Daniela Sanjuan è scomparsa il 23 ottobre del 2003 da una comunità in provincia di Perugia. Aveva solo 14 anni ed era ospite della struttura riabilitativa il “Piccolo Carro” di Bettona per curare taluni problemi psichiatrici. Dal giorno in cui se ne sono perse le tracce, sua madre Anna Malvone, oggi 61enne, non ha mai smesso di cercarla.
Nel febbraio del 2013 in località Acque Termali di Bettona sono state rinvenute delle ossa, a distanza di un tempo lunghissimo su quei reperti umani le autorità hanno deciso di disporre l’esame del DNA.
L’importante accertamento è stato disposto il 21 luglio scorso ed è di questi giorni la notizia dell’esito: le ossa appartengono a Daniela Sanjuan.
La mamma della giovane, scomparsa di cui si è accertata la morte nell’area di Bettona, non si dà pace. Parlando di sua figlia e della lunga ricerca di lei condotta in questi anni dice: “E’ difficile accettare che sia morta e che non tornerà mai più da me”.
La morte di Daniela Sanjuan ha come scenario un’area geografica spesso al centro della cronaca nera perché in quella zona dell’Umbria si sono consumate molte e differenti scomparse misteriose.
Il settimanale “Giallo” dedica al mistero del rinvenimento delle ossa di Daniela Sanjuan un lungo articolo, firmato da Paola Strocchio e pubblicato nel n°39 del 328 settembre 2016 (disponibile in edicola).
La rivista di cronaca raccoglie le dichiarazioni dell’Avvocato Antonio La Scala dell’associazione Penelope (associazione da sempre impegnata nel sostegno alle famiglie degli scomparsi). Ciò che interessa alla famiglia e che colpisce il lettore è il tempo trascorso tra il rinvenimento delle ossa e l’accertamento del DNA.
Non passano nemmeno inosservate le diverse scomparse avvenute negli anni nella medesima zona in cui si perse ed è morta Daniela Sanjuan.
Sara Bosco, 16 anni, ha fatto perdere le sue tracce mentre era ospite della stessa struttura in cui risiedeva Daniela Sanjuan. Lo scosso gennaio Sara è scomparsa nel nulla, l’8 giugno il suo corpo è stato ritrovato senza vita in un padiglione abbandonato dell’ospedale Forlanini di Roma.
Nessuno sa come una ragazzina di 16 anni sia arrivata da Perugia a Roma, come sia scappata da una struttura che doveva tutelarla e curare alcuni suoi piccoli problemi di tossicodipendenza e, soprattuto, non è datato sapere perché sia morta!
Fabrizio Catalano è scomparso nella stessa zona della comunità che ospitava Daniela Sanjuan, del giovane non si hanno più notizie dal 21 luglio 2005.
Come non si ha più alcuna notizia di Davide Barbieri, 27 enne con problemi psichici scomparso dalla comunità Lahuén di Orvieto. La mamma continua a cercarlo malgrado il caso di suo figlio sia stato archiviato come allontanamento volontario.
Nelle pagine di Giallo si fa strada la pista delle comunità religiose, la mamma di Fabrizio Catalano ha indirizzato missive a 300 comunità umbre, lo ha fatto per raccogliere notizie su suo figlio, tuttavia spesso non ha ricevuto neanche una risposta.
Sono 300 gli eremi, i conventi, le comunità religiose e i monasteri che sorgono in quegli stessi territori in cui è morta Daniela Sanjuan e sono scomparsi gli altri giovani. Qualunque sia la verità le famiglie di questi ragazzi meritano giustizia.