Crescere con la propria madre e con la propria famiglia è un diritto che spesso diamo per scontato ma che può non rivelarsi tale per molti bambini.
Fra questi ultimi vi è un bambino di 10 anni, Michele, nome di fantasia scelto al fine di tutelare la sua privacy, per il quale si sono mobilitati i volontari di una fondazione no profit di Catania, La Città Invisibile, che cerca di evitare che il piccolo finisca in una comunità.
La Città Invisibile: un appello per il piccolo Michele.
Portavoce di questa battaglia, alla quale è legata una petizione on line che di seguito vi andrò a descrivere, è Alfia Milazzo, presidente della fondazione La Città Invisibile che si occupa principalmente di contribuire alla formazione giovanile, attraverso la musica e la poesia, e aiutare i bambini, giovani ed adolescenti meno agiati dando loro una valida e più motivata alternativa alla “strada”.
La petizione di cui sopra si chiama “Michelino ha diritto di crescere con la sua mamma”, i destinatari della stessa sono il Sindaco di Catania, l’onorevole Enzo Bianco, l’Assessore alle Politiche della Famiglia Angelo Villari e la Direzione dei Servizi Sociali del Comune di Catania.
Attraverso questa raccolta di firme on line, la fondazione La Città Invisibile chiede che Michele non venga affidato alla Comunità, come deciso invece dai Servizi Sociali del Comune, ma che venga invece attivata la Legge 149 del 2001.
Tale legge, in particolar modo nell’art. 1, dichiara che “Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia” e che l’indigenza dei genitori o di chi esercita la potestà genitoriale “non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia”.
Al fine di favorire il diritto del minore di poter restare con la propria famiglia, in questo caso specifico il diritto di Michele di poter crescere con la sua mamma, la legge prevede degli “interventi di sostegno e di aiuto” da parte dello Stato, delle regioni e degli enti locali.
Intervistata dal Giornale Radio Rai, la presidente della fondazione La Città Invisibile si è detta convinta che Michele non debba entrare in una comunità perché, pur avendo vissuto un periodo della sua vita molto difficile, la madre del bambino si prende cura di lui insieme all’altra sua figlia più piccola e al nuovo compagno.
<<Conosciamo molti casi in cui i bambini vengono strappati alla famiglia ma sono casi di pericolo oppure di violenze ma in questo caso non c’è proprio questa necessità – dichiara la Milazzo – Riteniamo che il bambino non debba entrare in comunità perché ha già una sua famiglia>>.
Al contrario, i servizi sociali continuerebbero a sostenere che la donna non abbia buone capacità genitoriali, in particolar modo viene sottolineato il ruolo negativo del padre del bambino all’interno della famiglia, un uomo che attualmente si trova in carcere.
Tuttavia Michele, che frequenta regolarmente la scuola e fa parte dell’orchestra infantile Falcone Borsellino, una delle orchestre formate dalla fondazione La Città Invisibile, è attualmente affidato alla madre che nel frattempo ha iniziato un nuovo capitolo della sua vita accanto ad un uomo onesto.
Il caso di Michele verrà discusso da tutte le parti presso il Tribunale dei minori di Catania il prossimo 5 aprile, successivamente si deciderà se il bambino sarà affidato alla comunità o se, come chiesto dai volontari de La Città Invisibile, rimarrà con la madre.
Per chi volesse firmare la petizione può cliccare QUI.