Papa Francesco ha chiuso il Giubileo straordinario dell’Anno della Misericordia con un pensiero su un tema particolarmente importante come quello dell’aborto, l’interruzione volontaria della gravidanza.
Papa Francesco e Aborto: un tema attuale e scottante in cui il pontefice ha voluto ribadire come la misericordia “non può essere una parentesi della vita della Chiesa”. Con la lettera apostolica Misericordia et misera, firmata dopo la Messa conclusiva dell’Anno Santo e diffusa 24 ore dopo, il Papa dà indicazioni ben concrete: diventa permanente la possibilità per i sacerdoti di assolvere chi ha procurato l’aborto, con una proroga”fino a nuove disposizioni”.
Papa Francesco e aborto, un significato nuovo
Per Papa Francesco la misericordia è un vero “valore sociale” che serve a restituire dignità, dal concepimento alla morte naturale.
Nella lettera viene spiegato che, alla Comunione adesso potranno accedere con meno ostacoli formali anche madri e medici che hanno causato un aborto, fino ad ora invece scattava in automatico la scomunica che poteva essere sciolta solo da un vescovo o da un suo delegato.
Bergoglio non sdogana il peccato, ma anzi ribadisce “con tutte le sue forze” che l’aborto “è un peccato grave perché pone fine a una vita innocente”, ma ai sacerdoti chiede di farsi “guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti” in un cammino ” di speciale riconciliazione”.
Papa Francesco e aborto nella lettera apostolica “Misericordia et misera”
Papa Francesco informa e ufficializza di voler mantenere dunque anche dopo la chiusura del Giubileo, e delle grazie speciali concesse, la facoltà per tutti i sacerdoti del mondo di assolvere il peccato di aborto.
Il “procurato aborto” è tra quei peccati che prevedono la scomunica automatica sia per chi lo mette in pratica sia per chi aiuta, medici e infermieri ad esempio.
Il codice di diritto canonico fino ad ora riservava al vescovo e ad alcuni penitenzieri la possibilità di assolverlo solo in particolari periodi dell’anno o in occasione di eventi, come è accaduto a Torino durante l’ostensione della Sindone, o, appunto il Giubileo: i vescovi hanno esteso a tutti i loro preti, per un tempo limitato, questa facoltà.
L’arcivescovo Rino Fisichella ieri ha confermato proprio con la presentazione di questa lettera apostolica che verrà modificato di conseguenza anche il testo del codice di diritto canonico per rendere definitiva ed efficace la nuova norma stabilita da Papa Francesco.
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Fonte: Vatican.va