L’ingenuità dei bambini a vote ci strappa più di un sorriso, anche quando a volte, a loro discapito, succede che abbiano paura di qualcosa di insignificante o che a noi non desta nessun tipo di preoccupazione.
Ricordo che mio figlio, ad esempio, si spaventava moltissimo con un piccolo giocattolo che, una volta premuto un pulsante, si metteva a suonare una musichetta tipo carillon. Ebbene, lui invece che esserne attratto o addirittura tranquillizzato come poteva succedere a molti, ne era terrorizzato e iniziava subito a piangere e a volerlo allontanare.
In questo video vediamo una bambina spaventata da una cosa assolutamente normale ma che, nella sua fantasia, assume proporzioni spaventose.
Bambina spaventata dall’ombra della mano della mamma
I bambini piccoli a volte si spaventano per rumori improvvisi, alcuni non tollerano le sirene delle ambulanze, altri piangono al trillo del citofono, altri ancora per un animale innocuo anche a distanza o un insetto.
Le paure di questa età rimangono spesso incomprensibili perché il bambino non è sempre capace di verbalizzarle o anche solo di spiegarle. Non è facile far comprendere che spesso si tratta solo di sagome o di peluche o anche solo di cartoni animati.
Per il bimbo è tutto estremamente reale. Fa parte della sua natura ancora proiettata nel campo immaginativo, che è la stessa natura che, magicamente, gli fa sembrare plausibile sentire animali che parlano o macchine che volano nei cartoni animati, assumere i ruoli più disparati e trasformare un filo di lana in una corona principesca.
Una bambina spaventata per un’ombra è qualcosa di perfettamente iscrivibile nella normalità dell’età
Il bambino non ha ancora ben chiare le differenze tra realtà e fantasia, alcuni concetti astratti non sono per lui afferrabili e li trasporta subito in un mondo estremamente concreto.
Se il concetto di astrazione non è per lui familiare, allo stesso modo non lo sarà il concetto contrario: qualcosa di fantasioso è per lui reale.
Bambina spaventata dall’ombra della mamma
Succede così che, casualmente, una piccola bimba di pochi mesi, seduta sul pavimento, viene terrorizzata da una banalità.
La mamma, che è seduta vicino a lei, sta guardando la televisione e, per un gioco di luci, proietta l’ombra della sua mano sul pavimento.
Basta un attimo e la bambina vede avvicinarsi un “terribile mostro oscuro” che cerca di prenderla. Non riesce a realizzare la bidimensionalità dell’ombra né può darne una spiegazione scientifica, le fa paura e basta.
La bambina spaventata scoppia in un pianto inconsolabile e la mamma cerca, in un primo tempo, di consolarla e di farla giocare con il “mostro”, ma nulla sembra aiutarla.
La bimba vede una cosa che punta contro di lei, non riesce a comprendere la relazione tra la mano della mamma che si muove e l’ombra che vede. Ad un certo punto cerca anche di scappare da quest’arma puntata contro di lei e cerca con lo sguardo la mamma che la protegga.
Non viene consolata dal fatto che pare che quella cosa voglia solo farle il solletico ai piedini, il mostro è solo da evitare.
Certamente la scena ci strappa un sorriso, senza nulla togliere alla dignità della bambina, anzi, è anche il sorriso di chi si rende conto che nell’età adulta bisogna spesso combattere con mostri diversi e quelli di allora erano, in fondo, davvero divertenti.
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