La storia del piccolo Teddy ha inizio lo scorso anno quando, durante un’ecografia di routine effettuata alla 12° settimane di gestazione, il medico riscontra un’anomalia nel feto.
L’intestino del bambino stava crescendo fuori dal suo addome, uscito attraverso una piccola apertura che si era formata accanto all’ombelico, un difetto della parete addominale conosciuto con il nome gastroschisi.
Bimbo affetto da gastroschisi: il ginecologo consiglia l’aborto.
Come è facile immaginare, la diagnosi aveva sconvolto la giovane futura mamma, Holly Hodgson, e suo marito Stephen, di Brisbane, città orientale dell’Australia, il cui unico pensiero fino a quel momento era stato immaginare come sarebbe stato il primo incontro con il loro bambino.
Ma l’incubo non era ancora finito!
Ancor più devastante fu infatti il consiglio che ricevettero dal loro ginecologo. Il medico, che aveva assistito a soli altri tre casi simili a quello del bimbo affetto da gastroschisi, consigliò alla donna l’aborto terapeutico.
Fortemente decisi a non arrendersi, i futuri genitori decisero di acquisire il maggior numero di informazioni sulla gastroschisi, una malformazione la cui incidenza è di 1 bambino su 10.000/20.000 nati vivi che, nel 90% dei casi, può essere risolta con un intervento chirurgico tempestivo ed un adeguato trattamento effettuato nel periodo post operatorio (fonte dati Ospedale pediatrico Bambino Gesù).
Appreso dell’alta percentuale di sopravvivenza, che rendeva ancor più grave il consiglio del ginecologo, la coppia, che scelse di portare a termine la gravidanza, si affidò al parere di un altro medico.
Teddy, il bimbo affetto da gastroschisi, fa il suo ingresso nel mondo il 14 dicembre del 2015.
Nato prematuro, con un peso di soli 1.900 kg, il bimbo affetto da gastroschisi fu immediatamente assistito dai medici che avvolsero il suo intestino tenue e crasso, che come aveva evidenziato l’ecografia era cresciuto fuori dall’addome, con una pellicola trasparente al fine di proteggerlo dall’aggressione di batteri e per mantenere stabili i livelli di umidità e calore.
Successivamente l’organo fu posto all’interno di una sacca avente la forma di un silo per 13 giorni, il tempo necessario affinché lo stomaco potesse crescere e al suo interno si sarebbe creato lo spazio sufficiente per inserire gli organi.
In quel periodo Holly non poté tenere in braccio il suo bimbo affetto da gastroschisi, una mancanza che, come ha raccontato lei stessa, le fece molto male, soprattutto vedendo gli altri genitori che, al contrario, potevano farlo.
Continuò a ripetersi che prima o poi avrebbe potuto stringere tra le braccia il suo piccolo fino a quando, 2 giorni dopo aver festeggiato il Natale in ospedale, la giovane madre ricevette il più bel regalo che potesse mai avere, l’autorizzazione da parte dei medici di stringere finalmente a se suo figlio.
<<Avevo paura perché era ancora così piccolo, sembrava che avessi tra le braccia una bambolina>>.
La famiglia tornò a casa 8 settimane dopo.
Bimbo affetto da gastroschisi: la rivincita di Teddy.
Giunti finalmente a casa, Holly si ritrovò ad affrontare tutti i problemi fisici di Teddy, in particolar modo l’alimentazione che nel primo periodo si rivelò essere abbastanza difficile.
<<L’alimentazione è stata la parte più difficile perché a volte vomitava per ore e dovevamo ricominciare tutto da capo. Era come fare un passo avanti e due passi indietro. È stato molto frustrante ma siamo arrivati alla fine>>.
Teddy è sopravvissuto, il bimbo affetto da gastroschisi ha avuto la sua rivincita nei confronti del ginecologo che aveva consigliato alla madre l’aborto terapeutico.
Le foto in allegato all’intervista rilasciata da Holly il 4 agosto scorso, il cui scopo ultimo era dare coraggio alle mamme che avevano ricevuto la medesima diagnosi, mostrano un bambino di 8 mesi sano e sorridente che oggi può godere dell’amore di due genitori che hanno lottato con tutte le loro forze affinché potesse venire alla luce.
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Fonte: Kid Spot