Sono due i neonati coinvolti nello scandalo del protossido di azoto scoppiato in un ospedale australiano, il Bankstown Lidcombe Hospital, a ovest di Sydney: uno dei due bambini è morto poco dopo essere venuto alla luce, l’altro è in gravissime condizioni e ha riportato danni celebrali.
Subito dopo la nascita a questi cuccioli d’uomo è stato somministrato per errore il gas sbagliato: avrebbero dovuto respirare ossigeno, invece hanno respirato protossido di azoto, comunemente adoperato come anestetico – analgesico.
L’errore è nato da un tragico equivoco della sorte: l’erogatore dell’ossigeno, installato e certificato nel luglio 2015, era stato montato in modo scorretto e dal bocchettone passava protossido di azoto.
L’ossigeno e il protossido di azoto sono due gas inodore e incolore, l’assenza di indicatori distintivi ha ritardato la comprensione del problema e ha innescato una sequenza fatale di dolore e morte.
Sonya e Youssef Ghanem sono la mamma e il papà del neonato morto per inalazione di protossido di azoto.
John era il loro quarto figlio, è venuto al mondo il 13 luglio con un parto cesareo di emergenza. Quando Sonya si è svegliata dall’anestesia generale non ha sentito il pianto del suo bambino e non l’ha visto accanto a lei, le è stata comunicata la tragedia: John era morto appena dopo la nascita e le cause erano tutte da stabilirsi.
A quanto pare, il drammatico difetto tecnico è venuto alla luce solo dopo il secondo caso di erronea inalazione di protossido di azoto, sarebbe stato un pediatra a rendersi conto del problema.
Mamma Sonya è straziata dal dolore, lei e suo marito sono stati richiamati dall’ospedale quando è venuto alla luce l’errore fatale e drammaticamente hanno scoperto che il piccolo John poteva e doveva vivere. “E’ fondamentalmente colpa nostra”, le hanno detto in ospedale ammettendo che il piccolo è stato condannato a morte dal protossido di azoto.
“Ho tenuto il mio bambino tra le braccia, in ospedale me l’hanno portato perché ho detto: <<Io voglio vederlo>> . Pensavo che bastasse scuoterlo e digli << Figlio mio, svegliati!>>”, queste le strazianti parole della mamma.
La struttura ospedaliera ha monitorato tutte le nascite avvenute in quella sala ospedaliera nell’ultimo anno. Il bocchettone della tragedia è stato adoperato solo due volte e nessun altro bambino è coinvolto in questo scandalo del protossido di azoto “scambiato” per ossigeno