Appena qualche giorno di scuola ed il tuo bambino ha già la febbre? Sono arrivate le prime piogge ed i primi freddi e con loro, inaspettatamente, anche i primissimi raffreddori?
60.000 italiani hanno l’influenza.
Ecco l’identikit di questa anticipata sindrome influenzale:
i sintomi: febbre, dolori articolari, spossatezza, che si possono associare a raffreddore e tosse;
la cura: la “guarigione” è affidata al riposo potendo, il paziente, ricorrere solo a farmaci sintomatici (paracetamolo ed ibuprofene), ausilio indispensabile per lenire i sintomi ed abbassare la temperatura corporea, arginando, quindi, la febbre;
la durata della malattia: da 2 a 7 giorni.
Si stima che, in questi giorni, oltre 60.000 italiani siano stati colpiti da virus parainfluenzali. Dunque, le prime forme influenzali anticipano l’inverno e già costringono a letto molti italiani, da cosa dipende la diffusione di queste prime forme parainfluenzali tra la popolazione?
La causa della proliferazione dei virus sarebbero gli sbalzi termici. Non si tratta del ceppo “influenzale” atteso per l’inverno ma solo di lievi forme affini (così dette parainfluenzali), sebbene la sintomatologia risulti essere molto simile a quella influenzale.
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, chiarisce che sono ben 272 i virus parainfluenzali alimentati dagli sbalzi di temperatura e oggi causa principale dei malanni degli italiani.
L’influenza invernale, quella vera e propria, è attesa per dicembre.
La medicina potrà mai garantirci un vaccino capace di sconfiggere tutti i ceppi influenzali e parainfluenzali?
Si apprende che in America gli scienziati del Southwestern Medical Center della University of Texas avrebbero studiato e testato un composto capace di contrastare diversi virus influenzali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Chemical Biology.
La molecola adoperata riuscirebbe a vincere persino il virus dell’influenza spagnola, quella che fece ben 30 milioni di vittime nella pandemia del 1918.
La molecola base adoperata dagli scienziati americani alzerebbe le naturali difese immunitarie incrementando i livelli di una proteina antivirale umana.
Ciò che impegna ora i ricercatoriu è la trasformazione del “composto” in farmaco o vaccino per combatte l’influenza. Per “riprodurre” i risultati della ricerca in un farmaco sfruttabile sugli uomini, però, secondo gli esperti, potrebbero essere necessari molti anni, gli studiosi ritengono che la ricerca non si concluderà che tra circa 10 anni.