Il bambino nella pancia sente voci, suoni e rumori. A partire dalle 15 settimane di gravidanza la struttura del suo piccolo orecchio è tale da ricevere percezioni uditive e reagire ad esse.
Perciò, quando parli al tuo bambino o gli fai ascoltare della musica, il piccolo avverte le sue prime percezioni sensoriale di suono.
Queste prime percezioni sensoriali uditive che il bambino sperimenta altro non sono che risposte neurologiche alle vibrazioni del suono:
la tua voce, la musica, la voce del papà sono onde che passando attraverso il liquido amniotico, dolcemente e flebilmente si abbattono sulle piccole ossicine dell’orecchio del feto e le fanno vibrare. Le vibrazioni delle ossicine interne all’orecchio si trasmettono al cervello e stimolano la percezione del suono. Più parli a tuo figlio o più gli fai ascoltare della musica più lui riconoscerà i suoni e presterà attenzione ad essi memorizzandoli.
Sulla base di queste premesse, cerchiamo di chiarire come e cosa sente il feto nella pancia della mamma.
I bambini nella pancia percepiscono i suoni, sono capaci di distinguere la voce della madre, riconoscono le diverse sensazioni acustiche, sebbene ovattate dal liquido amniotico, e ne percepiscono l’intensità e la natura. Tutto questo si rende possibile all’incirca a cavallo tra il terzo e il quarto mese di gestazione.
Il bambino nel grembo materno cresce e sviluppa il proprio corpo, progredisce fisicamente accrescendo arti, muscoli e organi, ma progrediscono anche i sensi del bebè e con essi l’udito. In modo particolare, l’udito pretende un progresso osseo-strutturale dell’orecchio come un progresso neuronale del cervello.
A 15 settimane le percezioni uditive del bambino sono tali da renderlo già sensibile al suono e capace di affinare l’ascolto sino al riconoscimento di voci e rumori familiari.
Dire che il bambino nella pancia sente equivale a riconoscere al bebè lo sviluppo di una capacità sensoriale che certamente va stimolata sin dalla gestazione.
A questo aspetto “fisico” dello sviluppo del bambino consegue, però, anche altro in punto di sviluppo emotivo.
Il bambino nella pancia sente, avverte le voci, ascolta la musica, distingue i rumori; stimolare la sua percezione sensoriale uditiva ha più positive ricadute sullo sviluppo del bambino, sulla sua sfera delle emozioni e persino sul suo adattamento al mondo esterno una volta che sarà nato.
Mamma parla al tuo bambino; fagli ascoltare della musica, preferendo musica classica; invita tuo marito a parlare alla pancia; leggete delle favole per il vostro bebè (preferendo filastrocche semplici e testi ripetitivi), anche se non è ancora nato lui vi ascolta.
E’ comprovato che parlare al bambino aiuti non solo il piccolo a diventare è più reattivo agli stimoli ma sostenga anche il rapporto madre – figlio riducendo persino lo stress nella mamma.
Da un punto di vista di sviluppo neurologico del bebè, un dato deve essere chiaro: le stimolazioni uditive pre nascita non rendono il bambino più intelligente, ma certamente lo rendono più sensibile agli stimoli e quando sarà nato si dimostrerà più pronto a rispondere ad essi (in una parola sola il bebè sarà più reattivo).
Il bambino nella pancia sente le voci, i suoni e i rumori, qual è la ricaduta emotiva di ciò?
la voce della mamma ha benefici effetti sullo sviluppo del bambino da un punto di vista emotivo: è calmante, è rassicurante, è avvolgente. Il bambino che già durante la gestazione abbia vissuto un rapporto dialogante con la mamma riconoscerà nella voce materna una delle sue prime sicurezze e ciò favorirà l’adattamento alla vita extra-uterina.
Fuori dal ventre, per quanto più chiari, i suoni familiari, come le voci di mamma e papà, saranno per il bambino memoria della vita intrauterina, le ricorderà e le riconoscerà riuscendo, grazie a queste voci, a trovare la calma, la sicurezza e il conforto che grandemente gli serviranno nell’adattamento al mondo esterno.
Dire che il neonato riconosce le voci che ha sentito nella pancia della mamma equivale anche a riconoscere che le capacità uditive in gravidanza non sono fini a se stesse: il feto “riflette” su ciò che sente, lo metabolizza, si emoziona e fa esercizio di memoria e di attenzione.
In psicologia l’ attenzione è spesso paragonata ad un imbuto nel quale cadono molte cose per poi essere filtrate, come il liquido che scorre nel tubichino di un imbuto. Il filtraggio avviene sulla base del loro grado di interesse: nessuno, nemmeno un adulto, può prestare attenzione a tutti gli stimoli del mondo esterno, sin dal grembo materno impariamo a concentrare la nostra attenzione su qualcosa di specifico.
L’attenzione è una importante attitudine che concorre alla comprensione e alla memorizzazione. Parlando alla vostra pancia renderete il bebè più pronto a recepire gli stimoli, a concentrarsi su essi e a conservare memoria dei suoi apprendimenti.
L’atto d’amore di parlare alla pancia, visto in quest’ottica, è uno dei primi gesti di amorosa educazione del bebè.