non gli ha lasciato scampo né futuro.
La patologia era stata diagnosticata circa un anno fa, ma un epilogo tanto triste non è mai contemplabile per un genitore e mai dovrebbe far parte della vita di un bambino.
Le condizioni del piccolo Achille si sono aggravate sabato notte, quando è entrato in coma all’ospedale infantile di Trieste, da lì la strada della sua vita è andata verso la fine.
Il mondo dello sport è vicino al papà Stefano Favret e alla mamma, la compagna Sara Da Re.
Da mamme non possiamo che lanciare un bacio al cielo per Achille e rivolgere a questi genitori il nostro pensiero commosso.
Grande l’affetto dimostrato dai compagni di squadra di Stefano Favret e da tutto il mondo del calcio. L’atleta viene da una lunga esperienza calcistica in passato ha fatto parte anche delle formazioni dell’Altovicentino, della Sacilese, del Bassano e prima ancora della Pro Vercelli, dell’Entella, giocando a Portogruaro e Mestre.
Lo scorso anno, grazie alla sensibilizzazione che Achille ha reso possibile tra i colleghi del papà, era stata organizzata una partita di benefica con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle malattie rare che colpiscono i bambini.
Il figlio di Stefano Favret è volato in cielo a causa di una malattia rara,
il nostro paese e ogni paese del mondo deve farsi carico delle malattie rare alla stessa stregua di quelle più comuni o diffuse, è importante investire nella ricerca perché ogni vita, anche una sola vita non ha mai prezzo.