Mentre ci sono mamme che cullano dolcemente i loro bimbi e ne fanno una ragione di vita speciale anche affrontando situazioni problematiche e difficili, ce ne sono altre che sembrano andare persino “contro natura” esponendo i propri figli a situazioni pericolosi per scopi personali, fino a sentire che una mamma uccide la figlia di soli 17 mesi per ricevere probabilmente più attenzioni dal marito.
Un evento drammatico che può essere inquadrato in un dramma di follia pura anche per le modalità in cui si è perpetrato questo crimine.
Mamma uccide la figlia i 17 mesi per avere le attenzioni del marito
La piccola Peyton era stata già portata presso uno studio medico mesi fa, a novembre, e il pediatra aveva riscontrato un ritardo nella crescita e nello sviluppo e un sottopeso sicuramente anomalo. La madre, Kimberly, di 23 anni, però aveva poi cancellato le successive visite di controllo presso lo specialista assegnatole.
Peyton, la bimba di soli 17 mesi, soffriva di convulsioni molto forti e viene ricoverata qualche giorno fa ma, dopo tre giorni di dura lotta e sofferenza, non ce l’ha fatta.
Ai medici appaiono subito chiari i segni di avvelenamento da sale, ipernatremia, poi confermato dalle analisi di laboratorio. In ospedale cercano di mantenerla in vita ma viene presto dichiarata la morte cerebrale a cui fa poi seguito quella ufficiale.
Le brevi investigazioni hanno portato a stabilire che probabilmente la mamma uccide la figlia somministrandole ogni giorno un cucchiaino di sale.
Sembra proprio questa la causa delle crisi di Peyton e della sua successiva morte tra le sofferenze con l’ipotetica spiegazione di riconquistare in qualche modo la vicinanza del compagno.
L’ipernatremia porta al collasso renale in poco tempo, soprattutto nei bambini piccoli come Peyton che hanno un sistema di filtraggio ancora immaturo. Anche per questo si sconsiglia addirittura di somministrare sale ai bambini piccoli e non salare neppure le loro pappe.
Ora Kimberly dopo che uccide la figlia di 20 mesi avvelenandola, rischia 20 anni di prigione.
Pare che la donna possa avere tentato un gesto estremo per riuscire a riconquistare le attenzioni dell’ex partner, nonché padre di Peyton, e della sua gemellina, che invece gode di ottima salute, come il loro fratellino più grande che sono stati messi subito sotto stretta custodia.
“Peyton era una bimba dolcissima che non piangeva mai ma anzi rallegrava tutti con il suo sorriso” ricordano i suoi parenti.”Amava fare la piccola diva e curarsi delle sue unghie come una donnina.”
La madre di Kimberly chiede di non saltare però alle conclusioni troppo facilmente e attende gli esiti di tutti i rilievi effettuati, ritiene infatti che Kimberly sia un’ottima madre e che non avrebbe mai fatto del male ad uno dei suoi figli.”
L’ipernatremia porta ad un eccessivo livello di sodio nel sangue, convulsioni, edema cerebrale e il versamento di sangue e fluidi che no vengono più regolati all’attività renale portano ad una rapida e letale disidratazione, a volte nei bambini piccoli ciò può avvenire per mancanza di liquidi somministrati.
La quantità di sale ingerita da Peyton è stata definita senz’altro non causale ma volontaria, si parla di ben un cucchiaino circa al giorno di sale e reiterato nel tempo che, chi uccide la figlia, sapeva bene di non poter dare senza conseguenze.
Mamma uccide il figlio con dosi massicce di sale
Fonte: Ibtimes.com.uk