Gianluigi De Palo, l’assessore comunale alla famiglia chiarisce la nuova legge sui nidi della Regione Lazio. Lo fa rispondendo alla protesta delle educatrici degli asili nido pubblici.
Il primo giorno di settembre le maestre degli asili nido del Lazio scendono in piazza per prendere le distanze dalla nuova Legge Regionale che modifica la disciplina dei nidi laziali.
Le educatrici portano al braccio una fascetta nera, è segno di lutto, un lutto preoccupato e preoccupante che le maestre esprimono nelle scritte sui loro cartelli, ove si legge: «1 settembre 2011 – Le famiglie e le educatrici annunciano la scomparsa del nido pubblico».
I fatti:
la Regione Lazio ha recentemente “aggiornato” la disciplina degli asili nido regionali, lo ha fatto con la Legge Regionale n. 12 del 13 agosto 2011 che, appunto, detta la “Nuova normativa sugli asili nido”.
Cosa cambia con la Legge Regionale n. 12 del 13 agosto 2011?
La nuova disciplina
– prevede la diminuzione dei metri quadrati necessari per ogni bambino ( essi passano dai 10mq della disciplina previgente a 6 mq)
– e prevede l’aumento del rapporto educatrice-bambino, che passa dal previgente rapporto frontale di 1/6 ad un rapporto di 1/7 considerato sul numero totale dei bambini iscritti.
Ne consegue – secondo le operatrici del settore – che ci saranno più bambini in strutture immutate per ampiezza e sotto la direzione di educatrici immutate per numero; quindi il risultato sarà meno spazio per i piccoli, nonché una maggiore difficoltà da parte delle maestre nella gestione, nel controllo e, soprattutto, nella conduzione dei bambini attraverso il percorso formativo.
In altre parole nelle medesime sedi, sotto il controllo e la guida delle medesime maestre cadranno un numero maggiore di bambini.
I nidi non sono baby parking ma rappresentano, assai diversamente, delle strutture di accoglienza della prima infanzia finalizzate ad inrtrodurre e guidare il bambino attraverso il suo primissimo percorso formativo.
Gli insegnanti protestando confessano i loro timori: << Il rischio con questa nuova legge e’ che gli asili si trasformino in ‘baby parking’ e questo e’ orribile’>>
Tra le notizie pubblicate dagli organi di stampa si incontra il chiarimento di Daniela Pitti, educatrice dell’infanzia e delegata dell’Usb – Unione sindacale di base -, la maestra afferma: «La legge regionale parla quasi sempre di profitto e pochissimo dell’aspetto educativo. […] Il nostro – ha aggiunto la signora Pitti – è un lavoro educativo che non può essere svolto bene se si è costretti a seguire troppi bambini. La situazione dei nidi nel Comune di Roma è tragica: ci sono 200 asili pubblici e 220 privati, per cui più della metà delle famiglie è costretta a rivolgersi ai privati, in cui spesso il rapporto educatrice-bambino è 1/10. Noi – ha concluso l’educatrice – stiamo lavorando per la creazione di una legge nazionale sui nidi, affinché essi non siano più un servizio a domanda individuale, ma diventino il primo gradino del percorso educativo, e vengano equiparati a tutti gli effetti alla scuola».
Le educatrici giocano la carta della “petizione popolare”: hanno, infatti, coinvolto le famiglie dei baby scolari distribuendo ai genitori dei bambini una lettera da firmare con il “documento” sottoscritto dai cittadini si chiederà alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, di ritirare la Legge Regionale.
Le maestre accusano: le nuove norme di fatto non tengono conto delle reali esigenze dei bambini e delle famiglie, perdono di vista la natura e le finalità proprie degli asili nido.
La Regione Lazio non ci sta e l’ Assessore De Palo dichiara <<Siamo al passo con le altre regioni>>.
Gianluigi De Palo, che gestisce l’assessorato comunale alla Famiglia, ci tiene a prendere le distanze dalla protesta ed a chiarire che gli asili nido della Regione Lazio non rischieranno, a causa della nuova norma, di divenire super affollati: «I numeri che ho sentito in giro sono privi di fondamento. – dichiara l’assessore – A Roma non si vedranno 100 bambini in un asilo da 60. Al massimo sarà possibile avere 7-8 bambini in più dove gli spazi lo consentono, casi isolati che non supereranno comunque i 10-15 bambini in più»
De Paolo ha dichiarato: «Con la nuova legge regionale cambia solo il rapporto tra educatrici e bambini. Tuttavia non si tratta di una penalizzazione ma di un adeguamento. In Toscana ed Emilia Romagna, infatti, il rapporto è di 1 a 8. Rispetto alle altre Regioni d’Italia eravamo indietro. In ogni caso, come amministrazione comunale stiamo attentamente valutando l’impatto che tale modifica avrà su Roma e cercheremo eventuali soluzioni se ce ne sarà bisogno».
<< Le modifiche nella gestione dei nidi – ha ribadito De Palo – non intaccheranno in nessun modo la qualità delle strutture e non incideranno sulla qualità del servizio che le nostre educatrici portano avanti».