Sono più di cento le donne che perdono la vita ogni hanno a causa di violenze perpetrate da uomini, un numero troppo alto, laddove anche una sarebbe una di troppo.
Il 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne e come si vorrebbe che questa festa perdesse di senso, che non ce ne fosse più bisogno… Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999 è purtroppo più che mai attuale e necessaria.
Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne
Il fenomeno della violenza sulle donne ha senza dubbio una portata globale travolgente.
Ci si riferisce alle violenze domestiche, si allarga alla privazione dei diritti civili di uguaglianza tra uomini e donne ancora presenti in molti paesi in modo ufficiale o per consuetudine, per arrivare a situazioni intollerabili come quelle che riportano alle mutilazioni genitali femminili.
Anche solo parlando di violenze domestiche bisogna riflettere che non si tratta solo violenze fisiche che possono portare a tragiche conseguenze fatali di cui a volte leggiamo o sentiamo nei notiziari, ma si tratta anche di violenze psicologiche, manipolazioni e limitazioni alla persona che spesso molte donne vivono nella loro quotidianità e che per cultura o vergogna nascondono sempre dietro un “va tutto bene”, per non doversi giustificare, per non accettare il fallimento di una relazione o spesso nella speranza che tutto cambi.
A tutto questo dobbiamo porre un fermo NO. Una decisa negazione a tutte queste forme di violenza sulle donne, di ogni tipo e grado.
La ferma opposizione alla violenza sulle donne è la difesa di diritti civili che non possiamo negoziare e il primo passo per fare questo deve essere l’educazione da dare ai nostri figli come mamme.
Il rispetto nei confronti delle donne non è il rispetto verso una categoria “debole”, anche se fisicamente molto spesso la lotta è impari, ma il rispetto di ogni persona in quanto tale.
I nostri figli devono interiorizzare il fatto che nessun essere umano può prevale su un altro con la forza o con la manipolazione psicologica. Dobbiamo far loro passare il messaggio che non si può sempre fare come si vuole, che a volte bisogna cedere e che amare a volte vuol dire soffrire. Solo se saranno consapevoli di tutto ciò saranno in grado di accettare anche le sconfitte, i rifiuti nel rispetto della libertà altrui.
I dati sulla violenza sulle donne sono allarmanti
Michelle Bachelet, Vice Segretario Generale e Direttore Esecutivo di UN Women, l’agenzia che l’ONU ha istituito di recente proprio per la salvaguardia dei diritti femminili, ha affermato che c’è ancora tanto da fare. Sono ancora più di cento i paesi che non hanno una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70 % delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini.
La Bachelet ha inoltre affermato cose molto importanti su cui è bene riflettere:
“Nel mondo occorrono cambiamenti culturali per smettere di guardare alle donne come ‘cittadine di seconda classe’. Dobbiamo creare una cultura di rispetto.”
Sostanzialmente dunque dovremmo lavorare su diversi fronti: l’educazione di base a partire dalle nostre famiglie, le istituzioni che tutelino questi diritti e l’atteggiamento verso le vittime che deve essere di massima comprensione affinché si rompa la catena del silenzio che le porta a non denunciare.
Nelle varie città saranno organizzate manifestazioni e dibattiti per diffondere questa nuova cultura contro la violenza sulle donne. Anche noi facciamo tutto ciò che ci è possibile per far sentire l’importanza di questo tema: potrebbe riguardare nostra mamma, nostra figlia, una nostra amica o anche noi stesse…
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