Dopo l’allarme insalata scattato la scorsa estate – in Inghilterra 2 persone sono morte e 151 sono risultate infette da batterio E.coli O157 dopo aver consumato dell’insalata mista contenente della rucola – nel Regno Unito sono stati intensificati i controlli e gli studi per l’ insalata in busta al fine di migliorare la sicurezza alimentare.
In particolar modo si è cercato di scoprire come prevenire la proliferazione di agenti patogeni, tra cui la Salmonella e l’E.Coli, principali responsabili di intossicazioni alimentari, che possono essere presenti nell’ insalata in busta.
Il dato emerso da una recente ricerca è alquanto preoccupante.
Insalata in busta: alto rischio salmonella.
Pubblicato il 18 novembre sulla rivista Applied and Environmental Microbiology, lo studio sull’ insalata in busta, condotto dalla dottoressa Primrose Freestone e dal dottorando Giannis Koukkidis del Dipartimento di infezione, immunologia e infiammazione dell’Università di Leicester, ha evidenziato la facilità di proliferazione della salmonella sull’alimento confezionato.
A favorire la “riproduzione” dei batteri sarebbe l’umidità presente nei sacchetti di plastica, creata per far si che l’ insalata in busta resti fresca e croccante, ma ancor più i succhi che le foglie tagliate rilasciano.
Questi infatti sarebbero ricchi di zuccheri, proteine e Sali minerali che fortificano il batterio rendendolo ancor più resistente e pericoloso per l’uomo, al punto tale che lavare l’alimento non sarà sufficiente per rimuoverlo.
A stupire i ricercatori inoltre è stato uno specifico particolare, ossia i succhi rilasciati dalle foglie tagliate e spezzate permetto agli agenti patogeni di moltiplicarsi in modo considerevole (la ricerca parla di una crescita pari al 110% in soli 5 giorni – ndr) nonostante l’ insalata in busta fosse stata conservata in frigo.
<<I succhi che naturalmente percolano dalle foglie – spiega la dottoressa Freestone – hanno il potenziale per aumentare la crescita di qualsiasi agente patogeno che potrebbe essere presente nell‘ insalata in busta e di renderlo stabile e così forte che il lavaggio non sarebbe sufficiente a sradicarli>>.
Insalata in busta: può essere consumata ma con le debite precauzioni.
Come detto in precedenza, lo scopo del succitato studio era quello di riuscire a migliorare la sicurezza alimentare e non demonizzare il consumo dell’ insalata in busta che può essere sempre effettuato ma con qualche maggiore accortezza.
Come suggerito dalla dottoressa Freestone, nel consumare l’ insalata in busta dobbiamo:
- Consumare l’alimento nello stesso giorno in cui abbiamo effettuato l’acquisto;
- Preferire l’ insalata in busta che ha la scadenza più lunga;
- Scegliere un’insalata che abbia le foglie intere e non tagliate o spezzate;
- Conservare sempre in frigo;
- Lavare l’alimento anche quando sulla confezione è riportata la dicitura “già lavata”.
Qui di seguito il video che spiega e mostra alcuni momenti della ricerca.
Fonte: University di Leicester – BBC – Applied and Environmental Microbiology