Il dado è tratto e forse segnerà una nuova epoca per la presa di posizione nei confronti dei vaccini.
Il Ministero è sempre stato a favore delle campagne vaccinali ma l’obbligo della vaccinazioni era decaduto nel 1999, dopo che per trent’anni, e cioè dal 1967, era invece indispensabile per l’iscrizione. Fino ad oggi era possibile iscriversi a scuola anche per i bambini le cui famiglie non volevano aderire ai vaccini, per le più disparate ragioni e a sotto propria responsabilità. Ora invece pare che si stia andando verso la direzione contraria ovvero solo bambini vaccinati in asili e nidi.
Solo bambini vaccinati nelle scuole
L’Emilia Romagna è la prima Regione ad aver varato una legge sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido e le materne, fino ad ora da diversi anni a questa parte, dal 1999, si era fatto valere il diritto dei genitori di decidere se aderire o meno al piano vaccinale ribadendo la loro autonomia e accessibilità all’istruzione.
Per ora se anche il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami.
Già nel 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale viene emanata la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione che seguiva sentenze della magistratura dove si sanciva il reintegro alla frequenza scolastica alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 poi, un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettività, tutto sembrava ribaltarsi nuovamente.
Ma poi, nel maggio ’98, in definitiva, arriva la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami al pari dei bambini vaccinati.
Ora questa situazione sembra cambiare nuovamente: dopo più di 15 anni si dibatte oggi sull’ipotesi di tornare alla obbligatorietà dei bambini vaccinati per poter essere ammessi almeno a scuole materne e nidi.
Complici di questo obiettivo sono sia il calo delle vaccinazioni sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, e cioè del 95% della popolazione, sia la recrudescenza e il ritorno di alcuni focolai epidemici, tra cui l’ultimo sul meningococco.
Dunque se anche fino ad ora si utilizzava impropriamente il termine “obbligatorie” e “facoltative” rispetto alle vaccinazioni, è possibile che invece si ritorni a parlare di effettiva obbligatorietà vincolante.
Solo Bambini Vaccinati all’asilo e al nido: i casi di Emilia Romagna e Toscana
La prima Regione italiana dove è stato emanato un provvedimento per rendere obbligatorie le vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido è stata l’Emilia-Romagna. La norma introduce come requisito d’accesso ai servizi “l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”, e quindi aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B per intenderci.
Emilia Romagna: Solo Bambini Vaccinati negli Asili Nido e Scuole Materne
In Emilia-Romagna la copertura vaccinale si attesta intorno al 93,4% nel 2015 dopo essere scesa al di sotto di quella richiesta nel 2014, quando arrivò al 94,5%.
Sulla scia dell’Emilia Romagna si è mossa anche la Toscana. L’assessore alla sanità Saccardi ha dichiarato:
“Quella dell’Emilia è una buona idea, anche noi stiamo ragionando sul divieto di iscrizione al nido per i bambini toscani che non sono stati vaccinati…vogliamo percorrere la strada dell’Emilia.”
Intervenire sull’obbligatorietà solo di nidi e asili permetterebbe di tenere a bada la fascia più debole e di aggirare un ostacolo burocratico costruito negli anni perché, al momento, renderli obbligatori anche alla scuola dell’obbligo comporterebbe una nuova legge a parte per risolvere il contrasto tra diritto alla salute e diritto all’istruzione. I nidi però non rientrano nella scuola dell’obbligo, quindi le Regioni hanno maggiori margini di intervento, almeno per i vaccini obbligatori.
Il ministero della Salute appoggia intanto completamente la scelta della Toscana di vietare l’accesso ai nidi e alle scuole materne ai bambini non vaccinati.
Permane la necessità di sottolineare che non si sono presentate situazioni di allarme preoccupante ma solo sollecitata premura nel voler sottolineare la vaccinazione come un ottimo strumento di protezione sia individuale sia collettiva.
Il Ministero è assolutamente favorevole dunque a questa posizione, tant’è che questa misura era già stata presa in considerazione nella bozza di nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019 quando venne approvata dal Consiglio Superiore di Sanità a giugno 2015.
Niente di allarmante dunque ma in linea con considerazioni già fatte ed ampiamente dibattute. Questo fa però presagire che molte altre regioni prenderanno provvedimenti similari.