Anche quest’anno arriva puntuale il virus influenzale che metterà ko moltissimi italiani tra le feste natalizie e gennaio, raggiungendo il picco massimo tra fine gennaio e inizio febbraio.
Bambini e influenza: cosa bisogna sapere soprattutto per questa categoria più fragile che deve essere maggiormente protetta e salvaguardata.
Bambini e influenza: prevenzione
L’influenza 2016 inizierà a colpire pesantemente proprio a ridosso delle vacanze di Natale, quando si fanno più intense anche le occasioni per stare insieme e dunque, inevitabilmente, di diffondere il virus: recite, spettacoli di Natale, compere nei grandi centri commerciali, ritrovi con amici e parenti.
Naturalmente non si può vivere in una campana di vetro e non è giusto che lo facciano neppure i bambini. E’ bene però osservare alcune regole di base per cercare di arginare il fenomeno e prevenirne la diffusione.
Bambini e influenza: è anche consigliabile parlare con il proprio pediatra per valutare l’eventuale somministrazione del vaccino antinfluenzale, possibile dopo i 6 mesi di vita.
Cercate di lavarvi sempre attentamente le mani con acqua e sapone o utilizzare salviettine o gel alcolici antibatterici soprattutto prima di tenere in braccio il bimbo dopo aver avuto contatto con posti pubblici.
Non fatevi problemi di dire garbatamente ad amici e parenti di non manipolare troppo il bambino o nel caso di averne la stessa vostra cura per quanto riguarda l’igiene delle mani ed evitare il contatto con la bocca.
Bambini e influenza: Sintomi
I bambini, come le persone anziane, possono esser considerati soggetti più a rischio, fondamentalmente hanno un sistema immunitario ancora poco maturo e dunque è più possibile che incorrano in complicanze e infezioni secondarie rispetto all’influenza di partenza.
Nei bambini l’influenza l’influenza si distingue da un raffreddore perché ha sintomi più forti e che insorgono molto più rapidamente, sfociando in febbre anche alta, fino a sopra i 39 gradi. Mentre con un raffreddore spesso i bambini sono in grado di esser comunque attivi e vivaci, con l’influenza si abbattono facilmente e notiamo subito un cambiamento nel loro atteggiamento.
E’ proprio la febbre il sintomo che deve essere più attentamente valutato e monitorato, specialmente nei bambini più piccoli e soggetti a convulsioni per un innalzamento repentino della temperatura.
I principali sintomi dell’influenza sono:
- febbre che sale anche in poche ore,
- brividi e tremori,
- cefalea,
- dolori muscolari,
- spossatezza e sonnolenza,
- tosse secca e mal di gola,
- perdita di appetito
Possono esserci episodi che accompagnano la febbre quali: diarrea, vomito, mal di pancia, dolore alle orecchie, occhi rossi e lucidi, dolori muscolari agli arti.
Bambini e influenza: Cosa fare
Rispetto agli adulti, i bambini possono appunto incorrere in rialzi febbrili anche molto elevati, bisogna mantenerli per questo sempre idratati, farli bere è molto più importante di farli mangiare, anzi, in questi casi, per non sovraccaricare e surriscaldare il bimbo, se non se la sente, evitate di insistere sul cibo, recupererà appena si sentirà meglio.
E’ vero che per una mamma un paio di giorni quasi a digiuno rappresentano una tragedia e un calvario psicologico ma obiettivamente non è un pericolo e può, in certi casi, solo giovare.
Non date mai alcun medicinale, neppure da banco, senza aver prima consultato il medico sulla possibilità di farlo e sulla posologia. Non fidatevi del sentito dire, ogni soggetto ha una storia a sé, e nei bambini la posologia, ovvero la dose, è essenziale, si gioca spesso su pochi millilitri o microgrammi in base al peso, dunque non si possono fare le cose “a occhio”.
Per diminuire o tenere a bada la temperatura potete anche attuare piccole spugnature di acqua fresca a polsi e caviglie ma mai ghiacciata per non correre il rischio di uno shock termico importante.
Piuttosto, se la casa è sufficientemente riscaldata, i neonati possono anche rimanere in body e i bimbi più grandicelli in maniche corte, in modo da smaltire più naturalmente il calore dal corpo.
In caso di neonati sotto i sei mesi, bisogna sempre e comunque contattare il pediatra per avere indicazioni specifiche.
Normalmente, i sintomi si mantengono severi per 2-3 giorni per poi diminuire drasticamente ma la sensazione di spossatezza e di minor energia e appetito potrebbero perdurare anche un paio di settimane, non allarmatevi, è un normale decorso.
Fonte: Caringforkids