Una vicenda orribile che mette in evidenza una patologia che in molti, troppi, ancora ignorano, una disgrazia che, con il senno di poi, si sarebbe potuta evitare.
Ad ipotizzarlo è lo stesso giudice per le indagini preliminari (gip), Roberto Oliveri del Castillo, che nell’ordinanza di custodia cautelare notificata in questi giorni all’uomo che soffoca la figlia di soli 3 mesi ha così definito le azioni di quest’ultimo:
<<L’ideazione diabolica nel modo più atroce, in circostanze di tempo e di luogo e con modalità raccapriccianti, in una abominevole sequenza di morte>>.
Soffoca la figlia di 3 mesi: padre accusato di omicidio.
I fatti risalgono allo scorso febbraio, per l’esattezza alla notte tra il 12 e il 13 quando l’uomo, il 29enne Giuseppe Difonzo, soffoca la figlia di appena 3 mesi di vita, la piccola Emanuela, mentre questa era ricoverata presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari.
Le forze dell’ordine hanno potuto ricostruire il tragico episodio grazie alla testimonianza di un bambino di 3 anni, ricoverato all’epoca dei fatti nella stessa stanza della bambina, che gli inquirenti hanno raccolto attraverso un ascolto protetto e facendogli mimare su una bambola di pezza i gesti che ha visto compiere da Difonzo,
Dodici ore prima della morte di Emanuela, verso le ore 12:00 della mattina del 12 febbraio scorso, il piccolo infatti ha visto il padre che soffoca la figlia di 3 mesi mentre cercava di fare pressione sul piccolo corpicino, più esattamente le premeva la fronte, il viso, il petto e la pancia.
Il tempestivo intervento da parte dei medici ha fatto sì che, in quell’occasione, la neonata si salvasse. Nessuno però aveva previsto un secondo “attacco” da parte dell’uomo che, nel cuore della notte, soffoca la figlia uccidendola.
Soffoca la figlia di 3 mesi: una tragedia che si poteva evitare?
Ancor più inquietante della vicenda stessa è l’origine di tanto odio da parte del padre verso la sua bambina, una creatura totalmente indifesa che nella sua breve vita è stata più volte vittima di colui che più di tutti avrebbe dovuto amarla ma soprattutto proteggerla.
In soli tre mesi infatti la piccola Emanuela, nata il 29 ottobre del 2015, ha subito diversi ricoveri per crisi respiratorie in 4 diverse strutture ospedaliere per un totale complessivo di 67 giorni.
Dopo aver escluso la possibilità di patologie e constatato l’assenza di sintomi che potevano provocarle quelle ricorrenti crisi respiratorie, nel mese di dicembre i medici avevano provveduto a segnalare il caso presso il tribunale per i minori: il sospetto era che la bimba fosse vittima di maltrattamenti.
A gennaio i giudici decisero così di affidare la neonata ad una comunità, provvedimento revocato alcuni giorni dopo in seguito alla lettura di una relazione presentata dagli assistenti sociali.
Emanuela fece così ritorno dalla sua famiglia il 2 febbraio; una settimana dopo fu nuovamente ricoverata nel nosocomio barese dove poi ha trovato la morte.
Soffoca la figlia di 3 mesi: l’uomo è affetto da sindrome di Munchausen per procura.
Dalle indagini effettuate in seguito al decesso della piccola, è emerso che il padre che soffoca la figlia di 3 mesi in realtà era affetto da sindrome di Munchausen per procura, una patologia psichiatrica che induce i soggetti che ne soffrono ad attirare l’attenzione su di loro attraverso il dolore che possono provocare sia a se stessi che ai propri figli.
Prima della nascita della figlia infatti, l’uomo aveva subito ben 28 ricoveri negli ultimi 4 anni dovuti a dolori addominali, mal di testa e addirittura un finto tentato suicidio, tutto pur di catturare l’attenzione, suscitando pietà, in coloro che dovevano accudirlo.
Quando Emanuela è venuta al mondo, Difonzo ha riversato il suo malessere su di lei sfruttando le occasioni in cui la mamma della piccola, sua convivente, forse ignara della patologia del compagno – la sindrome di Munchausen per procura è purtroppo una patologia ancora sconosciuta a molti – lo lasciava solo.
Ma non è tutto!
Nel corso dell’inchiesta effettuata in seguito alla morte della neonata, l’uomo che soffoca la figlia è stato arrestato per violenza sessuale su un minore.
Il 6 gennaio infatti, mentre la piccola era ricoverata in ospedale accudita dalla mamma e da un’amica di famiglia, Difonzo si è allontanato dal nosocomio in compagnia della figlia 14enne di quest’ultima per riassettare la loro casa chiuso da tempo per la frequente degenza in ospedale. Lì avrebbe approfittato della giovane.
Oggi il padre che soffoca la figlia riceve un nuovo ordine di custodia cautelare in quanto accusato di omicidio volontario premeditato.
Il suo caso è stato riconosciuto come il primo uomo in Italia affetto dalla sindrome di Munchausen per procura, una patologia poco nota i cui effetti possono essere devastanti.
Sindrome di Münchausen per Procura: Figli Malati o Morti a Causa della Mamma
Le foto in allegato a questo articolo sono meramente illustrative e non fanno riferimento alla bambina deceduta.
Fonte: Repubblica