Inizio scuola materna ed inserimento all’asilo: a che età il bambino è pronto per affrontare il primo anno di scuola dell’infanzia?
L’obbligo scolastico riguarda i bambini ed i ragazzi tra i 6 e i 16 anni. Questi giovani devono frequentare obbligatoriamente la scuola.
Tuttavia l’esperienza, la pedagogia e la psicologia infantile ci insegnano che i bambini tra i 3 ed i 6 anni hanno bisogno di socializzare, di confrontarsi con i loro coetanei ed, inoltre, posseggono tutte le competenze e le capacità cognitive e relazionali per incominciare un percorso scolastico e formativo che li introduca al mondo della scuola e li accompagni sino alle elementari; in ragione di ciò che è auspicabile che ogni bimbo tra i 3 ed i 6 anni frequenti la scuola dell’infanzia, l’asilo o la materna (come si chiamava una volta)
Per quanto riguarda la Scuola dell’infanzia (ex materna), possono essere ammessi i bambini che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2011, o in via eccezionale entro il 30 aprile 2012.
I piccoli studenti che compiono gli anni entro il 30 aprile 2012 anticipano l’ingresso a scuola rispetto agli altri, si chiamano “anticipatari”. A volte la loro piccola età si “svela” in atteggiamenti tenerissimi di attaccamento ai genitori, si nota che sono i “pulcini” più piccoli del gruppo e si caratterizzano per la loro evidente “fragilità”.
Inizia la scuola: come comportarsi con questi bambini anticipatari? Come valutare se il bimbo è pronto a frequentare l’asilo malgrado abbia meno di tre anni? Come capire se il piccolissimo scolaro è pronto ad essere inserito in una prima classe della scuola dell’infanzia?
Abbiamo posto queste domande allo psicologo di Vita da Mamma, il Dottor Giuliano Gaglione, qui di seguito il suo esame del problema ed i suoi preziosi consigli pratici:
Evoluzione infantile: un incantevole processo che desta gioia e meraviglia agli occhi di chi osserva con ammirazione una piccola creatura che pian piano inizia ad esplorare la realtà emozionandosi per le sue minime ma grandi scoperte.
Questa amorevole sintesi di conoscenza ed emozione scandisce le lancette di una vita che sboccia e che comporta per gli adulti speranze, aspettative ed un senso di amore infinito verso quel piccolo angelo, al punto tale che già qualche tempo prima della sua iscrizione alla scuola dell’infanzia si iniziano a valutare i suoi aspetti cognitivi ed emotivi per capire se c’è la possibilità di inserirlo in anticipo in quel contesto educativo.
Innanzitutto un elemento importante su cui mi soffermerei riguarda il livello di attaccamento alla famiglia, nel senso che è importante che i genitori valutino come il piccolo reagisca sia all’idea sia all’allontanamento da essi stessi per un lasso di tempo definito.
Una volta che la scuola accetta la presa in carico di un bambino, è necessario che tale istituzione gli fornisca tutti gli elementi necessari affinchè si sviluppi da un punto di vista educativo, psicologico, cognitivo e relazionale; pertanto il passaggio dal nucleo familiare a quello scolastico non deve rappresentare per il bambino una fonte di eccessivo stress poiché affronterebbe in maniera poco tranquilla le giornate con le maestre ed i compagni e nutrirebbe dispiacere ed un pizzico di rancore nei confronti dei genitori i quali lo hanno “abbandonato” in un altro posto. A tal proposito è assolutamente opportuno che la famiglia spieghi che, anche se a volte in “anticipo rispetto ai tempi”, la scuola rappresenta per i bambini un punto di crescita, di socializzazione e dunque di benessere e che prepara gli stessi a “diventare adulti”.
Decidere se inviare o meno anticipatamente un bambino a scuola è un discorso abbastanza complesso in quanto questa scelta potrebbe comportare sia limiti che vantaggi: per quanto riguarda i primi può capitare che non ci sia stata una valutazione dettagliata di tutte le caratteristiche cognitive, emotive e relazionali del bambino, il quale non riesce ad amalgamarsi con il gruppo classe e con le insegnanti e per tal motivo si potrebbe pensare di fargli ripetere l’anno. Tale decisione provocherebbe nell’infante un disagio non indifferente sia perchè egli si rende conto che l’anno successivo i suoi ex compagni di scuola frequenteranno una classe superiore alla sua, sia perché conoscere ed ambientarsi nuovamente in un ambiente sconosciuto non è un compito facilissimo.
Volendo considerare i vantaggi dell’inserimento scolastico anticipatario si può optare per questa scelta nel momento in cui il bambino sia desideroso e pronto per conoscere ambienti nuovi anche un po’ prima del previsto; inoltre suonerebbe un po’ prematuro trattare determinati discorsi; tuttavia, se si inviano anticipatamente i piccoli a scuola, essi potrebbero concludere i propri studi circa sei mesi prima e quindi avere ulteriore tempo per dedicarsi al lavoro.
Apro una parentesi riguardante il metodo di trattamento scolastico di questi giovanissimi allievi: c’è da premettere che la scuola dell’infanzia e quella primaria rappresentano una delle più importanti radici per lo sviluppo del giovane, pertanto mi auguro che gli insegnanti operino con i loro allievi nella massima coscienziosità ed io consiglio un trattamento rivolto “in positivo”. Se un bambino commette un errore, sarebbe a mio avviso preferibile che quello stesso sbaglio funga da stimolo per migliorare le sue capacità e non un motivo di rimprovero e severità da parte dei docenti che si traduce spesso o in cattivi voti ( a volte scritti anche a caratteri non proprio minuscoli) sul quaderno o addirittura in volti spazientiti o addirittura rassegnati: i piccoli sono il futuro della nostra società, della nostra cultura, della nostra realtà; sarebbe dunque opportuno che le loro radici fossero salde e non deteriorate.