Salvatore Parolisi ha avuto un ruolo nella morte dell moglie Melania Rea?
L’attualità come spunto di riflessione
La cronaca incessantemente continua ad interessarsi di ogni tipo di notizia che emerge dall’omicidio di Melania Rea: essa descrive le indagini effettuate, pone al centro dell’obiettivo i familiari della vittima, analizza scrupolosamente gli eventi e quant’altro; allo stato attuale, il maggiore indiziato è il marito Salvatore Parolisi.
Da psicologo non posso fare a meno di chiedermi chi o cosa abbia eventualmente spinto l’assassino a compiere un gesto fatale, cos’è scattato nella mente dell’uomo per mettere in atto un gesto così atroce, causando non solo la perdita di una vita, ma anche un dolore immenso da parte dei familiari ed in particolar modo della loro bambina, la quale, lasciata senza genitori a soli 20 mesi, col passare del tempo si renderà conto di quanto possa essere duro vivere senza una figura femminile di riferimento.
Analizzando il momento storico in cui è avvenuta l’uccisione di Melania Rea e focalizzando l’attenzione sul marito, ci troviamo dinanzi ad un uomo al centro tra due fuochi, ovvero: la coniuge, la quale, consapevole dei tradimenti subiti era forse intenzionata a separarsi e la presunta amante, la quale desiderava che Parolisi prendesse una decisione e troncasse la sua relazione coniugale.
Oggi le inchieste sono ancora aperte, anzi, i motori di ricerca non smettono di aggiornarsi continuamente riguardo agli eventi legati all’omicidio; tuttavia, se realmente è stato il caporalmaggiore il colpevole dell’uccisione della moglie, reputo che questi sia stato assolutamente preda di un intreccio amoroso inestricabile, senza via di uscita, macchiato di tradimenti e di erotismo a volte fuori dalle righe i quali hanno purtroppo sacrificato l’esistenza di una giovane donna, madre di una fanciulla dalla più che tenera età.
“La mente è il motore del corpo”
Quanto è vera questa affermazione! La mente umana è l’unica componente individuale che oltrepassa il materialismo, la finitezza; essa è l’origine di ogni movimento, di ogni azione, di ogni forma di comunicazione.
Personalmente non riesco a fornire una risposta definitiva nel momento in cui mi viene chiesto se l’ipotetico omicida abbia pensato alle conseguenze di un gesto così terrificante. La mente umana spesso è imprevedibile, infatti ci sono persone che perdono completamente il contatto con la realtà (a volte anche sotto l’utilizzo di sostanze) e compiono gesti inspiegabili e privi di controllo.
Se da un punto di vista investigativo si cerca di tornare al passato cercando di analizzare ogni minuzioso particolare associato al 18 aprile, data dell’omicidio di Melania Rea, per ciò che concerne l’aspetto psicologico, non posso esimermi dal far riflettere ognuno dei lettori su ciò che è accaduto e quali disastrosi conseguenze abbia comportato lo stesso evento.
In base alla proprietà della totalità di un sistema “ogni cambiamento che si verifica in una delle sue parti comporta una perturbazione per l’intero sistema”: l’episodio Parolisi – Rea rappresenta l’estremizzazione di come un sistema famiglia possa modificarsi, cambiare o anche auto-disintegrarsi.
Da questa grigia consapevolezza, in una maniera o nell’altra bisogna andare avanti; ai lettori consiglio di riflettere su quanto la mente possa essere strumento sia di gioie che di tragedie ed in particolare di eventi drammatici in cui l’innocenza e la bontà anche infantile non riescono ad avere la meglio.
Così termino questo articolo, senza fornire ulteriori spiegazioni, senza disquisire su argomenti già sviscerati troppo, spero solo che ogni notizia che verrà diffusa avrà solo dei fini informatici e null’altro; ora non mi resta che convergere le braccia, abbassare la testa e riflettere mestamente.