Forse troppo grandi per essere chiamati bambini ma troppo piccoli per essere definiti adolescenti, è davvero difficile riuscire a descrivere l’età di questi due ragazzi diventati genitori troppo presto.
La loro storia inoltre accende i riflettori sulle gravidanze precoci, oggi sempre più diffuse nel nostro paese, situazioni non sempre legate ad un disagio sociale ma possibilmente riconducibili ad una mancata e poco corretta educazione sessuale.
Diventa mamma a 12 anni: il padre del bimbo ne ha 13.
La notizia della giovane che diventa mamma a 12 anni è stata diffusa la scorsa domenica, 20 novembre, attraverso il portale legato al giornale locale Il Quotidiano Italiano di Bari.
Pur mantenendo il più stretto riserbo sull’identità dei giovani genitori, il succitato sito web rende noto che nel mentre la ragazza, poco più che bambina, diventa mamma a 12 anni dando alla luce in una clinica privata di Bari un bimbo sano di circa 3 chili, il padre del piccolo, suo coetaneo, è impegnato a fare i compiti nella sala d’attesa.
A dare loro il sostegno di cui necessitano i rispettivi genitori che, sin dal primo momento, li hanno accompagnati in questa gravidanza difficile, sia dal punto di vista fisico che emotivo, ma fortemente voluta.
Appartenenti ad una classe sociale media, ed essendo molto cattolici, entrambe le famiglie dei piccoli neo genitori avrebbero escluso sin da subito l’ipotesi dell’aborto, pratica che sarebbe stata rifiutata anche dal ginecologo che ha seguito la gravidanza della 12enne.
Nessun disagio sociale dunque ma una dolce attesa certo inaspettata ma alla fine accettata per poter dare a quel piccolo essere il dono della vita.
Uno scenario quasi surreale che potrebbe far immediatamente pensare ad una bufala creata ad arte ma che, successivamente, si è rivelata essere vera.
Diventa mamma a 12 anni: l’intervento del Tribunale per i Minorenni di Bari.
Nonostante i buoni propositi di entrambe le famiglie nel prendersi cura del piccolo appena nato, il caso della bambina che diventa mamma a 12 anni ha richiesto l’intervento della Procura e del Tribunale per i Minorenni di Bari.
La legge infatti prevede che uno dei due giovani genitori possa riconoscere il bambino solo dopo aver compiuto i 16 anni. Fino a quel momento il piccolo non può essere adottato da altri a patto che durante quel periodo il genitore naturale o i parenti prossimi di quest’ultimo se ne prendano cura.
Tuttavia, nella circolare n. 33/2012 del Ministero degli Interni, in riferimento alla legge 10 dicembre 2012, n. 219 “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali”, viene ricordato che a partire dal 1° gennaio 2013 anche i minori di 16 anni potranno riconoscere i figli naturali.
Ovviamente, anche in questo caso, è necessario l’intervento di un giudice che, dopo aver valutato le condizioni familiari per poter quindi agire nell’interesse del bambino, deve autorizzare il genitore minorenne e consegnargli una copia autenticata della stessa.
Per chiarire meglio il compito dei giudici, nonché a dare conferma della veridicità dei fatti, le parole di Riccardo Greco, presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari, riportate sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno:
<<Il nostro compito previsto per legge è valutare il contesto per garantire l’affettività di cui necessita il minore. Tutto il procedimento è orientato alla sua protezione. Certo, nella mia esperienza non è mai capitato un caso simile con una mamma così giovane, ma, soprattutto, con un padre così piccolo>>.
È comunque facile intuire che sia i genitori della ragazza che diventa mamma a 12 anni che i genitori del ragazzo 13enne, ovvero i nonni del neonato, si proporranno come principali candidati per la domanda di affido.
Nonostante l’auspicabile lieto fine sembra diventare concreto, la storia della bambina che diventa mamma a 12 anni ha portato alla luce uno scenario sociale moderno alquanto preoccupante.
Intervistata dal quotidiano La Repubblica, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Puglia, Rosy Paparella, ha descritto la situazione riportando i dati allarmanti di un’indagine svolta tra gli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni:
<<Queste notizie ci devono fare allargare lo sguardo a quello che sta accadendo attorno a noi. I ragazzini hanno esperienze sessuali sempre più precoci e di conseguenza assistiamo a gravidanze più precoci […] Sono convinta che ci sono tanti casi simili che finiscono con interruzioni di gravidanza>>.
Il 20% circa degli studenti intervistati ha dichiarato di avere rapporti intimi non protetti, situazione che aumenta i rischi di una gravidanza inattesa in un’età in cui le preoccupazioni maggiori non dovrebbero essere rappresentate dalla cura di un bambino bensì dai compiti da svolgere per il giorno successivo.
Nota per il lettore: le immagini allegate all’articolo sono foto di repertorio
Fonte: La gazzetta del mezzogiorno