Il momento della prima ecografia è sempre molto atteso da tutte le mamme, è un incontro speciale, il primo con il proprio bambino, anche se filtrato attraverso un video.
Molto spesso è proprio l’ecografia morfologica che dà finalmente alla mamma la sensazione di stare vivendo qualcosa di reale, fino ad allora spesso si è così coinvolti dalla magia da non aver realizzato a pieno ciò che ci sta succedendo e ci si sente in una specie di bolla, di sogno che stiamo vivendo in parallelo alla nostra vita.
Ecografia Morfologica e Malformazioni Visibili
Eppure l’ecografia morfologica non è solo fonte di gioia e aspettative ma anche spesso di preoccupazioni. E’ risaputo infatti che, attraverso la morfologica è possibile rilevare molte malformazioni che il bambino potrebbe presentare.
Innanzitutto è bene sapere che l’ecografia morfologica, chiamata anche ecografia strutturale, viene di regola effettuata tra la 19esima e la 21esima settimana di gestazione.
Come lo suggeriscono le stesse parole, serve a delineare la struttura morfologica, ovvero il corpicino del bimbo nelle sue caratteristiche salienti, verificare se possiede tutte le misure statisticamente nella norma, se ci sono anomalie, se il liquido amniotico è quantitativamente corretto e se la placenta è correttamente posizionata.
Spesso con l’ecografia morfologica è anche possibile determinare il sesso del bambino, ciò dipende soprattutto dalla posizione che assume al momento dell’esame.
L’ecografia morfologica è un esame non invasivo, l’operatore usa del gel da spalmare sulla pancia della mamma e vi applica una sonda mobile per seguire il bambino sul monitor.
L’ecografia strutturale è gratuita in tutte le strutture pubbliche ed è anche chiamata di I livello, solo se si riscontrano delle anomalie o delle perplessità diagnostiche si passa ad una di II livello per accertamenti ulteriori e più dettagliati.
Secondo le Linee guida della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica meno del 40% delle malformazioni è purtroppo rilevabile da un’ecografia morfologica di I livello il che da un lato non è poco ma non presenta mai una certezza assoluta di diagnosi.
I fattori possono essere molti e non sempre legati alla gravità della malformazione, spesso dipende dalla posizione e dal tipo di anomalia eventuale.
Normalmente i dati che si verificano durante un’ecografia morfologica in una paziente che non riscontri problemi particolari sono questi:
– Numero di embrioni/feti.
– Presenza o assenza dell’attività cardiaca
– Misura della camera ovulare (o sacco gestazionale SG), se non è visualizzabile l’embrione e l’ecografia viene fatta in epoca più precoce della norma.
– Misura dell’embrione/feto: lunghezza cranio-caudale (CRL) e/o diametro biparietale (BPD o DBP), lunghezza di un femore, diametro trasverso del cervelletto, della circonferenza addominale (CA), anche per verificare che ci sia compatibilità tra le misure statistiche l’età gestazionale anamnestica, che non superino una settimana di possibile discrepanza.
– Osservazione della struttura del cordone ombelicale.
– Valutazione dell’anatomia fetale: in sintesi si valutano tutti quei parametri obiettivi per i quali si possano fare delle valutazioni, come la visualizzazione delle orbite, del labbro superiore, della colonna vertebrale con scansione della colonna, visualizzazione dei polmoni, delle 4-camere cardiache, dello stomaco e della parete addominale, di reni e vescica, degli arti.
E’ bene sempre sapere che ci sono molte malformazioni che non possono essere diagnosticate perché i segni ecografici compaiono solo tardivamente nel terzo trimestre, come per alcuni problemi cardiaci, forme tardive di displasia renali o scheletriche.
“Le malformazioni fetali classificate sono ben 50 mila differenti, tre nati su 100 in Italia presentano anomalie maggiori (ad esempio labbro leporino o mancanza di un arto), 6-7 su 100 piccole malformazioni, per un totale di un bebè su 10 che nasce con una malformazione.
E quindi non tutte le malformazioni son visibili: per esempio prima della 23/a settimana di gestazione solo due su 10 sono visibili, sei su 10 alla 23/ima (ovvero 4 malformazioni su 10 non sono visibili con gli strumenti, nonostante siano presenti).
Inoltre altre malformazioni possono comparire anche in fasi successive della gestazione. Purtroppo le anomalie più piccole si vedono solo nel 20% dei casi.”
Ecografia morfologica e malformazioni visibili in 3d
Erroneamente si pensa che l’ecografia in 3d sia in grado di rivelare con maggiore accuratezza le malformazioni ma in realtà non è così, anzi l’ecografia bidimensionale è ancora oggi la metodica più attendibile e indicata.
Quella 3d è solo spesso più realistica o se si vuole indagare rispetto ad un problema rilevato da un’ecografia in 2d in modo più circoscritto.
Ecografia morfologica e sindrome di Down
Anche in questo caso l’ecografia di I livello non può dare risultati certi ma solo indicazioni statistiche che, incrociati con altri dati anamnestici tra cui l’età della mamma superiore ai 35 anni, possono dar luogo alla proposta alla mamma di fare ulteriori indagini tra cui l’amniocentesi che è l’esame che con certezza può dare indicazioni in tal senso.