Per chi, come me, è cresciuto guardando i suoi film, l’11 Agosto è divenuta una data dal significato particolarmente amaro. Fu proprio in quel giorno del 2014 che l’attore, sopraffatto dai demoni della malattia, si tolse la vita nella sua casa di Paradise Cay, in California. Robin Williams era un artista dalle mille sfaccettature, capace di farti ridere e piangere allo stesso tempo, di farti riflettere con leggerezza sulle tematiche più importanti, lui, l’interprete di pellicole dal significato intimo e profondo che hanno lasciato un segno nel cuore di tutti noi.
Robin Williams: l’uomo dai mille volti
La notizia della morte di Robin Williams ebbe all’epoca un forte impatto mediatico, segno dell’affetto che tutti nutrivano per lui, sia sotto l’aspetto artistico che per il lato umano. Una tragedia che scioccò tutti, travolti da un grandissimo senso di vuoto che, ancora oggi, risulta difficile descrivere.
Robin Williams è stato il professore che tutti noi avremmo voluto avere, un insegnante che ti sprona a non seguire la corrente ma a credere in te stesso ed a lottare per le proprie idee. È stato il medico che, osservando il proprio paziente, non vedeva solo la malattia bensì anche la persona (e non mi riferisco al solo ruolo di Hunter “Patch” Adams ma anche a quello meno citato del Dr. Malcolm Sayer di “Risvegli”).
“Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l’esito della terapia” – cit. Patch Adams.
Williams è stato l’uomo che ha lottato contro il dolore, la rabbia e la solitudine, i più terribili e temibili spettri che affliggono l’animo umano, l’ha fatto per salvare la donna che amava, spingendosi ben al di là dei sogni. Ed è stato un istrionico papà capace di reinventarsi e trasformarsi pur di stare accanto ai propri figli.
“È arrivato nelle nostre vite come un alieno, ma ha finito per toccare ogni elemento dello spirito umano” – cit. Barack Obama.
E ancora è stato l’eterno bambino che ha saputo trovare la giusta combinazione tra la leggerezza e la responsabilità, l’equilibrio perfetto tra l’adulto ed il suo bambino interiore. Ed è a quest’ultimo che è dedicato il commosso omaggio dei tanti protagonisti che insieme a lui hanno dato vita a quel fantastico mondo chiamato L’Isola che non c’è.
Il 25° anniversario di Hook – Capitan Uncino
Diretto da Steven Spielberg ed interpretato da Robin Williams (un cresciuto Peter Pan), Dustin Hoffman (Capitano Giacomo Uncino), Julia Roberts (Trilli) e Bob Hoskins (Spugna), il film uscì nelle sale cinematografiche nel 1991. In occasione dei 25 anni della pellicola (nel 2016), la società di produzione 22 Vision decise di organizzare una reunion del cast. A tale scopo furono convocati gli attori che avevano interpretato i bambini sperduti, proponendo loro un vero e proprio tuffo nel passato.
A documentare il tutto il magazine Entertainment Tonight, meglio conosciuto con la sola sigla ET, che ha riportato le testimonianze di alcuni dei più celebri protagonisti che, fino a quel momento, non si erano più rivisti.
I bambini sperduti ricordano il compianto Robin Williams
Dopo l’iniziale sorpresa e le foto di rito per testimoniare la reunion, ogni attore ha voluto ricordare il loro Peter pan con un commovente messaggio. Dante Basco, l’interprete di Rufio, il giovane che aveva preso il comando durante l’assenza di Peter Pan dall’Isola che non c’è, ha dichiarato:
“Credo che per tutti noi la sua morte abbia segnato la fine della infanzia. C’è molta tristezza ma c’è anche modo di festeggiare uno degli artisti più leggendari del nostro tempo. Robin mi ha insegnato cosa significa essere una giovane star, che cosa significa essere un leader su un set”.
Ancora troppo piccoli per rendersi conto di ciò a cui stavano prendendo parte – all’epoca del film i bambini sperduti avevano tra i 6 e i 17 anni – oggi gli attori, ormai cresciuti, ringraziano Robin Williams che li ha guidati e supportati durante quella fantastica esperienza.
“Ha mantenuto il set molto vivo – ha dichiarato James Madio, interprete di Pomata – Ha fatto in modo di instaurare un rapporto con ognuno di noi”.
Thomas Tulak, uno dei più piccoli interpreti del film, ha invece affermato che la missione di Robin Williams era quella di rendere felici tutti e di far in modo che i piccoli protagonisti sorridessero sempre durante le riprese. Isaiah Robinson (Taschino, il bambino che nella pellicola esclama “Eccoti qua Peter”), ha dichiarato:
“Ho finalmente capito che grande cosa fosse quel film e cosa voleva dire averne fatto parte. Tutto ciò che siamo diventati in questi anni è in gran parte merito di Robin”.
Parole che testimoniano la grandezza di un uomo a cui saremo eternamente grati per tutto ciò che ci ha dato e che continuerà a darci attraverso i suoi film.
Articolo aggiornato al 9 Agosto 2022