Non tutti sono in grado di riconoscere la depressione post partum.
Nonostante sia un disturbo abbastanza diffuso tra le neo mamme, è spesso sottovalutato e paragonato alla classica stanchezza dovuta alle notti insonni e ai ritmi non regolari dei bambini nei loro primi tre mesi di vita.
Ancora oggi c’è addirittura chi ne nega l’esistenza o chi invece tenta di nasconderla per paura di essere classificata come una pessima madre.
Questo perché la maternità è da sempre vista come un evento di immensa gioia e di assoluta felicità, diventa quindi difficile accettare che una nascita possa divenire sinonimo di ansia, tristezza e malessere.
In questi casi può diventare fondamentale l’aiuto e la solidarietà di una donna e mamma che ha vissuto in prima persona la depressione post partum, perché la sua testimonianza può essere fondamentale ai fini della comprensione e della prevenzione.
Mamma in lacrime mentre culla il figlio: la storia di Danielle Haines e del piccolo Ocean.
Resto dell’opinione che riconoscere le proprie debolezze rappresenti un vero e proprio atto di coraggio e che possa essere considerata la giusta chiave per iniziare a migliorare se stessi. Ammettere di avere un problema o di essere in difficoltà non equivale ad accettare la propria sconfitta bensì è il punto di partenza per la loro risoluzione.
Purtroppo però non è sempre facile riuscire a guardarsi dentro, ecco perché, come detto in precedenza, un aiuto esterno può essere importantissimo.
Danielle Haines, giovane mamma americana originaria di Phoenix (Arizona), ha imparato tutto questo a sue spese.
È lei la mamma in lacrime, la donna dal volto sconvolto ritratta nella foto posta a corredo di questo articolo, un’immagine successivamente definita come il ritratto della depressione post parto.
Ocean, questo il nome che la mamma in lacrime ha scelto per il suo bambino, è nato nel novembre del 2013, la foto invece è stata scattata da sua zia Sarah tre giorni dopo il lieto evento e condivisa da Danielle sul profilo personale facebook due anni più tardi, per l’esattezza il 12 settembre del 2015.
Nella didascalia viene raccontato tutto:
<<Amavo il mio bimbo, mi mancava il suo papà (era tornato a lavoro quel giorno), ero furiosa con mia mamma, ero triste per mio fratello perché mia mamma ci aveva lasciato e ora avevo un ometto che gli somigliava, i miei capezzoli erano spaccati e sanguinavano, il latte era quasi in arrivo, il mio bambino stava diventando davvero affamato, mi sentivo triste pensando alle persone che uccidono i bambini, non avevo dormito dal giorno del travaglio, non sapevo come coprire il seno, la mia zona intima era dolorante perché ero costantemente seduta ad allattare, stavo impazzendo>>.
Per Danielle, la mamma in lacrime protagonista della foto divenuta virale, fu fondamentale l’intervento della sorella e delle sua amiche che, avendo vissuto un’esperienza simile, si rivelarono preziose per la sua ripresa.
Nascondere il proprio disagio, la propria ansia e il proprio dolore non fa che aggravare tale stato, stati che spingono la neo mamma a credere di essere inadeguata e “non degna” di ricevere un dono così prezioso come un figlio.
La foto di Danielle, una mamma in lacrime il cui viso sconvolto lascia trasparire tutto il suo dolore, ha spinto tantissime altre mamme a raccontare la propria esperienza, a “liberarsi” di quel fardello tanto pensante che non permette loro di vivere la maternità come dovrebbero.
<<Ho avuto un incredibile post-partum. Non è stato facile, ma sono stata aiutata e sostenuta molto. Mi hanno ricordato che altre mamme prima di me hanno attraversato questo periodo della maternità e che anche io l’avrei attraversato senza difficoltà>>.
La storia di questa mamma in lacrime che ora sorride alla vita ma soprattutto si gode appieno il suo essere madre ci fa capire quanto sia bello ma soprattutto utile potersi confrontare con le altre mamme, anche se non si conoscono.
La depressione post partum esiste, non sottovalutiamola mai.
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Depressione post partum: ecco come aiutare la mamma
Fonte: Daily Mail