Le vittime di una catastrofe naturale come un terremoto sono vittime innocenti di una tragedia che lascia sgomenti e lascia ben poco spazio alle colpevolizzazioni e alle polemiche che tentano invano di colmare il vuoto delle spiegazioni razionali.
La perdita di vite umane in frangenti come questo che ci ha colpito il 23 agosto scorso lascia ben poco spazio a commenti e le emozioni soffocano le parole per le vittime del terremoto.
Le vittime del terremoto: frammenti di casualità che fanno la differenza tra la vita e la morte
Ci si è svegliati così lo scorso 24 agosto, con la certezza che la vita non sarebbe stata più la stessa per molte persone, da quella notte; che per altri si erano consumati gli ultimi istanti senza poter dire addio ai propri famigliari, le persone a cui si voleva bene.
L’incubo di vedere tutto spazzato via in pochi attimi, forse senza neppure rendersene conto. La certezza di essersi trovati nel momento sbagliato, nel posto sbagliato, con mille interrogativi vani sull’evitabilità o la prevedibilità dell’evento per le vittime del terremoto.
Frammenti di casualità che possono fare la differenza tra la vita e la morte.
I volti e le storie dei primi angeli: le vittime del terremoto
Mentre gli ultimi bollettini parlano di 247 vittime, di cui 200 solo nella cittadina di Amatrice in provincia di Rieti, i volti delle prime vittime si stagliano davanti ai nostri occhi in una drammaticità unica e surreale.
Sguardi e sorrisi che erano lontani da questo destino che li ha voluti falciare via.
Sono questi i luoghi in cui spesso si ritorna in vacanza alla propria origine, persone che si sono allontanate dai paesi per lavoro che passano qui le settimane di ferie come la signora Nadia di 44 anni, vittima con il figlio Lorenzo di 11, residente in provincia di Roma ma che tornava in paese d’estate, il marito è rimasto miracolosamente illeso.
E’ balzata all’onore delle cronache la vicenda della piccola Marisol di soli 18 mesi, la cui mamma era già sfuggita al sisma de L’Aquila del 2008 ma che il destino ha voluto prendere con sé.
La storia della piccola Marisol vittima del terremoto
Tiziana di 60 anni, funzionario della protezione civile, si era recentemente spostata da Roma nella frazione di Salette, vicino ad Amatrice, per accudire la mamma anziana ma è morta tra le macerie. La mamma l’aspetta ancora ricoverata in ospedale…
C’è poi un’intera famiglia spazzata via, quella del poliziotto Ezio Tulli di 42 anni che ha perso la vita con i suoi figli, Leonardo di 14 anni e Ludovica di 12. Solo la madre, Giovanna, è sopravvissuta alla tragedia e possiamo solo immaginare il dramma di tutto ciò che si commenta da solo.
Vogliamo ricordare le vittime del terremoto per offrire loro un pensiero
Le immagini scorrono e gli occhi si posano sulla giovane Arianna, 15 anni, di Pomezia che era ad Amatrice dai nonni insieme al padre, sopravvissuto.
Ricordiamo un’intera famiglia di Accumuli, epicentro del terremoto, con il papà Andrea e la mamma Graziella, 35 e 32 anni, con Stefano di 7 anni e la vittima più giovane Andrea di soli 8 mesi.
Elisa di 14 anni, di Pomezia, con un cuginetto di 8 anni era in vacanza a Pescara del Tronto dalle nonne, tutti trovati morti sotto le macerie. Sprazzi di vita quotidiana e di coincidenze che hanno segnato un destino drammatico per tutte le vittime del terremoto.
Giacomo, agente immobiliare di Sezze, in vacanza con la famiglia che ancora risulta dispersa, la moglie, la figlia di 12 anni e il fratello.
Non è possibile ricordare tutte le vittime del terremoto una per una, queste sono solo le prime notizie e ne diventano il tragico simbolo per tutte le altre a cui vogliamo dedicare un pensiero, a loro e a chi rimane e dovrà trovare la forza per ricostruire non solo materialmente ma anche dentro di sé, scavando tra le macerie di una vita distrutta.