Il ciuccio può essere veicolo di germi e batteri, come possono esserlo tutti gli oggetti che vengono portati alla bocca.
Per l’uso che viene fatto del ciuccio, perché è, appunto, destinato a venire a contatto con la bocca del bebè, la sua igiene è fondamentale.
Le mamme devono trattare con rispetto il ciuccio: non devono esagerare nell’igiene ma nemmeno trascurarla. Va sì sterilizzato, ma solo quando è veramente necessario!
Se il ciuccio del bambino resta tra le lenzuola, se cade sul tavolo della cucina o sul ripiano del seggiolone, per esempio, non è indispensabile sterilizzarlo. Viceversa se cade per terra, anche sul pavimento di casa comunemente calpestato con le scarpe, una buna sterilizzazione è cosa corretta.
Non tutti sanno, però, come sia meglio comportarsi con un ciuccio nuovo:
alcune mamme lo sciacquano solamente, altre lo lavano con acqua e sapone neutro, altre lo sterilizzano. Non è mai consigliabile adoperarlo così come estratto dall’involucro.
Il ciuccio nuovo (come, del resto, anche le tettarelle e i biberon) che adoperiamo per la cura del neonato va sterilizzato.
Quando esce dall’involucro il ciuccio non è “pulito” dal punto di vista dell’immunità da contaminazione. Nelle fasi dell’imballaggio, in quelle della conservazione o del trasporto, infatti, non si può escludere che sia venuto in contatto con germi e batteri.
Il ciuccio nuovo va sterilizzato, ma in che modo?
Esistono numerosi metodi per la sterilizzazione di ciucci e biberon. I sistemi a freddo con le soluzioni sterilizzanti come quelli a caldo con gli apparecchi specifici per detta operazione. Va detto, anche in rispetto all’economicità della sterilizzazione, che il vecchio strumento del pentolino d’acqua bollente resta sempre efficace.
Pertanto, per sterilizzare un ciuccio nuovo, appena uscito dalla confezione in cui è stato acquistato, basterà immergerlo in un pentolino pieno d’acqua e portarlo al ebollizione per 5 minuti.
Nei primi mesi di vita è consigliabile sterilizzare ciucci e tettarelle almeno una volta al dì.
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