Molte zone della Terra, ma soprattutto il nostro Paese, continuano a tremare, terremoti che si lasciano alle spalle una scia di devastazione, paura e una perenne sensazione di impotenza che colpisce tutti noi, consapevoli di non poter far nulla contro la furia della natura.
L’Italia continua a tremare, un sisma che alimenta e favorisce la diffusione in rete delle tantissime ipotesi sulle varie cause che hanno dato origine ai forti terremoti di questi ultimi anni, presupposizioni più volte smentite da un’unica tesi scientifica, la teoria della tettonica a zolle, chiamata anche tettonica delle placche, che fu ipotizzata per la prima volta nel 1912 dal meteorologo tedesco Alfred Wegener.
Come nascono i terremoti.
Per meglio comprendere come nascono i terremoti, e prima ancora di parlare della teoria della tettonica a zolle, è opportuno capire come è strutturata la Terra.
Il nostro pianeta è suddiviso in diversi strati che hanno una diversa composizione:
- Crosta: è la parte che “ricopre” la Terra e può essere continentale, rappresentata dai continenti, e oceanica, ovvero la terra che funge da “pavimento” agli oceani. La crosta terrestre è formata dalla:
- Litosfera: la parte più esterna e solida della crosta che comprende parte del mantello esterno;
- Astenosfera: è la parte della crosta terrestre compresa tra la litosfera e il mantello. È composta da materiale solido che, al contrario della zona più esterna, venendo a contatto con le alte temperature del mantello esterno, diventa più elastica e viscosa con caratteristiche molto simili ad un fluido. Il suo effetto “plastico” spiega come nascono i terremoti perché favorisce lo spostamento delle zolle tettoniche.
- Mantello: diviso in superiore ed inferiore, è lo strato intermedio della Terra che separa la crosta terrestre dal nucleo. Prevalentemente solido, il mantello ha un comportamento plastico in quanto le rocce che lo compongono sono soggette ad altissime temperature;
- Nucleo: diviso in esterno (liquido) ed interno (viscoso), rappresenta il cuore della Terra ed è formato soprattutto da ferro, nichel, silicio e zolfo.
Come nascono i terremoti: teoria della tettonica a zolle o tettonica delle placche.
Volendo esemplificare il tutto, gli esperti hanno suddiviso la crosta terrestre, per essere precisi la litosfera, in diverse aree denominate zolle o placche tettoniche (sono circa 20 di cui 7 più estese) che si muovono costantemente, anche se in modo impercettibile, spinte dai movimenti dell’astenosfera.
I continenti che noi conosciamo e che vengono raffigurati sulle mappe non sono altro che una parte di queste zolle, quella emersa perché sollecitata dalle continue spinte e spostamenti a cui sono sottoposte tali aree.
Come dei veri e propri pezzi di un enorme puzzle, queste zolle sono distinguibili perché divise da confini ben precisi denominati margini che, a loro volta, in base al movimento delle placche, si suddividono in:
- Margini costruttivi o divergenti: rappresentano il confine delle placche tettoniche che tendono ad allontanarsi tra loro (divergenti) generando degli “spazi vuoti” all’interno dei quali si forma una nuova crosta terrestre (costruttivi) grazie alla fuoriuscita di magma che, risalendo dall’astenosfera, a contatto con temperature più basse, si solidifica.
- Margini distruttivi o convergenti: delimitano i confini delle zolle tettoniche che tendono ad avvicinarsi (convergenti) scontrandosi e dando origine a fenomeni distruttivi che variano a seconda delle placche che sono entrate in collisione e che spiegano come nascono i terremoti.
- Se a convergere sono 2 placche oceaniche si verifica la subduzione. In altre parole, una delle due placche “cede” di fronte all’altra e, curvandosi, si immerge nell’astenosfera. Lo scontro dà origine ad un’attività sismica;
- Se a convergere sono 2 placche continentali si verifica una collisione delle placche che può dare origine a catene montuose (l’Himalaya è nata dallo “scontro” tra la placca tettonica indiana e quella Euro-asiatica). La forte tensione dovuta alla convergenza può dare origine ad un terremoto;
- Se a convergere sono una placca continentale e una oceanica si verifica la subduzione. A differenza di quella che avviene tra due placche oceaniche però, questa subduzione può dare origine ad una catena montuosa.
- Margini conservativi o trasformi: rappresentano i confini delle zolle tettoniche che tendono a scivolare scorrendo lateralmente (trascorrente) in direzioni opposte. Tale fenomeno non aumenta o distrugge la litosfera (ecco perché vengono detti conservativi) ma provocano fratture sia nella crosta continentale che in quella oceanica che prendono il nome di faglie trasformi e che sono all’origine dei terremoti.
L’Italia, dal punto di vista geologico, è situata sul margine che separa la placca tettonica africana da quella Euro-asiatica, collocazione che lo rende un paese ad alto rischio sismico in quanto la prima si sposta verso la seconda ad una velocità stimata di alcuni millimetri l’anno.
Un movimento minimo ma costante che genera tensione nella faglia che attraversa tutta la nostra penisola e che rappresenta la causa dei terremoti che stanno devastando il nostro territorio.
Per comprendere al meglio come nascono i terremoti vi alleghiamo alcuni video esplicativi.
Fonte: INGV – Zanichelli