So che molti di voi, come me del resto, appena sentono parlare di abusi su minori non vogliono neppure continuare ad ascoltare, rifiutando l’idea stessa che possano esistere.
Eppure bisogna forzarsi un po’ per accettare una realtà che fa orrore e proprio per riuscire a debellarla e a non permettere più che possa esistere per annientare altre giovani vite, diffondendo questa e altre testimonianze che toccano il cuore spezzandolo.
Abuso su minori, la testimonianza di una ragazza
Molte vittime di stupri hanno raccontato che avrebbero preferito morire piuttosto che continuare a vivere in condizioni di abuso, spesso diventano persone autolesive, si fanno del male per punirsi, punire il loro corpo che, secondo la manipolazione perpetuata dal loro aguzzino, è la causa di tutto.
Spesso vogliono punire il loro corpo perché si accusano di non riuscire ad uscire dalla situazione in cui si trovano, non riescono a denunciare, a parlare.
L’abile manipolatore che sta loro accanto si fa forte nel dire che è colpa loro, che nessuno crederebbe alle loro parole e che forse pur credendovi, sarebbero loro a subirne gli effetti, a essere “sgridati”.
Abuso su minori: un inferno dentro
Una giovane ragazza di 18 anni ha il coraggio di denunciare ciò che le è accaduto e ha aperto una pagina Facebook per raccontare ciò che le è accaduto.
Questa testimonianza ha un duplice scopo: riuscire a perdonare se stessa, accettando e superando ciò che è successo e far sentire altre ragazze, nella sua stessa condizione, meno sole, meno mosche bianche.
Quello che emerge infatti dalle sue parole è soprattutto l’idea di non riuscire a parlare perché ci si sente in una trappola che se si cerca di spezzare si ritorce contro loro stesse. Micaela grida a gran voce che non è vero: bisogna parlarne!
La speranza di Micaela: fermare l’abuso su minori
Nella sua pagina “Per un’infanzia senza sofferenza” , Micaela parla di sé e invita tutte le ragazze a farlo, a non vergognarsi.
Racconta di chiamarsi Micaela Rodriguez di aver compiuto 18 anni il 20 ottobre 2016 e di vivere a Buenos Aires, Argentina.
Il padre ha abusato di lei da quando era piccola, adescandola con dei peluche e facendola “giocare”. Migliaia di volte lei ha buttato i suoi peluche sperando innocentemente che lui non tornasse più a tormentarla.
All’inizio non ha parlato per paura di essere giudicata.
Poi dice: “Così giovane non posso aiutare come vorrei, posso solo dire a tutti i sopravvissuti che non tacere, mi è costato molto capirlo. Ma noi non abbiamo avuto colpa e la vergogna la deve avere tutta il nostro aguzzino, non noi! Ecco perché mi gioco la faccia e dico a tutti voi che se sapete qualcosa non voltatevi dall’altra parte!”
“Sarò eternamente grata con la mia scuola per avermi aiutato a denunciare.”
L’abuso su minori: il racconto di Micaela
Il racconto di Micaela sull’abuso su minori subito per tanti anni potrebbe essere simile a migliaia di altri purtroppo, lo schema seguito è infatti spesso il medesimo.
Un copione tristissimo e orrendo che molti bambini si trovano, loro malgrado, a dover recitare.
Come sul suo stesso blog inizia a raccontare questa ragazza fin da quando ha 17 anni, da sempre ha sentito il desiderio di scrivere ciò che le succedeva e ora ha finalmente trovato il coraggio di farlo.
“Sono sopravvissuta agli abusi sessuali da parte di mio padre fin da piccolissima, non so neppure quando ha iniziato esattamente, credo quando avevo circa 4 anni.”
“Mi sentivo in colpa perché il mio aggressore diceva che anche a me piaceva ma non era vero. Non volevo dirlo a mia madre, perché secondo lui si sarebbe arrabbiata con me.”
“La mia mente ha nascosto molte cose a me stessa ma poi, pochi mesi fa (la ragazza aveva allora 17 anni n.d.r.) ho iniziato a parlare di abusi su minori con mia mamma e poi con un terapeuta a scuola, i problemi hanno cominciato ad emergere, ricordi, incubi…”
Come Scoprire gli Abusi Tramite i Disegni
“Ho iniziato a parlare con altre persone che avevano vissuto tutto questo, non ero sola, non ero l’unica che si sentiva in quel modo!”
“Ho cominciato a scoprire il passato di cui non volevo parlare, poi ho iniziato ad analizzare i miei comportamenti infantili, i miei disegni, il mio modo di essere…”
“Sono sempre stata estremamente timida e scoprivo che avevo una ragione, non mi sentivo un’adolescente “normale”.