Partorire è un’esperienza indimenticabile per una donna e lo si ricorda per sempre ma quando una mamma in coma partorisce le cose si fanno più complicate e i ricordi molto diversi e speciali, anche la sopravvivenza della mamma e della bimba portata nel grembo è a rischio.
Mamma in coma partorisce in condizioni estreme
Colvina, una giovane mamma di 28 anni, incinta alla 23° settimana, non aveva mai avuto problemi di salute fino a quel giorno di novembre in cui inizia ad accusare un forte mal di testa: stava facendo dei mestieri in casa quando fa appena in tempo a urlare verso il marito che fortunatamente si trovava con lei e si accascia, perdendo conoscenza.
Il marito chiama un’ambulanza e la donna viene supbito portata in ospedale dove vengono constatate le sue gravissime condizioni: ha bisogno di un urgente operazione al cervello che deve esser effettuata in un’altra struttura. Colvina ha un’emoraggia cerebrale estesa. Trasportarla in quel momento poteva però essere pericolosissimo per la creatura che portava in grembo ma lasciarla in quell’ospedale senza intervento significava lasciare morire la moglie.
Il marito deve affrontare questa terribile decisione e opta per il trasferimento immediato, Colvina viene operata e viene rimosso il coagulo di sangue che premeva contro alcune zone che regolavano la pressione, il battito cardiaco e la respirazione. La parte più difficile è stata anche mantenere proprio la pressione del sangue a livelli accettabili per la piccola Maia che doveva ancora nascere.
Colvina inizia a vivere 3 lunghi mesi di completo black out.
Le parole dei medici non confortano il marito Matt :
“Abbiamo operato Colvina molto velocemente ma non ho mai visto nessuno sopravvivere a tutto questo, però lei è giovane… l’operazione ha avuto successo ma non sappiamo se potrà mai abbracciare sua figlia le cui condizioni sono costantemente monitorate.”
E’ stata la notizia più brutta che potesse ricevere. Sono seguiti giorni di buio in cui Matt ha paura di perdere entrambi, i medici danno solo un 10% di possibilità di sopravvivenza. Poi le condizioni sembrano stabilizzarsi. La mamma di Colvina dice che, benché in coma, sua figlia spesso si accarezzava la pancia come se fosse consapevole della presenza della sua bimba.
Mamma in coma partorisce: è stato un miracolo che siamo sopravvissute tutte e due
Alla 29° settimana Colvina inzia ad entrare in travaglio e viene sottoposta a cesareo. Il medico che l’ha in cura dice che “è stato un evento incredibilmente raro” per una donna dare alla luce un bimbo in stato di coma.
“In 13 anni di reparto di neurochirurgia abbiamo avuto solo 3 casi.”
Maia pesava solo 1,360 grammi e ha subito due volte la rianimazione e poi è messa in incubatrice per la sua grave prematurità. Matt ricorda che “Maia era così piccola che potevo tenerla nel palmo della mia mano.”
7 settimane dopo Colvina inizia a mostrare segni di coscienza e un giorno, vedendo sua mamma, alza il braccio per salutarla. Più tardi fa segno di aver capito di aver partorito e racconterà che sapeva di averlo fatto anche se non può definirlo un ricordo conscio e spiegabile, la prima cosa che vuole fare è abbracciare la sua bambina.
Colvina dice: “So che sembra stupido ma è come se Maia fosse stata sempre con me, è come se l’avessi sempre vista accanto anche quando ero in coma.”
Dopo un anno Colvina ha recuperato molto attraverso la riabilitazione, deve ancora usare la sedia a rotelle per spostarsi perché i suoi muscoli sono ancora deboli e non rispondono perfettamente ma sta imparando a camminare di nuovo e presto sarà più autonoma e potrà occuparsi da sola della piccola Maia. Anche per l’uso della parola sta facendo molti progressi.
La forza di Colvina, la mamma in coma che partorisce, è tutta nell’amore per la sua bambina.
Fonte: Dailymail