Sono circa 50 milioni i minori costretti ogni anno a lasciare il proprio paese per circostanze diverse e a dover fuggire, lasciando situazioni drammatiche per rincorrere una speranza di salvezza e gettarsi nell’ignoto.
Ci sarebbe un profugo ogni 45 bambini del mondo secondo una stima del rapporto Unicef 2016, un rapporto che mette davvero i brividi. Sembrano realtà lontane da cui è facile prendere le distanze o far emergere il giudizio ma, di fronte agli occhi di un bimbo che piange, si dovrebbe sempre e solo tendere una mano.
Rapporto Unicef 2016, i dati raccolti sono sconvolgenti
Il rapporto Unicef 2016 Uprooted: The Growing Crisis for Migrant and Refugee Children è impietoso e ci mette di fronte ad una realtà fatta di numeri drammatici ed allarmanti sui bambini in fuga ogni anno nel mondo. I piccoli profughi sono in costante aumento.
Il rapporto precede il Summit sui rifugiati e sui migranti del prossimo 19 Settembre che si terrà presso il quartiere generale dell’Onu a New York.
Si parla di 50 milioni di minori, una popolazione immensa che piange per le guerre dei padri, giuste o sbagliate che siano, di questi ben 28 milioni fuggono da violenze e conflitti interni al loro paese di origine, di cui 10 milioni sono i bimbi rifugiati e 17 milioni sono sfollati nel loro stesso paese.
Altri venti milioni di bambini sono stati costretti a lasciare la loro casa per vari motivi legati alle condizioni di indigenza e povertà o violenza, un fenomeno particolarmente presente al confine tra i paesi dell’America Latina e gli Stati Uniti dove, solo nei primi sei mesi del 2016 circa 26 mila bambini sono arrivati da soli per poter essere accolti.
Sono numeri sconvolgenti e dietro ognuna di queste cifre ci sono occhi spaventati che guardano. Ci sono situazioni conosciute e altre molto meno.
Il fenomeno dei bambini in fuga è in costante aumento, lo dimostrano i numeri del Rapporto Unicef del 2016 sui bambini in fuga.
Il rapporto Unicef parla chiaro: hanno bisogno tutti di assistenza e dei servizi fondamentali che riguardano tutti gli esseri umani ma che di cui bambini in particolar modo non possono essere privati per la loro stessa natura dipendente e indifesa.
Rispetto al 2014, il numero dei bambini senza genitori che hanno richiesto asilo in ben 78 nazioni sono triplicati.
Sono creature indifese che sono a rischio di sfruttamento per gente senza scrupoli e abusi di vario tipo da parte di organizzazioni criminali. Si potrebbe, e bisognerebbe, fare di più per garantire vie di fuga sicure che non vengano corrotte e gestite da trafficanti di uomini senza scrupolo che guadagnano sulla speranza e non hanno timore di sacrificare vita e dignità di questi bimbi e di chi magari dà tutto quello che ha, anche la propria esistenza, pur di garantire qualcosa di meglio ai propri figi.
La Turchia è la nazione che accoglie il maggior numero di rifugiati e tra questi i bambini ma, in rapporto alla propria popolazione, è il Libano che detiene il primato con una persona su 5.
Purtroppo i fenomeni di xenofobia riguardano anche i bambini costretti loro malgrado a fuggire e che si vedono spesso anche tagliati fuori dal sistema di istruzione del paese ospite, dopo aver subito la perdita di ogni punto di riferimento affettivo e materiale.
Rapporto Unicef 2016: due immagini simbolo
Il direttore dell’Unicef, Anthony Lake, ha voluto ricordare le due immagini simbolo di una situazione drammatica che deve essere arrestata:
“Le immagini indelebili del piccolo corpo di Aylan Kurdi ritrovato sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, o del bambino di Aleppo, seduto in un’ambulanza, dopo essere stato estratto vivo dalle macerie di un palazzo, hanno sconvolto il mondo intero.
Ognuna di queste immagini rappresenta i tanti milioni di bambini in pericolo di vita che chiedono che la nostra compassione per il singolo bambino si traduca in azioni per tutti i bimbi del mondo.“
Certo non si può rimanere muti davanti a questi numeri e queste immagini, soprattutto per mamme come noi, che sanno cosa vuol dire lo sguardo di un bambino che ti chiede aiuto e che ti spezza il cuore.