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Abolire la Festa della Donna: “Io l’8 Ogni Giorno”

di Federica Federico

07 Marzo 2017

Il giorno della mimosa, la celebrazione del genere femminile, la ricorrenza del sacrificio della donna, mentre domandavo a me stessa come definirei questo 8 marzo mi sono resa conto di averne veramente abbastanza perché, come molte altre donne e mamme, noi lottiamo ogni santo giorno!

Le “femmine” moderne sono giunte a un livello di emancipazione tale che si potrebbe pure decidere di abolire la festa della donna!

abolire la festa della donna

Intanto partirei dalla considerazione etimologica della parola festa: la sua prima forma primitiva fu ferie che vuol dire riposo, festa ha assunto, poi, un’accezione più larga indicando un giorno di commemorazione, una solennità o una ricorrenza da celebrare. Da festa derivano festività e festeggiamento.

 

Pertanto, interpretando etimologicamente e in senso stretto, la festa delle donne, questo 8 marzo dovrebbe rappresentare un giorno celebrativo in cui il genere femminile riposa e viene acclamato. Così non è perché raramente una “femmina” conosce riposo, quasi mai può delegare le sue responsabilità anche solo familiari e raramente riesce a ritagliarsi spazi di assoluto relax.

Le ragioni storiche della commemorazione dell’ 8 marzo sono note a tutti: si vuole ricordare un percorso di emancipazione a cui il genere femminile è arrivato con fatica e anche a costo della vita. Abolire la festa della donna non vorrebbe dire negare i sacrifici di chi ha combattuto per affermarsi e conquistare un rilievo sociale, significherebbe, all’opposto rivendicare un’uguaglianza non più solo formale.

Il 25 marzo del 1911, divampò un incendio in una camiceria di New York, la “Triangle”. Le fiamme causarono la morte di 146 operai di cui 129 donne. Secondo molti storici la festa della donna si ispirerebbe a questo dramma del lavoro femminile perché le conseguenze mortali del rogo portarono alla riforma della legge del lavoro assicurando maggiori diritti alle lavoratrici.

 

Abolire la festa della donna significherebbe mettere fine agli spogliarelli maschili nei locali animati da donne che hanno scordato o nemmeno conoscono il rogo della camiceria di New York, e questo già sarebbe un bene!

La festa delle donne oggi sembra in aperto contrasto con gli ideali che la animano (o dovrebbero animarla): in ragione della parità dei diritti e della piena uguaglianza la donna non ha bisogno di “scimmiottare quegli stessi atteggiamenti del maschio che di norma critica”.

abolire la festa della donna

Abolire la festa della donna equivale ad affermare un dissenso: da donna, madre e compagna, io non voglio essere amata, ricordata e considerata in un singolo frangente isolato dal resto. La donna ha il diritto e il dovere sociale di essere valutata anche e sopratutto al di fuori delle ipotesi convenzionali.

E’ donna degna di rispetto quella che dice No, quella che si fa carico di responsabilità “storicamente” maschili, quella che diventa “genitore solo” quando un matrimonio si rompe, quella che scardina le tradizioni e esce da schemi sociali e familiari, quella che sceglie di lavorare nonostante i carichi e gli impegni familiari, quella che combatte per essere madre e cellula produttiva della società.

abolire la festa della donna

L’uguaglianza e la parità tra generi non sono concetti aleatori, rappresentano, piuttosto, il risultato di un sistema sociale che si rappresenta nei fatti: di fatto le donne continuano a faticare per affermare se stesse nel mondo del lavoro e nel sistema sociale sono le prime ad essere oggetto di discriminazione quando all’interesse produttivo si affianca quello familiare.

Eliminare la festa della donna potrebbe rappresentare un passo in avanti verso la parità e il rispetto del valore assoluto del genere femminile, anche in ragione del fatto che imporrebbe a tutti una considerazione: la donna non merita celebrazioni “assolute” ma merita un assoluto rispetto.

Uno dei mali sociali a cui tutti noi ci lasciamo andare ogni giorno è la “massificazione del pensiero” per cui tendiamo ad adattarci al comune sentire e finiamo col fare quello che tutti fanno.

 

Oggi non ci sarà angolo di strada che non sarà giallo di mimose, da giorni non c’è magazzino che non inviti a regalare qualche cosa alle donne ma fino a ieri sera è stato concesso pretendere la cena in tavola, la camicia stirata, la formale buona condotta della moglie e della fidanzata come se l’adesione a uno stereotipo potesse ben andare d’accordo col fiore che le porterà oggi l’uomo. Direi che c’è molto molto su cui riflettere!



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