Le più recenti pagine della storia politica italiana hanno raccontato di escort, amori a pagamento, piaceri viziati e giovani donne fatte oggetto di diverse attenzioni.
Negli ultimi mesi il cittadino italiano ha assistito ad un incessante ricorrersi di notizie a metà tra il gossip e lo “scandalo socio politico”; ha letto una lunga lista di nomi di donne più o meno celebri diversamente “coinvolte” in incontri briosi e non necessariamente amorosi (a quanto dicono); ha visto belle fanciulle narrare di feste danzanti in ville lussuose per accedere alle quali il primo requisito era la bellezza.
C’è stata raccontata la storia personale dei piaceri privati di un uomo pubblico. e non è la prima volta che ciò accade (in passato altre “sconcezze” hanno animato le notizie dei telegiornali italiani ed internazionali).
Anche questa volta, tutti, nessuno escluso, ci siamo chiesti quale debba essere il limite del pudore e della “decenza” socialmente ammissibile quando la sfera “intima” – resa pubblica da uno “scandalo”– sia quella di personaggi più che illustri: personaggi rappresentativi della società.
Oggi ci domandiamo se la strumentalizzazione della bellezza, adoperata come mezzo di ascesa sociale o di guadagno, possa influenzare la coscienza sociale. Quello che fanno gli uomini illustri può tradursi in un “cattivo esempio” per la società?
La “donna oggetto” è di per sé un modello negativo?
Affronta questo delicato tema l’esperto psicologo di Vita da Mamma, il dottor. Giuliano Gaglione:
XXI secolo: questo periodo si inaugura con una vittoria tutta al femminile: le donne sono riuscite a scardinare ogni tipo di opinione pubblica in base alla quale cui il gentil sesso non avrebbe la capacità di dirigere qualsiasi tipo di attività; oggi la donna non è solo la rappresentazione della bellezza, ma anche del talento, della classe e della volontà di emergere, quasi come se inconsapevolmente volesse riscattarsi delle epoche passate in cui svolgeva determinati compiti soltanto perché imposti dalla cultura e dalla società in cui vivevano.
La carriera ormai non ha più come soggetto l’uomo in giacca e cravatta ma anche il tailleur abbinato al tacco a spillo si fa strada per garantire benessere culturale, sociale, sanitario e quant’altro: nonostante l’abito non faccia il monaco, le istituzioni richiedono ai lavoratori e alle lavoratrici un aspetto pressoché gradevole, inteso come adeguato biglietto da visita da mostrare anche ad utenze esterne.
La donna del nuovo millennio è assolutamente la foce di un’epoca passata e l’origine dell’avvenire; oggi, come detto precedentemente, bellezza e talento sono assolutamente affiancati al gentil sesso, tuttavia il primo elemento a volte diventa oggetto di maggiori attenzioni da parte degli uomini rispetto al secondo; pertanto può accadere che un bell’aspetto possa fungere da passepartout per ottenere delle ricompense fruttuose.
Tuttavia spesso non ci si chiede cosa nascondano queste vetrine così abbellite da look impeccabili e comunicazioni all’insegna della formalità e della cortesia: ogni individuo ha la sua storia, noi siamo genitori del passato e figli del futuro; dunque sarebbe utile indagare a fondo sulle motivazioni sottostanti la scelta di alcune donne di abbigliarsi in maniera appariscente e vistosa.
Da come si è notato, tendo a “spingere” questa mia argomentazione sul tema delle motivazioni poiché spesso accade, soprattutto per le donne affascinanti e di bell’aspetto, che questi ultimi fattori siano legati solo ed esclusivamente ad una “facilità di costume” che potrebbe permettere anche degli ottimi compensi sociali ed economici.
Oggi assistiamo ad eventi in cui ottengono successo popolare coloro che diventano imprenditrici e anche imprenditori del proprio corpo, provocando scetticismo nei riguardi della coscienza popolare la quale si chiede se uomini e donne di bell’aspetto possono essere dotati anche una mente brillante.
Se alcune persone, soprattutto di sesso femminile, hanno pensato che il loro corpo potesse fungere da oggetto di prestigio e perché no, anche di potere, allora ci sono riuscite appieno anche perché c’è una fetta, non proprio esigua, di individui di sesso maschile, la quale, insoddisfatta del proprio rapporto coniugale, si rivolge a queste bellissime ragazze le quali offrono il loro corpo in cambio di denaro e successo.
Quindi, se consideriamo i seguenti “pezzi”: uomini insoddisfatti, società che tende a fornire delle chance a cui possiede un aspetto fisico prestante, necessità economiche, desiderio di piacere per piacersi, allora il ruolo della “donna oggetto” funge da ultimo perfetto tassello per poter completare questo puzzle.
Io non sono interessato a stabilire se determinate scelte siano giuste o sbagliate, tuttavia mi viene da riflettere su quali siano state le cause che hanno comportato determinate azioni: perché alcuni uomini sono insoddisfatti? Perché bisogna incessantemente piacere per piacersi? Reputo necessario fermare il pregiudizio per scavare a fondo che cosa sta accadendo all’interno di questa società nella quale il rapporto forma-sostanza desta indiscutibilmente degli spunti su cui riflettere. Dunque auguro a tutti voi miei cari lettori, una buona riflessione in merito a tale argomento.