Tutte le mamme del mondo si chiedono se raccontare ai bimbi di Babbo Natale e delle leggende a lui collegate sia proficuo oppure no? E tutti i genitori si interrogano sull’età in cui sia giusto che un bimbo smetta di confidare in quest’antico e suggestivo racconto?
Le madri e i padri montessoriani, in modo particolare, sono chiamati ad armonizzate il comandamento della verità con la dolce bugia del vecchio buono e dalla bianca barba.
Raccontare ai bimbi di Babbo Natale è sbagliato? Fa loro male crede che esista un vecchio dal vestito rosso, una fabbrica di giocattoli animata da elfi e una slitta trainata da renne magiche?
I bambini possono vivere come un inganno la disillusione del Natale? Quando scopriranno che non esige affatto il vecchietto dalla barba bianca e dal vestito rosso che vola riempiendo il mondo di doni in una sola notte, i figli soffriranno e rimarranno delusi per le bugie dette da noi genitori?
Maria Montessori sosteneva che i bambini vanno educati alla verità e vanno instradati in modo da gestire le conoscenze e le consapevolezze in maniera reale, oggettiva e non travisata.
I bimbi non vanno ingannati! Questo il presupposto educativo del metodo montessoriano e questa la difficoltà di orientare detto metodo con l’esigenza di raccontare ai bimbi di Babbo Natale.
Raccontare ai bimbi di Babbo Natale è di fatto un’esigenza perché la figura fantastica del vecchietto con la bianca barba è un simbolo natalizio ovunque presente e sempre imperante.
Spesso si confonde la verità con la necessità di non strumentalizzare la fantasia. Questa distinzione è importante, probabilmente segna il limite di buon senso da non travalicare per rimanere genitori montessoriani senza ingannare il bambino, senza tradirne la fiducia e senza ingenerare nel piccolo alcuna delusione.
Facciamo una premessa importante: le favole fanno bene ai bambini, a tutti i bambini del modo e fanno bene persino agli adulti, nonché al rapporto genitore-figlio. Ma rispetto ad ogni racconto, e anche rispetto a ogni essere umano, vale una regola:
la fiaba è catartica e positiva nella misura in cui è usata come un’arma di gioia per comprendere la vita, per esemplificarne i sentimenti e per stimolare la positività.
Negli istituti montessoriani la risposta alle domande su Babbo Natale non è univoca: ci sono scuole montessoriane in cui l’arrivo di Papà Natale viene festeggiato e altre in cui si predilige il presepe come raffigurazione di un evento storico-religioso.
In realtà, rispetto all’esigenza di raccontare ai bimbi di Babbo Natale, il vero spartiacque sta nella distinzione tra la fantasia positiva e la strumentalizzazione della stessa.
Raccontare ai bimbi di Babbo Natale non è cosa diversa dal raccontare loro una fiaba, tuttavia è innegabile che è cosa errata e da evitare una strumentalizzazione delle figure fantastiche fatta per coartare il bambino oppure per costringerlo o indurlo ad un comportamento non metabolizzato.
In questo senso è lontano da ogni educazione alla libertà e alla verità pronunciare frasi del tipo:
“Fai il bravo, altrimenti Babbo Natale non viene”,
“Se non mangi tutto, Babbo Natale non ti porta i regali”.
La fantasia è parte dell’educazione del bambino e deve evolvere con lui, questo non significa ingannare il piccolo. Al contrario è un modo per ispirarlo al bene e alla positività.
Dire al Bambino che Babbo Natale NON Esiste, Qual è l’Età Giusta?
Se raccontare ai bimbi di Babbo Natale è proficuo nella misura in cui divenga un racconto di bene e amore, è altrettanto vero che i bambini (quando saranno pronti) debbono essere messi in condizione di smettere di credere al vecchio dalla bianca barba .
Alle domande dei bambini più grandi si deve pian piano rispondere con sincerità instradandoli alla comprensione.
Quando il bambino capisce che Babbo Natale è una positiva leggenda per bimbi piccoli e ne comprende il risvolto etico e morale, ovvero l’ispirazione all’amore, non soffre delusione ma gioisce di essere divenuto egli stesso un portatore di questa leggenda e un testimone dell’amore del Natale.