Omicidio Melania Rea è prevista per il prossimo 22 agosto l’udienza dinnanzi al Tribunale del Riesame dell’Aquila per decidere sulla scarcerazione del caporalmaggiore.
Si era ipotizzata un’inchiesta sui possibili risvolti penali nei rapporti fra superiori ed inferiori della caserma “Clementi” di Ascoli Piceno, sede del 235/o Reggimento Piceno dove il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, unico indagato per la morte della moglie Melania Rea e tuttora in carcere a Teramo, prestava servizio come istruttore di reclute femminili.
C’è un fascicolo ancora aperto sul possibile reato previsto dall’articolo 146 del codice penale militare di pace (“minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri”) che “punisce e sanziona comportamenti illeciti del superiore verso l’inferiore”, ma è un fascicolo ancora senza indagati e – si apprende negli uffici giudiziari ascolani – non è collegato né temporalmente né per i soggetti coinvolti, almeno fino ad oggi, alla vicenda di Salvatore Parolisi.
La Procura della Repubblica di Ascoli Piceno non sta pertanto conducendo alcuna inchiesta su ciò che, secondo notizie pubblicate dagli organi di stampa, avveniva nella caserma “Clementi”.
È stata invece fissata al 22 agosto, alle ore 9, l’udienza al Tribunale del Riesame dell’Aquila per decidere sulla scarcerazione del caporalmaggiore. Lunedì prossimo Parolisi – dopo essersi avvalso per due volte, davanti ai gip di Teramo e di Ascoli, della facoltà di non rispondere – rilascerà delle dichiarazioni spontanee che, secondo i suoi avvocati difensori, dimostreranno la sua assoluta estraneità ai fatti. In quell’occasione, inoltre, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, i legali del caporalmaggiore, depositeranno una memoria difensiva in cui verrà dimostrata “l’infondatezza della necessità delle misure cautelari” per il loro assistito.
Salvatore Parolisi è accusato di aver ucciso la moglie, Melania Rea, il cui corpo senza vita è stato trovato il 20 aprile scorso in un boschetto di Ripa di Civitella del Tronto.