Quando si diventa mamme ci si trasforma in un certo qual modo in un facile bersaglio di consigli non richiesti e spesso inappropriati, di giudizi e di critiche fatte da amici e parenti ma soprattutto da parte di altre mamme che si ritengono superiori in tutto e per tutto.
Non esistono motivi ben precisi, qualunque cosa fai, qualunque siano le tue scelte o le tue decisioni prese al solo scopo di educare e crescere al meglio i tuoi figli non sarà mai abbastanza per coloro che ti mettono costantemente sotto una lente d’ingrandimento per analizzarti e studiarti neanche fossi una cavia da laboratorio.
Per non parlare di quelli che, al pari degli avvoltoi, ti gironzolano intorno nell’attesa che tu commetta un solo piccolo errore dando loro un’occasione per poterti mettere alla gogna.
Parto, allattamento, svezzamento, vestiario, educazione, giochi, punizioni finanche mandare un figlio al nido, insomma ogni occasione è buona e sfruttabile per farti sentire meno mamma.
Col tempo ho imparato a farmi scivolare tutto addosso, compresi i sensi di colpa provati quando ho iscritto mio figlio all’asilo nido.
Mandare un figlio al nido: mamme non sentitevi in colpa!
La scelta di mandare un figlio al nido è un argomento molto dibattuto tra le mamme. Da un lato vi sono le mamme casalinghe che lo ritengono superfluo in quanto preferiscono accudire personalmente i propri piccoli, dall’altro vi sono le mamme lavoratrici che lo vedono come una scelta obbligata, soprattutto se non godono dell’aiuto dei nonni.
E poi ci sono io (ma per fortuna non sono la sola) che, pur non rientrando all’epoca nella categoria delle lavoratrici, ha scelto per il proprio bambino l’asilo nido subendo le critiche di chi non ha mai compreso in pieno la mia decisione ed ha cercato di accentuare i miei sensi di colpa.
Ci tengo a chiarire innanzitutto che mandare un figlio al nido è una scelta che qualunque mamma effettua solo dopo aver vagliato tutte le opzioni possibili, una decisione sofferta che la porta a sentirsi in colpa, arrivando addirittura a pensare di aver “abbandonato” il proprio bambino.
Solo il tempo, i progressi e la serenità del bambino potranno attenuare le sue paure e fare in modo che madre e figlio raccolgano finalmente i frutti di tale scelta.
Mamme ecco perché vi dico di non sentirvi in colpa se decidete di mandare un figlio al nido, anche se gli altri faranno di tutto per farvi sentire meno mamma.
Prendersi cura di un bambino è un compito impegnativo e dovrebbe essere svolto quando si è nel pieno delle forze, sia fisiche che mentali.
La stanchezza, lo stress e il nervosismo di una mamma si ripercuotono sul figlio che, forte di quel legame empatico che li unisce, a lungo andare potrebbe arrivare a percepire l’ambiente di casa come un luogo ostico ed ostile.
Al contrario di quanto si possa pensare, mandare un figlio al nido può essere interpretato dalla mamma e dal figlio non come un’interruzione del loro legame bensì come un aiuto per accrescere le loro individualità che, se coltivate in modo adeguato, arricchiranno ancor più la loro unione.
Questo potrà sembrarvi il discorso di un folle, convinti che l’amore si coltivi solo stando insieme, sempre e comunque, ma per molti non è così.
Amare significa anche lasciare agli altri i propri spazi e, nel contempo, prendersi i propri per non annullarsi in virtù di coloro a cui vogliamo bene.
Mandare un figlio al nido, anche solo per poche ore o per determinati giorni alla settimana, può essere per la mamma non lavoratrice un’occasione per riscoprirsi come individuo che necessita dei suoi spazi.
Mamme, non abbiate paura di desiderare anche solo un’ora tutta per voi, ciò non vi rende meno mamme, anzi vi renderà migliori perché una mamma felice è ciò che rende un bambino felice.