Il reggiseno è sicuramente tra gli indumenti intimi più usati dalle donne, utile non solo per “dare sostegno” ma ben si presta anche come “arma” di seduzione, soprattutto se sapientemente abbinato ad indumenti che ci permetto di giocare in modo accattivante sull’effetto “vedo non vedo”.
Insomma, che tu sia una donna pratica o una femme fatale, questo capo non può assolutamente mancare tra i cassetti della biancheria intima.
Ma è davvero indispensabile indossare il reggiseno?
Tante e diverse le teorie al riguardo, divise perlopiù in due distinte fazioni: difensori e accaniti sostenitori dell’suo di questo capo e i detrattori che lo ritengono superfluo se non addirittura nocivo.
Ma quanto c’è di vero in queste diverse teorie?
Molto dipende dalla conformazione fisica di coloro che lo adoperano, non esiste infatti una regola valida per tutte ma diversi adattamenti scelti in base alla forma e alle dimensioni del proprio corpo.
Ad esempio, una donna che ha un decolté prosperoso ha esigenze fisiche e psicologiche (molte si vergognano nel vederle ballonzolare ad ogni minimo movimento) ben diverse da una donna che ha una taglia di reggiseno più “contenuta”.
Secondo un studio non recente condotto da Jean-Denis Rouillon, medico sportivo presso il CHRU (Centre hospitalier régional universitaire) di Besançon, città situata nella Francia orientale, e professore presso l’Université de Franche-Comté (UFC), queste ultime non dovrebbero assolutamente indossare il reggiseno.
Indossare il reggiseno è inutile: lo studio.
Dopo aver osservato, misurato e studiato per circa 15 anni (lo studio è iniziato nel 1997 mentre i risultati sono stati resi noti attraverso la stampa nell’aprile del 2013) la conformazione e l’evoluzione fisica del petto di 320 donne, suddivise tra coloro che indossavano il succitato capo di biancheria intima e coloro che ne avevano abolito l’uso, Roullin ha dichiarato che indossare il reggiseno è del tutto inutile.
Nello specifico, il medico francese ha notato che il décolleté di un gruppo composto da 50 donne, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, non avvezze all’uso dell’indumento “incriminato”, sia in realtà divenuto più sodo e che, contrariamente a quanto considerato fino ad ora, non abbia ceduto alla forza di gravità.
Ciò ha spinto Rouillon ad ipotizzare che indossare il reggiseno sin dai primi segnali di sviluppo della donna può in un certo qual modo condizionare la funzionalità del muscoli del petto che, abituati all’uso di un indumento contenitivo e che li sostiene, tendono a rilassarsi e, di conseguenza, perdono tonicità.
Al contrario, chi decide di liberarsi da questo indumento avrebbe una maggiore possibilità nel mantenere allenati i muscoli pettorali che, privati di ogni “aiuto esterno”, lavorano maggiormente per contrastare la forza di gravità.
Una teoria che smentisce tutti coloro che associano il decolté cadente al non indossare il reggiseno.
Ma anche in questo caso c’è un ma…
<<Questo è uno studio preliminare su un gruppo di volontarie che non rappresenta l’intera popolazione mondiale – spiega il medico francese – tutto dipende dalla struttura di ogni seno. Una donna di 45 anni in sovrappeso e con tre figli non può essere incentivata a smettere di indossare il reggiseno>>.
Dunque, come già anticipato in precedenza, sarà alquanto difficile per una donna formosa riuscire a liberarsi di questo indumento, a meno che scelga di farlo durante la notte.
Una opzione, quest’ultima, che ci porta ad un ulteriore interrogativo:
indossare il reggiseno di notte fa male?
Molte donne scelgono di indossare il reggiseno anche mentre dormono convinte di necessitare di un sostengo anche durante la notte. Altre, al contrario, attendono l’ora di andare a letto con impazienza, consapevoli che solo allora potranno finalmente liberarsi di quello che considerano uno scomodo indumento.
Chi tra loro ha ragione?
Come sempre la verità sta nel mezzo e, per meglio comprenderla, una giornalista dell’Huffington Post ha pensato, lo scorso anno, di intervistare un medico e una produttrice di biancheria intima.
Ambra A. Guth, chirurgo oncologo e professore associato di chirurgia presso il NYU Langone Medical Center, centro medico universitario situato a New York (USA), ha chiarito che
<<Non vi è alcuna prova che dormire con il reggiseno sia dannoso o utile. I cedimenti e i cambiamenti del seno sono la conseguenza di una serie di fattori: gravidanza e allattamento sono le cause più comuni, seguite dall’età e dalla gravità>>.
Per Linda Becker, produttrice di biancheria intima e titolare di diversi negozi di intimo a New York, il tutto si riduce ad una mera questione di “misure”:
<<Dipende dalle dimensioni. Se sei una coppa A o B puoi non indossare il reggiseno di notte. Se sei più grande di una coppa D o doppia D allora non dovresti toglierlo perché potresti farti del male mentre dormi. Alcune persone hanno bisogno di supporto>>.
Vi è un unico aspetto che mette d’accordo la dottoressa Guth e l’imprenditrice Becker, ossia la comodità.
Entrambe infatti, insieme a molti altri esperti, difendono l’importanza della scelta di un reggiseno comodo e perfettamente calzante, sia esso indossato di giorno che di notte.
L’indumento infatti non deve risultare troppo stretto in quanto può bloccare o compromettere la circolazione sanguigna, deve essere contenitivo ma non schiacciare o costringere. Per tale motivo diventa fondamentale acquistare il capo della misura giusta e che si adatti al proprio corpo.
Regola valida anche per coloro che decidono di indossare il reggiseno mentre dormono.
Chi sceglie di non rinunciare a questo indumento anche durante la notte, deve inoltre tener conto di alcuni fattori altrettanto importanti:
- Non deve esserci presenza di ferretti, soprattutto di metallo, che possono provocare delle vere e proprie lesioni, meglio optare per una coppa soft;
- Evitare quelli che comprimono o che abbiano troppe cuciture, il rischio è il blocco della circolazione sanguigna;
- Scegliere quelli di cotone che garantiscono una maggiore traspirazione e un maggior movimento.
In sintesi, qualunque sia la propria scelta, l’importante è, come sempre, stare bene con se stessi e assecondare le esigenze del proprio corpo.
Fonte: Le Figaro – Huffington Post