La vita è un bene prezioso che sempre più spesso tendiamo a sprecare.
Impegnati come siamo nelle nostre quotidiane faccende non diamo peso alla precarietà della vita stessa, limitandoci il più delle volte a vivere senza riuscire ad assaporarla in pieno, a godere di ogni suo istante, ad apprezzare le piccole cose che può regalarci.
Tale ignoranza è uno dei motivi per i quali la foto del piccolo Udai Faisal è divenuta ormai virale in rete, simbolo di una guerra civile a noi molto lontana ma non per questo inesistente.
Bimbo di 5 mesi morto di fame, figlio della guerra in Yemen.
Il piccolo viso scavato, uno sguardo che trasmette la sofferenza e tutto l’orrore subito, mani e braccia rachitiche, un corpo scheletrico divenuto in questi giorni l’emblema di una guerra civile le cui principali vittime sono proprio i bambini.
Basti pensare che l’Unicef lo scorso anno ha registrato la morte di 900 bambini, piccole anime innocenti che, come ha dichiarato Julien Harneis, rappresentante dell’Unicef nello Yemen, <<stanno pagando il prezzo più alto per un conflitto che non dipende da loro>>.
Udai, il bimbo di 5 mesi morto di fame, è l’ennesima vittima di una guerra civile portata avanti dai ribelli sciiti Houthi contro il governo sunnita, che a sua volta è supportato dall’Arabia Saudita e da altri Paesi, per la conquista del controllo dell’intero Paese.
Un conflitto da molti dimenticato ma che continua a mietere vittime innocenti.
La foto del bimbo di 5 mesi morto per malnutrizione che ha letteralmente fatto il giro del mondo attraverso la rete è stata scattata il 24 marzo, due giorni prima che il piccolo morisse.
La storia di Udai Faisal, bimbo di 5 mesi morto per malnutrizione.
Ultimo di 9 figli, Udai è venuto al mondo durante un attacco aereo effettuato dalla coalizione saudita. Sua madre, Intissar Hezzam, è riuscita ad allattarlo per soli 20 giorni, poi la malnutrizione, la paura e la stanchezza hanno preso il sopravvento.
Tutta la famiglia vive, o sarebbe più giusto dire sopravvive, grazie alla pensione di ex soldato di Faisal Ahmed, papà del bimbo di 5 mesi morto, uno stipendio mensile pari a £ 140, l’equivalente circa di 175 euro, con il quale devono essere sfamati padre, madre e nove figli di età compresa tra i 2 e i 16 anni.
L’aumento dei prezzi e la sporadica fornitura dei beni di prima necessità non hanno fatto altro che aumentare la malnutrizione di un intero popolo, basti pensare che la famiglia di Udai, il bimbo di 5 mesi morto per fame e stenti, era solita mangiare una volta al giorno un pasto che consisteva in uno yogurt e del pane o solo i piselli.
Non potendo quindi acquistare il latte artificiale necessario per la crescita del loro ultimogenito, i genitori del piccolo Udai erano costretti a nutrirlo con una soluzione fatta di zucchero e acqua che, non essendo quest’ultima sempre pulita, ha portato il bambino a soffrire di forti scariche di diarrea che le cliniche locali non potevano curare per mancanza di medicinali.
Trasportato al pronto soccorso dell’Al-Sabeen Hospital di Sana’a, capitale dello Yemen, il 20 marzo scorso, i medici gli hanno diagnosticato una grave malnutrizione, diarrea e un’infezione al torace che hanno cercato di curare con degli antibiotici.
Purtroppo, dopo alcuni giorni di trattamento, sia i medici che i genitori non poterono far altro che constatare la criticità delle condizioni del bambino che, anche per la mancanza di risorse economiche dei genitori, troppo esigue per pagare le sue medicine, fu poi portato a casa dove morì nel giro di poche ore.
<<Lui non ha pianto, non c’erano lacrime – ha dichiarato la madre del bimbo di 5 mesi morto – Ho urlato e poi è svenuto>>.
Udai era talmente denutrito e disidratato che il suo corpo, del peso di appena 5,3 pounds (2.4 Kg circa), non era in grado di produrre lacrime.
L’immagine delle ultime ore di vita di Udai Faisal, il bimbo di 5 mesi morto di fame, mostra a tutti noi gli orrori di una guerra che abbiamo dimenticato e accantonato perché troppo lontana, una guerra che, secondo gli ultimi dati stimati, ha condannato circa 1,3 milioni di bambini alla malnutrizione.
Piccole anime innocenti costrette a pagare con la loro vita gli errori altrui.
Fonte: The Independent