Un episodio assurdo e drammatico che per fortuna ha avuto un epilogo positivo con la nascita di una nuova vita innocente che per fortuna non ha subito ripercussioni dalla vicenda tristissima di una donna incinta avvelenata mesi fa proprio dal compagno che voleva liberarsi del bambino.
E’ davvero assurdo e abominevole il tentativo fatto dal padre del bimbo che avrebbe potuto causare la morte di entrambi, mamma e piccolino.
Donna incinta avvelenata, il bambino è salvo
Era accaduto un paio di mesi fa, al settimo mese di gravidanza, quando normalmente il clima che si dovrebbe respirare per l’arrivo di un nuovo nato è quello di gioia, eccitazione, amore…
Purtroppo invece questa nuova vita non era stata accolta in questo modo dal compagno della mamma, il padre, non convivente, il quale, in modo barbaro e assurdo, ha cercato invece di liberarsi di suo figlio!
Mamma incinta avvelenata dal compagno
La donna incinta avvelenata, di 45 anni, infermiera, si era sentita male il 31 maggio scorso dopo aver sorseggiato una nota bibita acquistata in un supermercato.
Subito si era accasciata in preda a vomito e dolori lancinanti al ventre ed era stata ricoverata per sospetto avvelenamento, poi confermato dai sanitari e dagli inquirenti.
La donna incinta avvelenata aveva subito un’immediata lavanda gastrica ed era stata ricoverata in terapia intensiva, si era temuto per la salute del bimbo
Si era pensato addirittura ad un parto da indurre precocemente per scongiurare i danni eventuali ma poi una valutazione dei pro e dei contro aveva fatto optare per un proseguimento della gravidanza.
Sembrava infatti che, malgrado tutto, la tempestività dei soccorsi e il modesto quantitativo di bevanda ingerito, avessero preservato il piccolo da danni.
Immediatamente si era pensato ad un problema legato alla bibita, alla fonte, e i Nas avevano fatto indagini presso il supermercato dove era stata acquistata, ma, ben presto, il quadro della situazione si è rivelato in tutta la sua drammatica realtà.
Donna incinta avvelenata, il bimbo nasce sano
Il compagno, Andrea, 35 anni, autista di scuolabus, l’avrebbe accompagnata in ospedale subito, asserendo di aver bevuto anche lui il contenuto della bottiglia, affermazione che ha poi insospettito gli inquirenti, visto che l’uomo non mostrava nessun segno neppur minimo di intossicazione o abrasione.
Il liquido trovato nella bevanda era infatti a base caustica, presumibilmente un detergente per lavastoviglie, che avrebbe dovuto lasciare segni immediati.
Le evidenti contraddizioni avrebbero portato poi l’uomo ad ammettere il reato, con la giustificazione che avrebbe capito che il bimbo, dagli ultimi controlli, avrebbe potuto avere dei problemi alla nascita e dunque avrebbe optato per questo metodo per potersene liberare: una verità agghiacciante.
A dispetto di tutto e tutti, questo bimbo innocente è nato qualche giorno fa, con parto cesareo programmato, il 26 agosto scorso. La donna incinta avvelenata si è nel frattempo ripresa e sta bene, è ritornata dalla provincia di Bologna nel paese natale toscano presso la sua famiglia per i primi tempi e ringrazia di poter essere viva e soprattutto poter abbracciare il suo bambino vivo e sano.
Ha dovuto passare parecchio tempo intubata per le gravi lesioni anche all’esofago e in diversi punti dell’apparato digerente che non le consentivano di alimentarsi normalmente.
Il piccolo si chiama Simone, sta bene, pesa oltre 4 chili e prenderà il cognome della mamma coraggiosa che non ha mai perso la speranza e ha tenacemente voluto tenere il bambino e si è trovata a dover scoprire di quanto orrore potesse essere capace la persona che credeva invece l’amasse che ora è agli arresti domiciliari per lesioni dolose aggravate e tentato procurato aborto.
Fonte: Corrieredibologna