Il raffreddore non è di per sé una patologia preoccupante ma per i neogenitori, sentire il bimbo raffreddato, con il naso chiuso, respirare magari non perfettamente tranquillo, sono fonti incredibili di stress e angoscia.
Ci si raffigura sempre i peggiori scenari apocalittici che vedono trasformarsi un raffreddore in broncopolmonite e si vede il bambino sofferente e lamentoso, si vorrebbe far di tutto per aiutarlo. Purtroppo il raffreddore nei neonati ha un’incidenza abbastanza alta ed è un evento che spesso succede e bisogna affrontare.
E se sentissimo un’affermazione del genere:
Raffreddore neonati? Non esiste!
E ad affermarlo fosse un famoso pediatra, cosa ne penseremmo?
Raffreddore neonati, esiste davvero?
Vincenzo Calia è un noto pediatra specializzato all’Università di Firenze e laureato in statistica sanitaria all’Università di Roma dove vive e lavora come pediatra di famiglia, membro dell’Associazione Culturale Pediatri.
Questo pediatra ha elaborato un’interessante teoria secondo la quale il raffreddore neonati non esiste per davvero.
Benché moccioso sia sinonimo di bambino, partendo dall’immagine di un bimbo con il naso perennemente pieno di moccio sgocciolante, il dottor Calia smonta tutti gli annessi e connessi relativi a questa patologia in età neonatale.
Si tratta poi di tutto quello spettro delle ben temute “Infezioni delle Vie Respiratorie Superiori”, piccole malattie, come il mal di gola e il raffreddore, che sono molto comuni tra i bambini.
Consideriamo che, nei bambini, l’apparato respiratorio che dal naso va ai polmoni può essere paragonato ad un albero, ha un tronco principale che si divide in rami (i bronchi) e termina in un’infinità di foglie (gli “alveoli polmonari”), è dunque come un albero rovesciato che inizia in alto e ha le foglie in basso e può essere colpito da mille malattie piccole e grandi.
Se questi problemi interessano il tronco, ovvero la parte alta dell’albero rovesciato, sono meno pericolose, sono le cosiddette “infezioni del tratto respiratorio superiore”, sotto tale dicitura ritroviamo le malattie “minori”, per così dire, le meno pericolose.
Nei neonati le malattie da raffreddamento sono molto più diffuse per vari motivi: a questa età gli anticorpi a disposizione sono pochi e molte sono le occasioni di incontrare dei microrganismi (virus soprattutto) capaci di dare piccole infezioni, visto i contatti con posti esterni affollati o comunitari come il nido.
A volte il raffreddore è comunque fastidioso per i suoi mille sintomi, lo è per noi, immaginiamo per un neonato che non sa darsi ragioni se non quelle di stare bene e subito!
Il bambino impara a difendersi ammalandosi: ogni raffreddore, ogni colpo di tosse, ogni starnuto significano un po’ di anticorpi in più che si accumulano nell’organismo per costruire le sue difese immunitarie,.
Raffreddore neonati: non esiste! Questa la conclusione di un noto pediatra
Il dottor Calia sostiene che, da qualche decennio, si è sempre più diffusa la moda di lavare il naso con dell’acqua salina.
Di fatto si è amplificato un effetto a volte fisiologico del bimbo che, per immaturità meccanica della pulizia del naso, spesso respira facendo rumore, soprattutto dormendo, ciò viene spesso erroneamente interpretato dai genitori già come una sindrome da raffreddore sulla quale bisogna intervenire subito.
Secondo il pediatra però il tutto sarebbe nato per una mera questione di marketing, ovvero, prima sarebbe stato inventato il prodotto da distribuire a livello casalingo (nella fattispecie le fialette monodose di acqua fisiologica o aspiratori nasali di vario tipo) e poi è stata creata l’esigenza del loro uso e il target di acquirenti.
La soluzione fisiologica è sempre esistita, in genere è confezionata in flaconi da un quarto di litro o mezzo litro e la si adopera soprattutto per veicolare, in ospedale, i farmaci nelle flebo.
Può ovviamente essere anche utilizzata per pulire le mucose (occhi, bocca, naso, …) quando sono piene di fastidiose secrezioni, no è una cosa che faccia male ma spesso se ne abuso al primo piccolo sintomo, spesso totalmente fisiologico.
Questa almeno la teoria del dottor Calia.
Si è è pensato poi, per renderla più affascinante e giustificarne i costi alti, in relazione alla vendita a litro, di confezionarla anche in piccole bottigliette di plastica monodosi, da vendere in pacchetti da 10 o più bottigliette.
“Da quel momento i neonati hanno cominciato a essere tutti raffreddati. Ma che combinazione!” Sostiene il dottor Calia.
Spesso vengono anche inseriti campioni omaggio in riviste specializzate o nei cofanetti consegnati alle puerpere al reparto di maternità.
Obiettivo secondo il professor Calia: convincere tutti a usare quante più bottigliette possibile quando invece il raffreddore neonati non esiste!
Viene pubblicizzato che le fialette monodose così vendute siano sterili ma la cosa buffa, spiega Calia, è che ciò ha poco senso dal momento che le mucose pullulano di germi di ogni tipo.
Il raffreddore inoltre è una malattia ben conosciuta e diffusa che è stata adattissima per veicolare questa operazione di marketing, così definita dal Calia.
I margini di guadagno che derivano dalla vendita di acqua salina in confezioni monodose ha un prezzo carissimo se ci pensiamo, molto più dello champagne, quando invece è semplice acqua di fonte con sale.
Dunque in buona sostanza cosa sostiene il pediatra: attenzione perché si è creata forse un’esigenza spropositata rispetto al normale di inondare i piccoli con soluzioni fisiologiche che certamente non fanno male ma sono spesso perfettamente inutili perchè spesso il raffreddore neonati non esiste.
Rimedi Naturali per il Raffreddore nei Bambini
Fonte: Grillipediatria