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Omicidio Melania Rea: Familiari Parolisi sentiti dai pm

di Mamma Licia

30 Agosto 2011

Omicidio di Melania Rea. Si indaga su un terzo possibile movente: il denaro. 100mila euro il tesoro di Salvatore Parolisi

 

I parenti di Salvatore Parolisi (il padre, il fratello e la sorella) ieri sono stati in Procura per essere ascoltati, in qualità di semplici testimoni, dai pubblici ministeri Davide Rosati e Greta Aloisi.

 

Le indagini sull’omicidio di Melania Rea, moglie di Parolisi, si allargano. Pare che i magistrati abbiano convocato i familiari del caporalmaggiore per indagare su una frase enigmatica, intercettata durante l’inchiesta sul delitto di Civitella, che Parolisi avrebbe detto proprio alla sorella Franca e sulla quale adesso i pm vogliono far luce. “Peccato che a rimetterci è stata Melania”: è questa la frase, carica di interrogativi, che Parolisi avrebbe detto durante una chiacchierata con la sorella e nel corso della quale egli avrebbe sostenuto che nella caserma di Ascoli sono state commesse cose poco chiare.

 

Nel corso dell’interrogatorio di ieri, i magistrati hanno chiesto anche particolari sulla personalità di Salvatore Parolisi, soprattutto sul suo rapporto con il denaro. I pm vogliono indagare su quello che potrebbe essere stato il movente del delitto e cioè che il caporalmaggiore fosse eccessivamente attaccato al denaro e che non volesse dare un soldo alla moglie in caso di divorzio. Nei giorni scorsi, la procura di Teramo aveva disposto accertamenti patrimoniali su Salvatore Parolisi: 100mila euro è il tesoro che Parolisi ha accumulato negli anni delle sue missioni militari all’estero ed al quale non è disposto a rinunciare. La paura di cedere i suoi soldi alla moglie dalla quale avrebbe voluto separarsi per andare a vivere con la sua presunta amante, rappresenta per la Procura di Teramo un buon movente per l’omicidio di Melania. Alla base di questa nuova ipotesi c’è anche una frase che Parolisi disse alla sua presunta amante, in una telefonata intercettata la sera del 9 maggio, tre settimane dopo la morte della moglie: «Non ti preoccupare perché tu vivrai di rendita». Nel corso della stessa telefonata, inoltre, Parolisi diede chiari segni di essere un uomo molto attaccato al denaro e ossessionato dall’idea di perderli. Tutto questo secondo l’accusa.

Tre moventi per un delitto. E tutti e tre ancora senza prove.

Parolisi ha ucciso per amore della presunta amante? Oppure per tenere ancora nascosto un segreto inconfessabile che riguardava la sua caserma e che Melania minacciava di svelare? Oppure ancora ha ucciso per il vil denaro?

Il vero movente del delitto di Civitella resta tutt’oggi ancora un mistero.

Nel frattempo, Parolisi rimane in carcere. Il Tribunale del riesame dell’Aquila ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai suoi difensori. Il caporalmaggiore è pericoloso e può ancora inquinare le prove.



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