Nella vita non sempre le cose vanno come dovrebbero andare e spesso l’amore di mamma e papà, tra di loro, può diminuire e finire per i più svariati motivi, nel caso si debba arrivare ad una soluzione definitiva che porta a concludere il rapporto cosa può rappresentare il divorzio per i bambini?
Il divorzio per i bambini cosa significa?
Non si intende qui dare un giudizio morale o etico sulla scelta del divorzio perché partiamo dal presupposto della libertà individuale e della diversità di formazione di ciascuno che può portare a questa scelta ma vorremmo invece focalizzare l’attenzione sul vissuto del bambino, cercando più possibile di evitare banalizzazioni e cliché.
Tendenzialmente si usa dire che per il bimbo vivere in una famiglia dove si litiga spesso non è una situazione felice e potenzialmente educativa e sembrerebbe così scontato pensare proprio questo e dunque optare per una scelta di separazione, anche nell’ottica di garantire maggiore serenità ai figli.
Eppure, alcuni recenti studi condotti dal dipartimento di Psichiatria della Virginia Commonwealth University e confermati dall’Università di Tokyo, si concludono con risultati sorprendenti e inaspettati: la separazione dei genitori portrebbe scompensi maggiori addirittura della morte dei genitori.
Cosa rappresenta il divorzio per i bambini che devono viverlo
La ricerca fatta su 2605 gemelli maschi che hanno “subito” il divorzio dei propri genitori in età infantile, seguiti per i successivi 5 anni, ha mostrato spesso, e in percentuale più di chi non aveva avuto la stessa sorte, segni di disturbi emotivi come depressione, ansia, fobie, crisi di panico, dipendenze di vario tipo. Sono gli stessi scompensi che vengono normalmente segnalati nei bambini che subiscono la perdita di uno o di entrambi i genitori per un evento luttuoso.
In alcuni casi la statistica dice che vi è addirittura un’incidenza maggiore di problematiche irrisolte nel caso di divozio dei genitori rispetto alla morte.
Addirittura viene dichiarato che:
L’effetto della morte parentale persiste per un tempo relativamente breve e ha un impatto più debole sulla psicopatologia nella fase adulta, rispetto a quanto avviene in caso di separazione dei genitori.
Il che di per sé è un’affermazione parecchio impegnativa ma pare perfettamente in linea con i dati raccolti. Secondo i dati “la separazione dal padre è maggiormente associata alla depressione e all’abuso e dipendenza da droghe, mentre quella con la madre esclusivamente alle dipendenze di vario tipo.”
Secondo la ricerca, negli anni, si è andato costituendo una sorta di alibi distorto secondo il quale il divorzio è stato scelto proprio per salvaguardare i figli, cosa che, a quanto pare, non corrisponde agli effetti sperati nel tempo.
Escluse situazioni particolarmente drammatiche vicine ai casi penali più che civili, sembra che il divorzio non faccia per nulla bene ai bambini e i suoi effetti sono da valutare attentamente.
Il divorzio per i bambini significa una sconfitta, un fallimento, l’impossibilità di far durare qualcosa in eterno, così come la morte di un famigliare che fa collassare immediatamente il senso della vita e crea un impatto scioccante con la morte a cui, magari fino a poco prima, il bambino non aveva mai pensato seriamente.
Inoltre emerge dal divorzio una rappresentazione della ricerca della felicità in termini strettamente egoistici che viene offerta ai figli: stare bene significa stare bene soprattutto per se stessi, perché così è spesso interpretata la scelta del divorzio, come un estremo tentativo di ritrovare il proprio benessere, senza cercare con reale impegno una soluzione compromissoria che implicherebbe però sacrifici e vincoli. Strettamente correlato a tutto ciò il divorzio per i bambini rappresenta anche la rottura di un patto che può far nascere in loro l’idea che una promessa può non essere mantenuta e spesso la fiducia data non è ben riposta.
Il divorzio per i bambini lascia strascichi anche sul lungo periodo
Da qui possono nascere problemi relazionali come di autostima che hanno strascichi anche sul lungo periodo (-15 anni).
Ciò non toglie che il divorzio possa apportare benefici soprattutto ai genitori, e pare, in particola modo alle mamme, e questo si riversi poi favorevolmente sul loro rapporto con i figli, dunque tutto deve essere assolutamente ponderato e valutato nei casi singoli, naturalmente in questa ricerca ci si basa solo su dati freddi e generici che comunque meritano attenzione.
La psicologa Judith Wallerstein, che ha dedicato gran parte del suo lavoro al divorzio visto dalla parte dei bambini, sostiene che quando addirittura vengono formate nuove famiglie, i figli soffrono ancora di più problemi comporamentali e due volte più degli altri problemi di apprendimento scolastico.
Inoltre, secondo i suoi studi, anche 15 anni dopo l’evento molti soggetti non sono in grado di costruire un rapporto affettivo soprattuto se non sono stati in grado di avere un rapporto solido con il padre. Le femministe l’hanno a lungo accusata di praticare una propaganda antidivorzista ma lei si è sempre schierata a favore della libertà consapevole, cioè sapere esattamente valutare ciò che è meglio significa conoscere tutti gli aspetti e decidere in termini di opportunità.
E’ pur sempre vero che nella nostra società contemporanea, il divorzio viene spesso visto come una facile alternativa anche a piccoli problemi risolvibili. Secondo la Wallerstein, solo il 10-15% dei divorzi sarebbero effettivamente auspicabili valutando rischi e benefici dei figli.
In buona sostanza il divorzio per i bambini secondo quest’ottica sgretolerebbe anche quegli ideali di resilienza, responsabilità di fronte agli impegni, intraprendenza e sacrificio che invece rappresenterebbero un buon bagaglio nell’affrontare la vita adulta.
Rimane un ampio margine di interpretazione individuale e di valutazione dei casi singoli che merita rispetto, oltre al fatto che gli stessi relatori della ricerca si augurano ulteriori indagini e dati a confronto.
Fonte: Legacy.scu.edu, Familyinamerica